Il fumetto, di cui da anni si celebra in Italia la malattia terminale, si dimostra invece sempre vivo e vegeto, anche di fronte a un mercato strano, complesso e dove la sopravvivenza non è facile. Ma il fumetto come mezzo, come strumento e come movimento, sopravvive ben al di là dei numeri: l’autoproduzione o l’editoria minore sono realtà che non mancano di offrire nuovi autori e personaggi. Un sottobosco, spesso quasi invisibile, che mi attira e mi incuriosisce spesso, e che merita attenzione anche come fenomeno oltre che per le opere che produce. Bertoli è opera di due fratelli, Domenico e Natale Lubrano, che, sebbene si presenti come un prodotto “in fasce”, dal tratto grezzo (eppure, con uno strano fascino) e dai testi perfettibili, merita a mio parere un approfondimento.
Volete presentarvi ai lettori?
Salve a tutti i lettori del tuo sito, siamo i Fratelli Lubrano, i perfetti giovani del sud: siamo arrivati a quasi trent’anni senza realizzare granché. Prossima domanda?
Come nasce questa serie e questo personaggio?
La storia nasce principalmente dalla voglia di fare qualcosa per smuovere la noia della vita, piena di utopie e sguardi di traverso, per via dell’assenza di un pensiero costruttivo, dopo che ti sei visto come uno che bivacca davanti ai circoli col biliardo e alle paninoteche anni novanta e alle ricevitorie del gioco, anche se non l’hai mai fatto, ma la mentalità è uguale. Per farti capire quanto siamo ai margini pensa che abbiamo voluto fare un fumetto che non volesse leggere nessuno. I drogati non interessano a nessuno. E loro stessi non leggono, perché, come gli uomini in carriera, non hanno mai tempo, così presi a diventare delle gruviere umane. Immagina allora nei vicoli scuri, nelle stazioni dei treni, nei parchi pubblici, i tossici cadono per terra e non fanno rumore, ma fanno danni. Sono sordi, deboli e cretini, prima ancora di essere drogati, sono sordi alla mamma, agli amici e ai preti. Se fossero come i bimbi gli si potrebbe raccontare favole e bugie, per tenerli buoni e lontani dai pericoli, si potrebbe dirgli che la droga è brutta perché è traditrice e fa male non solo a chi la consuma. E forse come i bimbi, i drogati sono almeno ingenui. Allora se gli raccontiamo questa favola o bugia ci crederanno… o si sentiranno offesi e faranno di discorsi come questo un pretesto per correre alla dose: dopo la morte l’anima del drogato va all’Inferno. Ogni mille anime di drogati morti l’Inferno premia un suo cattivo tramutandolo in un essere sovrannaturale dotato di facoltà magiche chiamato “Fuoriporta”, e lo rispedisce sulla terra perché perseveri nel male.
A proposito invece del personaggio della serie, Bertoli è come Silvan e Toni Binarelli fusi assieme. Se questa creatura quasi mistica si fosse poi data alla cura dei suoi muscoli con uso di steroidi anabolizzanti sarebbe diventato o un centometrista o nel nostro caso un supereroe. Una strega vive in eterno fino a quando genera un figlio, al quale passa poi le sue facoltà magiche. Così è nato un bambino di nome Marco ed è morta la strega Bertoli. Per senso di colpa Marco è ossessionato dall’idea di compiacere sua madre, e le rivolge sempre i suoi pensieri. Vestito di giallo e di blu, ipertricotico -ha i baffi pare da sempre- Bertoli è un eroe dei drogati. Ama gli animali, i cani soprattutto, come sua mamma, più delle persone, più del padre -che non si sa dove sia.
Perché questa bizzarra ambientazione? Quanto è reale (visto la location campana) e quanto immaginaria (vista la popolazione mutante)?
Reale, molto reale, l’ambientazione. Perché la realtà dei paesini è bizzarra e anche suggestiva. È tutto buffo anche, la gente si fa i fatti propri finché non le rivolgi la parola. La solitudine che c’é a tratti nella vita di tutti è magnifica! È come essere tutti invisibili e altre volte è come essere tutti vampiri e altre ancora è come essere gli ultimi sulla terra. Così, in questa condizione di “fuori dal mondo”, chi decide di farsi del male se lo fa. Narrativamente, è un bel teatro di posa, c’é campo libero per l’azione. Infine, dopo che hai capito quanto siamo strani -prendi l’aspetto fisico confrontato alle razze animali-, è solo questione di rappresentarci in modo estremamente diverso, e così hai i mutanti.
Perché l’idea di inserire un personaggio storico in ogni numero? Chi saranno i prossimi?
Per sembrare intelligenti va bene come risposta? Siamo onesti: Bertoli è una riscrittura delle conoscenze che facciamo noi autori, persone di bassa istruzione, lavorando a esso, che in pratica studiamo la storia scrivendo un’altra storia e man mano impariamo dei personaggi della politica e della letteratura italiana, cose che ai tempi dei licei non gli dai valore -per dirne una, impariamo che il poeta Virgilio, antagonista di Bertoli nel numero zero e nei prossimi, era chiamato Parthenias, cioé verginella, ed era amante di un certo Sirone, cioé era un omosessuale-, e così scriveremo di noti personaggi storici, ma poiché siamo un po’ alunni indisciplinati, li renderemo antipatici e cattivi, li manderemo all’inferno e poi li resusciteremo, revisionati e reinventati secondo nuove credenze. Ed ecco che è già pronta alla resurrezione una certa Anita Garibaldi.
Vuoi essere dei mille?
Se ti droghi vai all’Inferno. E allora? Che male fai? Sappi che ogni mille anime di drogati morti l’Inferno vomita sulla terra un malvagio essere sovrannaturale dotato di facoltà magiche, un “Fuoriporta”. Vuoi essere tu quello che fa mille?
Chi è MARCO BERTOLI?
Un eroe dei drogati, in un paese campano di mezzi uomini e mezzi animali. Uno stregone vestito di giallo e di blu che pensa sempre alla sua mamma morta e ama i cani più delle persone.
Dove il sapere non arriva spunta la fantasia
Bertoli è un fumetto che non insegnerà niente a chi lo legge ma molto a chi lo scrive. Gli autori infatti, ammettendo di essere di bassa istruzione, man mano che scrivono le avventure dello stregone, si informano e imparano dei personaggi della storia politica e della letteratura italiana, ma poiché sono un po’ alunni indisciplinati, li rendono antipatici e cattivi, li mandano all’inferno e poi li resuscitano, revisionano e inventano nuove credenze. Un personaggio storico per ogni avventura: nel numero uno sarà il poeta Virgilio.
BERTOLI – Numero Zero.
di Domenico e Natale Lubrano
10 pagg. b/n spill. – 1,50 euro + spese di spedizione.
Disponibile da Giugno 2007
Riferimenti:
Per informazioni e ordinazioni: domenicolubrano@tiscali.it