D.R.U. – Direzione Risorse Umane: in viaggio sulla freccia “noir”

D.R.U. – Direzione Risorse Umane: in viaggio sulla freccia “noir”

Alcuni dei temi e delle situazioni più classici del noir interpretati da personaggi di oggi, cinici, meschini e violenti ma allo stesso tempo banali e comuni. Un racconto di genere puro che non concede pause.

Sono oramai diversi anni che si sente parlare dei (o delle, la questione è dibattuta) graphic novel, anche se spesso non si capisce bene dove stiano i confini di questa tipologia di fumetto. Con il medesimo termine, infatti, sono indicati indifferentemente sia semplici raccolte in volume di sequenze di albi, sia opere che nascono con l’ambizione di avvicinarsi ai romanzi tradizionali per complessità di intreccio e profondità di contenuti. Spesso capita anche che certa critica riconosca l’onore di romanzo grafico soltanto a quelle opere che trattano argomenti generalmente considerati alti, come la Storia con la S maiuscola, la critica socio-politica contemporanea o (auto)biografie più o meno sofferte; non importa se alcune di queste opere risultano involute ed elementari dal punto di vista della sintassi fumettistica, quello che conta è che raccontino temi inusuali per le strisce e lontani dai generi più classici.

Volumi come D.R.U., uscito in Francia nel 2004 per Casterman, rappresentano quindi dei piacevoli diversivi a questo trend, in quanto facilmente identificabili in un genere preciso senza particolari pretese intellettuali o smanie di originalità: il noir, frequentato innumerevoli volte anche da scrittori e da registi, sebbene raramente con la medesima efficacia nelle pagine disegnate.
La storia scritta da Thierry Jonquet (1954-2009, autore di oltre 20 romanzi) è impostata in maniera semplice e diretta, i personaggi sono delineati chiaramente e la trama, per quanto abbastanza prevedibile, risulta comunque avvincente e invita il lettore a proseguire rapidamente verso la conclusione.

Un treno per Parigi in ritardo e semideserto, la notte, un balordo uscito di galera e la sua vistosa compagna, tre amici su di giri in viaggio per un matrimonio e due colletti bianchi che lavorano come tagliatori di teste nelle grandi aziende: questi gli ingredienti della sceneggiatura, che mantiene quasi subito le promesse di tensione, violenza claustrofobica e impossibilità di salvezza già evidenti dalle prime vignette.

Il segno di Jean-Christophe Chauzy (classe 1963, attivo dal 1988), si rifà alla tradizione del suo paese, sebbene ogni tanto facciano capolino elementi più fortemente espressivi che ricordano un po’ Jose Munoz. Il suo tratto risulta estremamente leggibile, soprattutto nei volti dei protagonisti, delineati con abilità e forza, che spiccano in un contesto sporcato dal buio e dalle ombre, quasi come se gli ambienti fossero oscurati dal fumo di una vecchia locomotiva. Non si evidenziano soluzioni grafiche particolari o tavole costruite in modo bizzarro, e tuttavia il ritmo delle vignette segue perfettamente quello della sceneggiatura, restituendone al meglio le atmosfere chiuse e angoscianti.
Non convincono del tutto le metafore sociali e la figura del vecchio dirigente sembra un po’ forzata, ma sono piccole sbavature che non compromettono l’insieme.


Abbiamo parlato di:
D.R.U. – Direzione Risorse Umane
Thierry Jonquet & Jean-Christophe Chauzy
Traduzione di Giuseppe Peruzzo
Q Press, 2009
56 pagine, bianco e nero, brossurato – 11,90 €
ISBN 978-88-95374-10-9

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