Bambole vs. gatti assassini, fin dal titolo, omaggia quel filone del cinema horror splatter/demenziale che ha avuto il suo picco qualitativo negli anni ottanta e che ha avuto come maggiori rappresentanti Peter Jackson (“Bad Taste – Fuori di testa”) e Sam Raimi (la saga di “Evil dead“, in italiano “La casa“): storie grottesche, sanguinolente, ironiche e soprattutto senza limiti al cattivo gusto. Un sottogenere che col tempo è stato cannibalizzato e sfruttato fino a diventare la parodia di sé stesso, ma ancora poco esplorato nei fumetti.
L’opera di Thomas Mathieu, pur muovendosi secondo uno schema ampiamente sfruttato, risulta divertente e fresca e non si preoccupa di mostrare corpi dilaniati e morti orribili che culminano nel granguignolesco scontro finale. La storia, nonostante le 132 pagine, si dipana in maniera veloce e senza fronzoli, senza prendersi mai sul serio e sfruttando un’ironia che sfiora il nonsense. L’autore riesce a presentare una serie di personaggi che, anche se destinati a fare una brutta fine, risultano ben caratterizzati anche con pochi elementi.
Le tre “bambole” del titolo vengono tratteggiate come ragazze orgogliosamente superficiali, che da scream queen si trasformano in fredde assassine feline, ma pur sempre attente alla propria bellezza, sorta di maschera di guerra da cui trarre forza.
Le tavole ipercolorate dell’autore sono definite da un disegno sgraziato ma efficace e comunicativo, che pesca dalla tradizione underground americana; uno stile che rende grottesche anche le tavole più crude, riuscendo a stemperarne l’impatto violento.
Abbiamo parlato di:
Bambole vs. gatti assassini
Thomas Mathieu
Traduzione di Elena Orlandi
www.retinacomics.org
132 pagine, colori – gratuito