Caduta nel baratro dell’adolescenza: “Sospeso”

Caduta nel baratro dell’adolescenza: “Sospeso”

Giorgio Salati e Armin Barducci realizzano per Tunué “Sospeso”, una graphic novel intensa, a metà tra reale e fantastico, che parla di pubertà, crescita e bullismo in un contesto realistico come l’Italia di provincia degli anni Novanta.

Martino, detto Marty, è un ragazzino timido e introverso nell’Italia degli anni Novanta, che frequenta le scuole medie tra lezioni, pomeriggi a farei compiti con il proprio amico, contrasti con la madre, la prima cotta e i bulli che lo tormentano in quanto secchione e “sfigato”.
Un’esistenza ordinaria e difficile, dalla cui routine sembra impossibile fuggire, senonché Marty ottiene in maniera tanto improvvisa quanto misteriosa, alcuni strani poteri, in particolare quello di fermare il tempo con il tasto “pause” del suo walkman.

Giorgio Salati affronta con Sospeso il tema del bullismo sotto un’ottica differente da quella che ci si potrebbe aspettare, e lo fa creando un protagonista complesso e stratificato che nel corso della vicenda cambia sotto ai nostri occhi.

L’elemento fantastico che viene introdotto a un terzo dell’opera rischiava di rappresentare un’arma a doppio taglio, un modo fin troppo facile per rendere metaforicamente l’argomento e forse per prendere le distanze dagli aspetti più duri della questione, ma lo sceneggiatore lo usa invece in maniera raffinata per confondere le acque e lasciare sempre il lettore con il dubbio sulla natura delle scena a cui sta assistendo.
Non serve infatti arrivare in fondo alla graphic novel – quando si comprende meglio il significato di questi poteri – per verificare come questo escamotage narrativo serva a mostrare il possibile lato oscuro della vittima.

È quasi punk come concetto: la rivolta degli afflitti. Una volta che Marty capisce di avere doti fuori dal comune e come funzionano, inizia ad alzare la testa e a sfogare alcuni suoi istinti come mai aveva potuto fare fintanto che era rimasto rinchiuso nel suo ruolo di emarginato primo della classe.
Marty si scopre preda delle proprie pulsioni, di un certo individualismo e di una latente cattiveria che fuoriesce improvvisa dopo anni di repressione. È come se il ragazzino fosse una specie di vaso di Pandora, che ha ingoiato umiliazioni e paura per molto tempo, fino a risputarli fuori alla prima occasione, come una molla caricata a rabbia e senso di impotenza.

Naturalmente l’operazione di Salati non è né un ridimensionamento del problema del bullismo né tantomeno uno scantonamento della questione, ma semmai un’ottica più concreta e cruda sulle sue conseguenze per la quale, come altre forme di violenza, tende a riprodursi attraverso i comportamenti delle vittime stesse. Proprio perché i bulli prendono di mira solitamente gli anelli più deboli del loro microcosmo, persone quindi che possono avere già difficoltà più o meno lievi di integrazione e comportamento, tale clima di vessazioni tende ad acuire lo stato della vittima, con conseguenze gravi non solo per lui ma anche per chi gli sta intorno.

In questa prospettiva, il bullismo in sé non è nemmeno il punto centrale della trama, ma uno degli elementi che la compongono. Il fulcro del fumetto è Marty, la sua vita, i suoi problemi, la sua testa.

Quest’ottica fa sì che Sospeso non sia propriamente un’opera rivolta ai più piccoli, ai coetanei dei protagonista: il tema li riguarda da vicino, ma il modo complesso e senza sconti con cui Salati ha deciso di trattarlo lo rende più adatto a far riflettere lettori adulti, che possano sentirsi maggiormente sensibilizzati di fronte a una problematica che può sfociare in situazioni davvero drammatiche e irreparabili.

Del resto, anche la scelta di un’epoca ormai distante – vent’anni dall’oggi – contribuisce a una minore immedesimazione nei dodicenni contemporanei e invece a un maggior coinvolgimento di chi negli anni Novanta aveva l’età di Marty.

Dal punto di vista strutturale, la suddivisione della storia in quattro atti, ciascuno contraddistinto da una colonna sonora di 3-4 canzoni, risulta una scelta particolarmente vincente. La musica ha un ruolo primario all’interno dell’opera, dal momento che Marty non si separa mai dalle sue musicassette, dalle quali ascolta vari pezzi di quel periodo: le canzoni inoltre dettano il ritmo della vicenda, considerando che la loro scelta non è mai casuale ma incornicia, per il significato dei testi, i passaggi narrativi in cui sono presenti e l’umore del protagonista, costituendo anche in questo caso un canale privilegiato con i lettori adulti, in grado di riconoscerle e ricordarle.

L’accuratezza di Sospeso nella rappresentazione della vita quotidiana dei personaggi cede in alcuni passaggi. Se momenti come i pomeriggi a fare i compiti e le situazioni familiari di Marty vengono restituiti in modo credibile, le ore a scuola e il linguaggio dei compagni di classe appaiono un po’ troppo artefatti e quindi meno riusciti. Piccole sbavature che non intaccano troppo l’atmosfera generale in cui si snoda la vicenda, verosimile quanto basta.

Armin Barducci ai disegni porta uno stile dal sapore underground: il tratto non è morbido ma anzi utilizza spigolosità e linee spezzate che, dai capelli di Marty ai volti di alcuni comprimari come la madre e la ragazza di cui è innamorato, comunicano durezza e asperità.
Questo non significa che le vignette appaiano statiche: in alcuni, studiati momenti, il disegnatore sa conferire al protagonista la necessaria plasticità, soprattutto nelle scene dal sapore onirico vissute dal personaggio, dove anche la colorazione contribuisce a staccare rispetto alle altre tavole e comunicare istantaneamente al lettore che siamo in una zona narrativa differente da quella ordinaria.

In altre occasioni, invece, pur rappresentando il ragazzo in situazioni piuttosto dinamiche, Barducci mantiene un approccio poco fluido, mostrando movimenti meccanici e indulgendo sulla scena quasi come un fermo-immagine.
Si tratta di una scelta funzionale al racconto: il protagonista si sente in più occasioni “intrappolato” nella sua quotidianità, mentre con l’evolvere della trama è il resto del mondo a bloccarsi grazie al suo superpotere. L’estetica di queste tavole rispecchia queste sensazioni, oltre che accentuare la gravitas di alcuni passaggi ben precisi della storia.

Nel mostrare luoghi quali le strade di periferia e il cortile antistante la scuola, il disegnatore accentua poi un segno sporco, con edifici tristi e squadrati e i compagni di classe caratterizzati da volti sgradevoli e corpi tozzi.
Per alcuni comprimari questo stile – che può ricordare in parte, tra le altre influenze, il cartone animato Daria – presenta però a volte delle esagerazioni anatomiche non molto calzanti, e anche i movimenti degli “attori in scena” appaiono a tratti stranianti, spesso privi di linee cinetiche ma evidenziati da una sorta di lampi che circondano l’azione.

Sono approcci votati a rendere anche nel disegno quell’aspetto disturbante che si respira in più occasioni, specialmente con il procedere della lettura, attraverso facce grottesche o dai tratti esasperati così come tramite uno scarso dinamismo dei personaggi.
Le poche splash-pages – giustamente dosate – sono di grande impatto, e in particolare quella che rappresenta il punto di rottura interno di Marty tramite i cocci di uno specchio in frantumi visualizza graficamente in maniera efficace un’idea particolarmente evocativa.

Sospeso è quindi un lavoro complesso e drammatico, che riesce a parlare direttamente alla coscienza del lettore presentando una storia crudelmente normale, nella quale l’elemento fantastico trova una contestualizzazione tale da non smorzare il tenore del racconto, ma anzi da rilanciarne le istanze più grottesche fino al culmine della parabola narrativa.
Qualche ingenuità presente non indebolisce il risultato finale, accompagnato coerentemente da un disegno fatto di linee nette e trancianti, dove non c’è spazio per nessuna rotondità o abbellimento, proprio come nella trama.

Abbiamo parlato di:
Sospeso
Giorgio Salati, Armin Barducci
Tunuè, maggio 2018
165 pagine, brossurato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788867902552

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