Un amore così grande. “Ballata per Sophie” di Melo e Cavia

Un amore così grande. “Ballata per Sophie” di Melo e Cavia

Filipe Melo e Juan Cavia raccontano la vita e le sofferenze di un talentuoso musicista nel loro ultimo lavoro edito da Tunué.
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Scrivere e raccontare storie d’amore non è una cosa semplice al giorno d’oggi. Ne abbiamo viste/lette/vissute (direttamente o indirettamente) tantissime, in ogni salsa e con ogni tipo di condimento. Raccontare una storia d’amore appassionante è diventata una vera sfida per chi scrive o vuole fare il narratore. Ma c’è, naturalmente, ancora chi – per fortuna – ci prova. E come si fa? Il trucco è far sì che la vicenda amorosa sia al centro del racconto, ma possa essere intervallata anche da altro materiale narrativo; che possa essere celata e svelata solo in alcuni momenti decisivi; che possa raccontare qualcosa non solo della coppia, ma anche del mondo che la contiene. Che possa essere insomma una storia d’amore che leghi a sua volta altre storie d’amore, di fratellanza, di solidarietà e di attenzione verso il prossimo.

Questo è quello che in buonissima parte prova a fare Ballata per Sophie, il nuovo lavoro di Filipe Melo e Juan Cavia. Perché prima di ogni cosa, questo racconto di vite al limite, di esistenze sofferenti e (solo in apparenza) prive di prospettive e ragioni per andare avanti è un racconto d’amore. Amore per l’appunto a tutto tondo: per un altro essere umano, per un altro essere vivente, per la vita, per la musica, amore dato e ricevuto, amore (non sempre) corrisposto. La vicenda ha a che fare con Adeline, una giornalista stagista, che si presenta alla porta dell’ex pianista Julien Dubois con il desiderio di conoscere ogni dettaglio della vita di quello che fu un tempo un talentuoso musicista. Nonostante l’iniziale riluttanza, Julien gradualmente inizia a condividere i momenti cruciali della sua vita, narrando una storia che parla di guerra e pace, rivalità e amicizia, gioia e dolore, oltre a svelare segreti e verità ancora nascoste.

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Quello che Julien affronta è un percorso nel quale deve fare i conti con la Seconda guerra mondiale, con il mondo stritolante dello show business musicale, con i fantasmi e i demoni del suo passato: la rivalità con il fenomenale pianista Franҫois Samson, il rapporto infelice con la madre, quello conflittuale con il suo agente, per poi passare infine all’incapacità di accettarsi e svelare completamente a se stesso i confini del proprio desiderio. Quello con cui Julien combatte per tutta la vita è infatti da una parte l’impossibilità di essere completamente se stessi, dall’altra le condizioni per le quali è necessario accettare compromessi. Ma ecco che sbuca all’improvviso l’amore: quello per la ballerina Anne-Marie Landrain, ma anche per tutti gli incontri più importanti che Julien fa nell’arco dell’esistenza, a cui è legato da affetti sinceri, che si è costruito perché voleva che fossero tali e non perché imposti da qualcuno o qualcosa.

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Non è un caso che le pagine centrali del testo siano proprio quelle in cui Julien trascorre la sua prima notte con Anne-Marie, quello che appunto sarà l’amore della sua vita. Sono pagine intense, nelle quali l’attenzione del lettore si focalizza sulla scena anche grazie al cambio di colore sia delle tavole sia degli spazi bianchi. Questi ultimi infatti diventano completamente neri, come a voler immergere lo spettatore nel buio della notte, ma anche per far sì che ogni vignetta abbia una intensità e una temporalità più estese, così da scandire il più possibile gli istanti illustrati. Dentro le tavole invece il colore vira al rosso: la passione aumenta infatti con il passare del tempo trascorso assieme all’amata Anne-Marie e l’immersione nel colore è qualcosa che amplifica la percezione dell’innamoramento e dell’effettiva purezza e sincerità di quest’ultimo. Questo modo di trattare il colore è un aspetto che ritornerà durante tutto il racconto ed è un uso molto efficace che Cavia mette in scena per dare intensità soprattutto alle sensazioni e alle impressioni di Julien, ma anche a quelle degli altri protagonisti delle vicende narrate.

Se la scrittura naviga in un mare di emozioni e cerca di gestirle anche con soluzioni formalmente utili a risparmiare l’uso di dialoghi superflui, lo stile del disegno si esprime attraverso un tratto fatto di sinuosità spigolose: da una parte culla il lettore, guidando gentilmente il suo occhio tavola dopo tavola, dall’altra cerca di incastrarlo tra le figure e i volti lievemente allungati dei personaggi, che diventano il modo con cui si prova a renderli ancora più memorabili ed efficaci nel rimanere impressi nella mente di chi legge.
In definitiva Ballata per Sophie è un ottimo lavoro, un’opera che conosce bene il rischio del sentimentalismo e dimostra come sia possibile sfuggirgli, rimanendo in un regime di delicatezza e dolcezza intelligentemente dosate.

Abbiamo parlato di:
Ballata per Sophie
Filipe Melo, Juan Cavia
Traduzione di Ada Milani
Tunué, 2024
320 pagine, rilegato, colori – 23 €
ISBN: 9788867905584

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