Sette anime dannate: a volte ritornano, in grande stile

Sette anime dannate: a volte ritornano, in grande stile

Tiziano Sclavi e Corrado Roi tornano nell'edizione di lusso di Bao Publishing di "Sette anime dannate", a ventiquattro anni dalla prima uscita.

bao-publishing-dylan-dog-sette-anime-dannateEra il 1992 quando Sette anime dannate fu pubblicata per la prima volta sulle pagine dello Speciale #6 di Dylan Dog. Oggi, a distanza di ventiquattro anni, la stessa storia di quel lontano luglio torna in un’edizione di lusso curata Bao Publishing a ricordarci i fasti dell’inquilino di Craven Road.

Frutto della penna di Tiziano Sclavi e delle chine di Corrado Roi, non c’è da stupirsi se l’albo in questione ha conquistato fin dalla prima uscita un posto d’onore nell’affetto dei lettori: la micidiale architettura narrativa costruita dal papà di Dylan prende forma in quella mostruosa del castello che accoglie la vicenda, con la sua ridondante struttura innaturalmente innalzata verso il cielo, in un impossibile e diabolico equilibrio.
Tra le sue mura ripugnanti si consuma un gioco al massacro perpetrato ai danni di sette invitati, uno dei quali, naturalmente, è il nostro eroe.

Una storia esplicitamente ispirata ai Ten Little Niggers di Agatha Christie, qui tradotto alla lettera con Dieci piccoli negretti, in cui le sale dell’orrido maniero ospitano una serie di efferati delitti e, nonostante i maggiordomi abbondino, nessuno di essi è l’assassino. Anzi, gli ossequiosi servitori altro non sono che inquietanti burattini, parimenti zelanti nel servire la cena quanto nell’allestire catafalchi funebri per le vittime che si accumulano pagina dopo pagina.

Ce ne sarebbe già abbastanza per un godibile impianto orrorifico, se non fosse che Tiziano Sclavi non è un autore avaro di ingegno. Alle suggestioni delle dinamiche del giallo e delle ambientazioni del gotico letterario, il prolifico sceneggiatore aggiunge un denso intreccio di rimandi e citazioni, dall’iconografia sacra all’immaginario del cinema espressionista, passando per la Bibbia e l’autocitazione.

sette_anime_dannate

Così il Canto di Natale di Charles Dickens convive con i topoi più classici del cinema horror, dalla fanciulla artigliata dai rami ai lampi che squarciano la notte, senza dimenticare i sette vizi capitali, il Vecchio Testamento, Il senso della vita dei Monty Python e il Dellamorte Dellamore dello stesso Sclavi, al tempo non ancora trasposto sul grande schermo ma già presente in forma di romanzo. Un insieme eterogeneo di elementi che l’autore ricompone in un puzzle riuscito, con la medesima abilità con cui il suo alter ego burattinaio tesse la ragnatela per le proprie prede-marionette, costringendole a danzare al ritmo di una macabra filastrocca.

Le illustrazioni di Corrado Roi impreziosiscono l’albo con i contrasti di luce e ombra che i fan dell’Indagatore dell’Incubo hanno imparato ad amare fin dall’inizio della serie.
Qui Roi ha buon gioco nell’incastonare le sue figure slanciate tra le paradossali geometrie del castello o nell’opporre l’espressività dei personaggi al ghigno meccanico delle marionette, doppelgänger presaghi di morte comandati da mani invisibili.
Giochi di specchi, punti di vista deformanti, tavole oblique e altezze vertiginose sono i caratteri di un espressionismo che incontra in Roi il suo interprete ideale, dal tratto raffinato e dal bianco e nero scevro da compromessi, capace di un’inquietudine sottile e pervasiva.

dylan_dog_-_sette_anime_dannate_variant_edition_65959Attraverso le sue chine, il castello stesso si fa personaggio, come un’entità malefica che non concede zone franche né punti di riferimento, anzi sembra mutare e distorcersi, dischiudendo corridoi claustrofobici, occultando trabocchetti insidiosi e spalancando botole insospettabili.

Ribadire o discutere il valore di un’opera come Sette anime dannate, soprattutto a distanza di tanti anni, poco aggiunge alla fama già raggiunta dall’albo originale del 1992. Più interessante è rileggerla alla luce del mutato universo di Dylan Dog, soprattutto dopo il recente cambio di direzione della serie. Oltre a disinnescare meccanismi e situazioni ormai sclerotizzate – uno su tutti il tramite di Bloch come onnipresente garante e lasciapassare- e all’intenzione di attualizzare il contesto, dalla più rilevante presenza tecnologica all’estrazione multietnica dei nuovi comprimari, i cambiamenti dell’ultima fase hanno cercato di recuperare i caratteri più autentici e originari della creatura di Sclavi. Quel Dylan Dog meno perfetto e più controverso, che non si limita a non pagare le bollette ma non ci pensa neanche due volte a sputare in faccia all’emissario di Dio o a mettere da parte scrupoli e idiosincrasie davanti alla prospettiva del buon sesso occasionale.

In Sette anime dannate il rapporto di amore/odio tra Dylan e Maria diventa addirittura il pretesto per una satira feroce della vita di coppia, grottescamente distorta in un letale gioco erotico di reciproco annientamento.

Ma anche senza scomodare l’estro spesso geniale di Sclavi, la forza del primo Dylan Dog era proprio nell’incarnazione di un anti-eroe propriamente definito, coerente nella sua anarchia, irriducibile portatore di dubbi piuttosto che di soluzioni. Aspetti che con il tempo la serie aveva ammorbidito, smussando gli angoli e le ambiguità per trattenere un anticonformismo romantico più blando e stereotipato. La speranza è che il cambio di rotta non finisca col ripetere l’errore, eleggendo la facciata a etichetta della trasformazione, ma accompagni le novità a un serio ripensamento delle storie e della possibilità di rielaborare o problematizzare sintomi e tensioni contemporanei.

Per quanto riguarda il nuovo volume, l’edizione è ben curata e comprensiva di un’intervista a Corrado Mastantuono, autore della cover variant a colori che ritrae Dylan con un suo doppio in versione pupazzo di legno. In calce al volume è presente anche un QR-Code, espediente comune alle riedizioni BAO, con cui la casa editrice mette a disposizione materiale aggiuntivo in versione digitale a corredo degli albi ripubblicati.
In questo caso, fotografando il codice è possibile leggere l’epilogo scritto e disegnato da Sclavi e Roi alcuni anni dopo l’uscita della storia. Una gustosa appendice che riporta il nostro sul luogo dei delitti per un definitivo faccia a faccia con la Morte.
Ma non aspettatevi una partita a scacchi.

Abbiamo parlato di:
Dylan Dog- Sette anime dannate
Tiziano Sclavi, Corrado Roi
Bao Publishing, gennaio 2016
144 pagine, cartonato, bianco e nero – 18,00 €
ISBN: 8865435054

3 Commenti

1 Commento

  1. paolo ArmitanO

    13 Aprile 2016 a 11:29

    Capolavoro che meritava di essere ristampato in versione stra-curata!

  2. Giuseppe

    14 Aprile 2016 a 15:21

    Solo di una cosa mi lamento: potevano aggiungere l’epilogo come pagine extra invece che come contenuto digitale.

Rispondi

Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *