Il quinto capitolo di Commanders in Crisis può essere definito di passaggio, un momento di pausa e ripensamenti necessario per riscoprire l’intimità e riflettere sui temi del cambiamento e della responsabilità. L’albo successivo, che segna il giro di boa per la maxiserie di Steve Orlando e Davide Tinto, ormai giunta a metà della sua corsa, conduce invece a un punto di svolta, a una presa di coscienza che porterà plausibilmente a quell’accelerazione nel ritmo di cui si comincia a sentire il bisogno.
Infatti, le pedine sono già state posizionate e, se è giusto che la sottotrama politica si alimenti gradualmente come avviene in questo dittico, altrettanto importante è che la perdita dell’empatia e il problema multiversale introdotti all’inizio del progetto vengano affrontati direttamente. Lo sceneggiatore statunitense dà risalto alla necessità di pensare prima di agire, da cui nasce la riflessione più interessante dei due episodi presi in esame: le idee e i concetti sono fluidi e si prestano a diverse interpretazioni, perciò bisogna tenere una mente aperta.
L’approccio più filosofico che pratico consente al disegnatore italiano di concentrarsi sull’espressività dei personaggi, in particolare quando si trovano a fare i conti con le emozioni più genuine o quando a parlare non sono le parole ma semplicemente i volti. A colpire è soprattutto la mimica dell’eroe Prizefighter, tanto forzuto quanto fragile. Ai colori Francesca Vivaldi dà man forte a Francesca Carotenuto nel sesto episodio, virando le tinte verso una minore brillantezza.
Abbiamo parlato di:
Commanders in Crisis #5-6
Steve Orlando, Davide Tinto, Francesca Carotenuto, Francesca Vivaldi
Image Comics, febbraio e marzo 2021
32 pagine, spillato, a colori – 3,99 $