Dopo Dampyr #300, l’ultimo curato da Mauro Boselli, in cui venivano tirate le fila di molte delle sottotrame intessute a partire dagli esordi della serie nel 2000 dandole una sorta di conclusione, e Dampyr #301, che appariva con tutta evidenza un one-shot celebrativo (probabilmente per il venticinquennale della collana, che peraltro non ci risulta sia stato ricordato in alcun modo), Dampyr #302 sembra dare ufficialmente inizio al “nuovo corso” della testata sotto la curatela di Gianmaria Contro (che ne firma per l’appunto la sceneggiatura) e costituire quel nuovo starting point voluto dalla direzione di Via Buonarroti per rilanciare il personaggio.

Sotto certi aspetti la storia sembra mantenere la continuità con la gestione precedente, ad esempio nell’aderenza all’attualità, con l’efficace raffigurazione di Detroit come necropoli spopolata e trasformata in “zona di guerra” alla stregua della Sarajevo di Dampyr #1, ma anche nei dialoghi non edulcorati, nei toni adulti e nella violenza grafica ed esplicita, anche se il pedale pare più schiacciato sull’horror-splatter che non in precedenza.
Tuttavia, Contro sembra tracciare anche delle nuove coordinate: innanzitutto si tratta di uno dei rari numeri in cui Harlan agisce in solitaria – dei comprimari storici c’è solo una fugace apparizione di Caleb Lost –, in secondo luogo la continuity è praticamente assente e non da ultimo vengono introdotti dei nuovi antagonisti, i vampiri mutati ghoul, che sono apparentemente in contraddizione con il canone della serie (secondo il quale i vampiri che non riescono più a trovare cibo vanno in quiescenza).
L’operazione più personale Contro ci pare realizzarla con la sceneggiatura, che quasi in opposizione a quella che era la prosa densa e letteraria di Boselli, ha un ritmo veloce e serrato, con inquadrature dal taglio cinematografico (come quelle riprese dall’alto di pag. 34), stacchi di montaggio molto rapidi e dialoghi secchi e incisivi, e sembra guardare alle serie televisive di ultima (o penultima) generazione (come American Horror Story) o ai film della Blumhouse, rischiando in alcuni tratti di apparire derivativa. Sicuramente dei tempi narrativi diversi da quelli a cui era adusa la collana, indubbiamente obbligati anche dalla minor foliazione.
La parte grafica è affidata alla new entry Alfredo Orlandi, una delle matite storiche di Martin Mystère. La sua prova nel complesso non ci è sembrata del tutto convincente, peccando sia nella raffigurazione del protagonista (il cui volto è spesso ripreso dalle pose di Ralph Fiennes in Strange Days) che nella rappresentazione del desolato e degradato paesaggio urbano da ruin porn di Detroit, decisamente poco evocativa.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #302 – Detroit Street Blues
Gianmaria Contro, Alfredo Orlandi
Sergio Bonelli Editore, maggio 2025
80 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,90 €
ISSN: 977159000204050302

