In occasione del Napoli COMICON 2025 abbiamo avuto occasione di partecipare sabato 3 maggio 2025, insieme a colleghi di altre testate, a un press cafè con il maestro Boichi, ospite di punta della Star Comics alla manifestazione. Di seguito riportiamo le domande poste (con nome e testata di riferimento) e le relative risposte. A conclusione viene riportata anche qualche altra piccola informazione proveniente da un evento pubblico cui Boichi ha preso parte.
Press Café con Boichi
Gianluca De Angelis: Modererò questo incontro e farò una breve introduzione del maestro Boichi, anche se non ce n’è particolarmente bisogno. Un’artista incredibile, mi piace pensare a lui quasi come un ingegnere, bilanciando estro e precisione. Grande appassionato di fantascienza, ha spaziato tra generi e stili diversi. La sua notorietà è esplosa con Sun Ken Rock nel 2006 (edito in Italia da J-Pop fra il 2007 e il 2017, NdR) e soprattutto nel 2017 con Dr. Stone, edito da Star Comics e presente al Comicon anche con una versione variant del volume 17. Qui al Comicon presentiamo Super String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse, opera disegnata dal maestro, che uscirà ufficialmente il 6 maggio, sia in edizione variant che regular. È un’avventura di un giovane Marco Polo che finisce in un mondo dove eroi di varie dimensioni fanno la guerra alla Terra.
Vorrei partire proprio da questo: il maestro ha lavorato a tante opere, alcune proprie, ma anche di altri, anche parecchio distanti fra loro… pensiamo ad esempio a One Piece o Terra Formars (entrambe edite in Italia da Star Comics, NdR): qual è la differenza maggiore fra il dover disegnare un’opera scritta da altri rispetto a quando si ha il totale controllo sul proprio lavoro?
Prima di tutto, io sono felicissimo sia di lavorare a opere mie – in cui mi occupo del processo di creazione della storia oltre del disegno – sia a opere create da altri artisti. Per quanto riguarda i miei lavori, mi approccio scegliendo il genere che preferisco in quel momento. Nel caso invece delle opere ideate da altri cerco di aderire e adattarmi allo stile del creatore originale: sono molto felice di partecipare a progetti del genere ma devo chiaramente produrre dei disegni che si abbinino al gusto dell’autore originario. Pensate ad esempio a com’è stato lavorare con artisti del calibro del maestro Oda, l’autore di One Piece: è un momento felice non solo per i lettori, ma anche per me che ho avuto la possibilità di partecipare a un progetto del genere!
Marco Righetti (AnimeClick): Per quanto riguardaSuper String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse: su cosa ha prestato particolarmente attenzione nel reinterpretare in chiave grafica il personaggio di Marco Polo, essendo stata una figura importante storicamente per Oriente e Occidente?
Marco Polo fa parte di un multiuniverso creato dalla YLAB1, quindi graficamente è stato fatto un lavoro che ha consentito al personaggio di aderire al gusto di questo multiverso. Tuttavia, ho usato riferimenti storici soprattutto per creare il padre di Marco Polo, Niccolò. Dal momento che il Marco Polo del mondo reale è andato in Cina, ho usato alcuni elementi storici come il wok cinese e il coltello, che sono dettagli che lo caratterizzano e rappresentano degli elementi storici. Pur essendo un webtoon, la serie è pensata per il pubblico del genere shonen, questi due elementi – storicamente accurati – vengono quindi utilizzati come armi di cui il personaggio dispone nel corso della storia.
Andrea de Lise (Lo Spazio Bianco): In merito alla tua carriera, com’è stato da coreano entrare nel mercato giapponese e, soprattutto, che consigli daresti agli artisti europei che vogliono percorrere la tua stessa carriera? Che ne pensi, inoltre, del fenomeno euromanga?
Buongiorno, sono davvero grato per questa bellissima domanda: il suo contenuto è uno dei motivi per cui sono arrivato qua. Per me è prima di tutto un onore lavorare in Giappone, perché sono un fumettista e il mercato giapponese è estremamente ampio e di grande successo. Parlando da autore posso dire senza alcuni dubbio che sia stata una delle esperienze più belle della mia vita. Questo anche perché i lettori giapponese hanno un ruolo nel processo editoriale e una certa riverenza per noi mangaka. Nel complesso, quindi, questa esperienza mi rende molto felice. Per rispondere alla seconda domanda, invece, in merito al fenomeno dell’euromanga… io vengo dalla Corea, e se sono riuscito a pubblicare io con Shonen Jump perché non dovrebbero riuscirci anche autori di altri paesi? Questo è un tema che mi è caro sin dall’inizio della mia carriera, sin dalle mie prime pubblicazioni, e voglio cercare di creare uno contesto in cui i fumettisti mangaka provenienti da varie parti del mondo possano ritagliarsi un proprio spazio: vorrei quindi che si potesse parlare di un mercato del manga globale. Ieri sera ho ricevuto questa rivista in regalo ed è stato il momento più bello della giornata2. L’ho sfogliata e mi è piaciuta molto. Questi artisti, queste opere, per gli italiani hanno un significato, no? Questa rivista è il fiore all’occhiello del mio sogno: così come i manga giapponesi sbarcano in Italia, spero che questa rivista e che i manga italiani possano sbarcare in Giappone! Grazie mille!
Marlen (ScreenWEEK): Vorrei ricollegarmi alla prima domanda, ovvero sul com’è lavorare su opere di altri autori, e soprattutto volevo focalizzarmi su tre opere che secondo me sono emblematiche: Chianti’s Last Supper, uno spin-off di Detective Conan con protagonista il personaggio del maestro Aoyama; il secondo è lo spin-off Dr. Stone reboot: Byakuya, scritto da lui; e, infine, The Marshal King, edito attualmente su Jump Plus, opera di sua completa ideazione e della quale scrive la sceneggiatura. Può parlarci un po’ di queste tre opere, della loro concezione e di come è stato lavorarci?
Per quanto riguarda l’approccio fra originale e spin-off, nel caso di Dr. Stone ho utilizzato tutto ciò che ho imparato in Shonen Jump dal maestro Riichirō Inagaki, ma a differenza della serie principale ho usato di più il mio stile. Invece nel caso di The Marshal King, o anche di Super String, ho cercato di utilizzare tutta l’esperienza accumulata in Shonen Jump e non solo, tutta l’esperienza e l’ispirazione accumulata dalle influenze di altri artisti. Soprattutto Super String è stato davvero impegnativo – una sfida – perché è stato pubblicato sia prima come webtoon e poi anche in cartaceo, su rivista e quindi poi su volume, quindi due piattaforme diverse.
Quindi quando montava la tavola pensava immediatamente “ok, questa sul web la faccio così, mentre in cartaceo la farò così”?
Sì, infatti ho fatto numerose ricerche su come impostare la tavola. Inquadratura orizzontale per la pubblicazione su rivista, inquadratura verticale per il webtoon.
David Caballero (Gamereactor): Cosa ne pensi della diffusione degli anime in Occidente grazie alle piattaforme streaming e qual è la tua opinione sulle differenze, per quanto minime, fra l’adattamento anime di Dr. Stone rispetto al manga?
Secondo me, da fumettista, il successo all’estero del manga è un fenomeno naturale. Ma in che senso è un fenomeno naturale? L’obiettivo principale del manga è quello di intrattenere: è divertente e presenta una varietà di generi immensa. Questa grande varietà può attrarre sempre più pubblico, e anche i lettori stranieri possono scegliere e spaziare fra i vari generi. Ad esempio, nella rivista che vi ho mostrato prima c’è anche una storia BL3: perché non potrebbe essere popolare anche in Europa? A seconda delle proprie preferenze si può scegliere quale fumetto leggere. Per quanto riguarda le differenze fra i due media di Dr. Stone posso dire che l’anime ha tante caratteristiche da cui posso imparare e che posso riportare nei miei disegni: guardare il manga che prende vita aumenta la mia performance, mi ispira.
Valerio Stivè (Fumettologica):Considerando che nei tuoi fumetti più riusciti il world building è molto importante, molto riuscito e personale, volevo chiedere: dove trovi ispirazione? Quali sono le opere che più ti ispirano, anche al di fuori del fumetto?
Partiamo ad esempio da Super String: in quest’opera io ho cercato di metterci tutto ciò che ho imparato dalla mia esperienza artistica, dalle opere che ho visto, dagli artisti che ammiro. Nel caso di Dr. Stone ho inserito nell’opera ciò che ho studiato nella mia carriera universitaria, quindi la scienza, la fisica. Invece per The Marshal King, un’opera che aderisce al genere del western all’italiana, ho usato come riferimento i film di Sergio Leone, e mentre ci lavoro ascolto le opere del maestro Ennio Morricone. Quindi i riferimenti sono vari, cambiano a seconda dell’opera e del genere.
Francesco Ianni e Angelo Giannone(X-traCult) : Volevamo chiedere il tuo approccio al creature design, dato che è più raro vederti disegnare creature rispetto agli esseri umani, mentre nella tua ultima opera sono presenti sin da subito.
Per quanto riguarda le creature mi ispiro a film come Alien e Predator. Un’altra importante forma di ispirazione sono le creature abissali. Tendo comunque a mantenere sempre una base umana come punto di partenza per le mie creazioni.
Incontro con il pubblico
Oltre al press cafè, sempre sabato 3 maggio abbiamo avuto modo di assistere a un evento pubblico del maestro Boichi, moderato da Sommobuta all’interno della Sala Hiroba.
In quest’occasione il maestro Boichi ha ribadito l’amore per la cultura italiana, e ha parlato molto soprattutto della cucina del Belpaese, che ama particolarmente: ha persino dichiarato che la bistecca alla fiorentina è la miglior carne del mondo. Ha aggiunto che ha due regole auree, non fumare e non bere, ma in queste cene a Napoli si è concesso qualche bicchiere di vino in accompagnamento ai pasti. Ha inoltre parlato di Dante Alighieri, di cui in passato ha letto la Commedia che per lui è stata una grande fonte di ispirazione: e consiglia a chiunque di leggerla, soprattutto per capire in qualche modo sé stessi e i propri talenti.
Parlando dei suoi maestri ispiratori, ha citato il maestro Osamu Tezuka; ha raccontato di aver incontrato il giornalista Luca Raffaelli, e lo ha emozionato incontrare qualcuno che ha avuto modo di incontrare una delle sue ispirazioni e intervistarla.
Si è speso anche molto sul metodo di disegno: con il Covid ha affermato che c’è stato un grande cambiamento di metodo, ampliando l’uso di strumenti digitali. Lui, tuttavia, cerca quanto più possibile di mantenere un tratto pennellato e naturale anche con il disegno in digitale.
All’evento era presente anche Sanghyuk Lee, rappresentante di YLAB e quindi dello sceneggiatore di Super String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse. Oltre ad aver parlato un po’ del progetto multiversale, dei numeri del gruppo e della sua volontà di espandersi in altri paesi, il signor Lee si è mostrato grande appassionato dello stile di disegno del maestro Boichi e, soprattutto, della sua opera Sun Ken Rock. Ciò ha stupito il maestro stesso, e l’opera è diventata un argomento ricorrente dell’evento fra l’ilarità generale.
Il Super String Universe di YLAB è un franchise con un concetto simile al Marvel Cinematic Universe in cui personaggi, eventi e organizzazioni di diversi Webtoon esistono all’interno dello stesso universo ed eventi e personaggi spesso si incrociano fra loro. ↩
Qui si riferisce a Manga Issho, la prima rivista di euromanga che coinvolge, tramite diversi editori, opere di autori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, ↩
Boys Love, un genere di manga che tratta storie d’amore fra personaggi maschili. Più raramente è conosciuto come yaoi e in Cina come danmei. ↩