Opera rivoluzionaria? Capolavoro? Niente di tutto questo. Wanted è un divertissement che strizza troppo l’occhio al lettore per essere paragonato a opere revisioniste come Watchmen. In primo luogo perché temiamo di poter affermare con certezza che di Alan Moore ce ne sia uno solo, e in secondo luogo perché non è la migliore opera in assoluto dell’abile scrittore scozzese Mark Millar [1]. Authority e Ultimates sono senz’altro di una spanna superiori.
Questo fumetto fa parte dell’ambizioso progetto Millar World: nel dicembre 2003 vennero annunciate quattro nuove collane firmate da Millar, prodotte per quattro editori diversi, accomunate appunto dall’etichetta Millar World. Oltre a Wanted (per la Top Cow), del progetto facevano parte Chosen (Dark Horse), quattro one-shot per la Image Comics (in attesa di pubblicazione) e The Unfunnies per la Avatar Press (attualmente sospeso).
Di questi lavori quello che ha riscosso il maggior successo, è proprio Wanted. La serie è andata esaurita e ristampata a grande richiesta dalla Top Cow. Senz’altro parte del merito è dovuto ai disegni sontuosi di J.G. Jones [2]. Lo stile plastico, iperrealista di Jones riempie le sue tavole dense di virtuosismi grafici.
Le vicende contenute nel volume narrano di Wesley Gibson, un ragazzo di 24 anni che conduce una vita insignificante, che non lo soddisfa. Lui non lo sa ancora ma il mondo vive dal 1986 sotto il dominio dei supercriminali, che coalizzandosi sono riusciti ad annientare non solo i supereroi, ma anche il loro ricordo. Ora si crede siano solo personaggi dei fumetti. Scopre in modo violento ed improvviso che suo padre era un supercriminale dei più violenti, feroci e temuti quando quest’ultimo viene apparentemente ucciso in una trappola appositamente architettata. Per lo spaesato Wesley si aprono le porte di un mondo di cui ignorava l’esistenza. Reclutato dalla belle e letale Fox, con cui ben presto finirà a letto, incomincia il suo addestramento da supercriminale. E scopre in fretta che tutto questo gli piace. Soldi, potere, ragazze e impunità sono quello che ha sempre desiderato senza saperlo. In un intreccio piuttosto complesso, attraversato da una lotta intestina fra supercriminali per il dominio del mondo e la sua gestione, si scoprirà alla fine che è tutta una trama ordita dal padre per riparare al male fatto al figlio consegnandogli potere e gloria, che comporteranno un grande prezzo finale da pagare.
Wanted è in bilico sulla sottile linea che divide i capolavori dagli ottimi fumetti, spesso e volentieri confusi gli uni con gli altri da recensioni, giudizi e pubblicità troppo entusiastiche. A parer mio resta dalla parte degli ottimi fumetti. Non ha nemmeno le prerogative che hanno fatto di Ultimates e Authority i capolavori di Millar, ma riesce a intrattenere piacevolmente in modo intelligente. Non dice nulla di nuovo, non aggiunge interpretazioni “revisioniste e decostruzioniste” come invece lo scrittore riesce a fare soprattutto in Authority, ma ciò che racconta è divertente e scorrevole. Il punto di forza della sceneggiatura sono, come sempre nel caso di Millar, dialoghi frizzanti e solide caratterizzazioni di personaggi eccessivi, che molto probabilmente piaceranno a Quentin Tarantino. In più proliferano citazioni e riferimenti, spesso irriverenti, a personaggi “esistenti”, soprattutto del cosmo DC a quanto pare. Una battuta su tutte rende l’idea dell’umorismo nero e citazionistico che pervade le atmosfere di Wanted; Mister Rictus (l’antagonista principale), dopo aver ucciso a sangue freddo un uomo e una donna, testimoni involontari e inconsapevoli di una delle sue tante efferatezze, lasciando in vita loro figlio, sentenzia:
…Con un po’ di fortuna, passerà i prossimi diciotto anni ad allenarsi per vendicare quei due idioti, così avro’ un nemico interessante da combattere quando saro’ vecchio.
Millar sembra davvero divertirsi un mondo a citare una “concettualità” da action-movie sia hollywoodiano sia nello stile del cinema di Hong Kong: si veda la scena del massacro alla base dei supercriminali con le didascalie che lo accompagnano e lo stile narrativo adottato.
Segnaliamo ancora, quello che, a giudizio di chi scrive, è un clamoroso buco nella trama e al tempo stesso una scelta ragionata di sceneggiatura. Proprio nella soluzione della vicenda, cioé l’apparizione del redivivo padre di Wesley, non viene data una spiegazione convincente. Anzi viene decisamente tirata via. Vediamo morire chiaramente e inequivocabilmente con un enorme buco in fronte il Killer (nome in codice di Gibson padre) e dopo ci viene detto (in un dialogo tra Gibson padre e figlio): «…Sei così fesso a credere a tutto quello che ti raccontano?». In effetti la spiegazione data al suo funerale (un cecchino che avrebbe sparato da due città di distanza!) è volutamente iperbolica, ma nel flusso degli eventi incredibili a cui stiamo assistendo risulta quasi naturale.E invece no. Dovevamo leggere con più attenzione…
Pare quasi che Millar, non troppo benevolmente, ci faccia l’occhiolino, dicendoci di non credere troppo a quello che leggiamo. Assunto che pare confermare nella chiusa della miniserie. Questi ammiccamenti sono simpatici, ma sono anche un punto di debolezza della storia che sembra proprio voler dire che in fondo si sta giocando senza tante pretese. Cosa che non appare minimamente nel già più volte citato Watchmen, ammesso e non concesso che il termine di paragone sia calzante. Ma è senz’altro il più diffuso.
Se di capolavoro in senso stretto non si puo’ parlare, bisogna dire pero’ che i disegni di J. G. Jones sono superlativi. Unico difetto è forse il rifarsi troppo a fotografie per i volti dei personaggi, il protagonista per esempio ricorda il rapper bianco Eminem, e la sua compagna Fox sembra essere ricalcata sul modello, anche di corporatura, del premio Oscar Halle Berry. Ma a parte questo sorvolabile difetto le sue tavole sono una gioia per gli occhi. Il tratto è nitido e piacevole, le anatomie sono perfette, lo storytelling chiaro e lineare, non c’é un dettaglio fuori posto. Merita completamente l’attesa (la miniserie in USA, di soli 6 numeri, è iniziata a dicembre 2003 e si è conclusa nel gennaio 2005!) che richiede ai suoi lettori per vedere il risultato finale delle sue fatiche.
Wanted resta certamente uno dei fumetti del 2005 (italiano) da leggere, ma senza attendersi illuminazioni o lezioni di semiologia metafumettistica. Millar diverte divertendosi. Non aspettatevi altro.
Note:
[1] Mark Millar: scozzese, è considerato uno dei migliori scrittori di supereroi in attività. Caratteristico delle sue opere è un’accentuazione di aspetti politici e crudi presi dalla vita reale. I suoi primi lavori sono in Inghilterra. In America inizia con la DC Comics, lavora su varie serie (tra cui Swamp Thing, Superman e Flash), per arrivare a sostituire l’amico Warren Ellis alle sceneggiature di Authority. La sua versione del gruppo è considerata da alcuni critici persino superiore a quella dell’illustre predecessore. Passa quindi alla Marvel, dove contribuisce al successo della linea Ultimate con la versione “politicizzata” dei Vendicatori (Ultimates) e viene scelto per il rilancio di Wolverine in coppia con John Romita Jr. continua a lavorare per la Marvel, pur non trascurando progetti indipendenti come il Millar World e un abbozzo di preproduzione per il film tratto da Wanted.
[2] Jeffrey G. Jones: prima di diventare un disegnatore di fumetti Jones ha insegnato pittura per alcuni anni. Scoperto da Jim Shooter nei primi anni ’90, debutta con la Defiant Comics e continua a collaborare con Shooter alla Broadway Comics. Incomincia ad essere conosciuto con una miniserie sulla Vedova Nera per la linea Marvel Knigths. Per la stessa imprint realizza, in coppia con Grant Morrison, Marvel Boy, che gli darà la fama. Nel 2002 disegna per la DC Comics, su testi di Greg Rucka, una graphic Novel di Wonder Woman (The Hikketeia). Non è molto prolifico a causa della sua lentezza, che ha causato anche ritardi nell’uscita degli ultimi tre numeri di Wanted, posticipati di parecchi mesi.
Riferimenti:
Scheda del volume sul sito Panini Comics
www.millarworld.tv, il sito personale dello scrittore scozzese (in inglese)
Scheda di J.G. Jones sulla Comiclopedia (in inglese)