di Paola Barbato e Nicola Mari
Sergio Bonelli Editore, feb. 2006 – 98 pagg. b/n bros. – 2,50euro
Paola Barbato ha una marcia in più? Non lo so. Le prove della scrittrice sono ormai di un certo numero, ma ancora non riesco a trovarle una collocazione nella recente evoluzione di Dylan Dog. Anche perché, forse, ancora è presto per parlare di evoluzione in una serie che, orfana di Sclavi, sembra galleggiare in uno stagno poco profondo. Spiccano di più le poche, interessanti prove di Medda che quelle di Barbato. Eppure il suo Dylan, come quello di questo L’ultimo arcano, mostra una personalità e una coerenza psicologica rilevante. Insomma, è un Dylan che si riconosce come vero, seppure diverso dagli altri. Un lavoro di “appropriazione” del personaggio che piace e convince e che nessun altro autore sembra avere il coraggio o la voglia di fare. La trama di questo numero è prevedibile ma ben condotta. E convince molto più di altre prove recenti Nicola Mari, i cui disegni, ormai lontanissimi da Mignola, appaiono più espressivi, efficaci e inquietanti di un tempo. Insomma, un numero ben fatto, che non delude, ma che non riesce a mettere entrambi i piedi fuori dallo stagno. (Guglielmo Nigro)