Basta poco per rendere noiosa una lezione di storia antica o di arte classica e le ragioni di ciò non risiedono soltanto in una distanza puramente temporale o fisica di luoghi ed eventi, quanto nel racconto spesso impersonale che descrive uno spazio disabitato o popolato soltanto da grandi folle (il che, spesso, conduce al medesimo risultato). Quello che, al contrario, rende le storie della saga de Le 7 Meraviglie tutt’altro che noiose è proprio la scelta di una prospettiva interna a un piccolo gruppo di personaggi, che riporta il tempo a scorrere dentro i luoghi immortali del mito.
Anche in questo secondo capitolo, infatti, le vicende leggendarie, riportate o riadattate, di queste antiche “megastrutture” costituiscono soltanto lo spunto narrativo per altre storie di più modesta natura, ma non meno intriganti. Così sul Faro di Alessandria comincia l’indagine del comandante Kiostrates, chiamato dal suo principe a risolvere un intricato delitto, che si mostra sin da subito un tassello di un mistero ben più complesso. Ugualmente, il Tempio di Artemide a Efeso diventa l’obiettivo delle mire criminali di Abder Fenice, a capo di una banda di ladri dell’epoca, determinato a trafugare il famoso tesoro che il santuario racchiude al suo interno.
A differenza degli episodi precedenti, questa volta non si tratta di racconti narrati in prima persona da uno dei protagonisti, e probabilmente ciò contribuisce a rendere meno approfondita la loro caratterizzazione: se ancora il personaggio di Kiostrates, fedele al suo sovrano ma con dubbi crescenti in merito alla bontà di una cieca obbedienza come la sua, vede una minima evoluzione nel corso della vicenda, lo stesso spazio non è dato alla squadra di truffatori capitanata da Abder, abbozzati appena nei loro ruoli predefiniti.
Nonostante ciò, le trame mantengono l’impostazione del volume precedente, rendendo gli spazi della leggenda più che semplici ambientazioni. Difatti, se i dati storici (o talvolta, pseudo-storici) sono spesso piegati nella direzione del racconto che Luca Blengino costruisce, ciò avviene all’interno di un’invenzione narrativa che mantiene al suo centro la “meraviglia” che dà il titolo all’episodio: non si tratta, pertanto, solo di sfondi rimasti come pretesti, ma di veri e propri fulcri narrativi. Prova ne è il fatto che la descrizione del monumento in questione non si conclude mai nelle prime pagine della storia, quando questo è mostrato in tutta la sua imponenza: riusciamo ad avere il quadro completo della struttura e della sua funzione solo alla fine del racconto, quando alcuni particolari prima omessi ci vengono rivelati, spesso dai “cattivi” di turno. In tal senso, lo schema narrativo risulta ripetitivo per alcuni elementi comuni a questi ultimi episodi, che però nell’insieme di ogni storia risultano ben assemblati.
Per il primo racconto, Tommaso Bennato, come lo sceneggiatore, mostra chiaramente di aver condotto uno studio approfondito delle fonti storiche, ricostruendo con abilità e dovizia di particolari non solo l’aspetto esteriore dell’enorme torre di Alessandria, ma anche l’ingegnoso montacarichi che ne consente l’ascesa o gli interni ariosi della biblioteca della città.
In linea con gli artisti del precedente volume, il disegnatore arricchisce le sue tavole con ampie panoramiche volte ad abbracciare edifici incredibili, scorci arditi e paesaggi estesi, mentre la costruzione dinamica della narrazione, grazie ai continui cambi di inquadrature attorno ai personaggi, contribuisce a non rendere statiche le numerose scene di dialogo. La stessa carica di realismo e accuratezza non presenta invece il disegno di Antonio Sarchione, più sintetico nella descrizione degli sfondi, spesso semplicemente monocromi, e maggiormente a suo agio con i primi piani dei personaggi.
Abbiamo parlato di:
Le 7 Meraviglie # 2
Luca Blengino, Tommaso Bennato, Antonio Sarchione
Edizioni Star Comics, febbraio 2015
112 pagine, brossurato con alette, colori – 13,00 €
ISBN: 9788869201653