Ecco una storia per quell'età di transizione e scoperte che dovrebbero essere gli anni delle scuole medie (e che l'ultimo rapporto della Fondazione Agnelli ci ricorda invece essere l'età dove le insufficienze della scuola annullano l'integrazione ottenuta dalle elementari). Essenziale nei temi e nello svolgimento della trama, efficace nel suo scioglimento, precisa nella scansione dei tempi narrativi e nella definizione delle scene e sintetica nel tratteggio dei personaggi.
Protagonista della storia è Olivia, dodicenne affetta da una forma di allergia estrema, che la costringe a una vita iper controllata, dove oltre al cibo e agli sforzi fisici deve fare attenzione anche alla colorazione degli abiti che indossa. È sostanzialmente emarginata sia dai compagni di classe sia dalle compagne del gruppo sportivo con cui si allena (nuoto agonistico). Suo unico amico sembra essere Leo, quinta elementare, che si sta preparando per l'esame di ammissione in prima superiore (saltando così a piè pari le medie). Non è mai scritto esplicitamente, ma si è tentati di pensare che nemmeno Leo sia perfettamente integrato con i propri compagni di classe. Unica occasione per sentirsi normale è il nuoto: per Olivia il nuoto è un momento di distacco dalla quotidianità, la piscina uno spazio dove trova la libertà che la patologia le nega.
In questo scenario, la trama si dipana a partire da un furto nella scuola di Olivia, che spinge lei e Leo a mettersi a caccia dei responsabili e della refurtiva: sarà proprio questa indagine ad aprire la boccia di vetro in cui la ragazza si sente costretta.
Dal punto di vista narrativo merita sottolineare la scorrevolezza del racconto e l'attenzione ai piccoli gesti, al non detto (soprattutto per quello che riguarda Leo) e la varietà di toni che Silvia Vecchini riesce a esprimere. Felice risulta poi la scelta di costruire un intreccio che ha al centro Olivia e non la sua malattia. La patologia è infatti un basso continuo che accompagna tutta la vicenda, un dato di fatto, che concorre a definire il personaggio di Olivia, ispirato alla figlia dei due autori (Cfr.: fiatosospeso.blogspot.com/p/7-domande-per-olivia.html), e le sue interazioni con gli altri, ma non è il centro della vicenda, che si occupa di altro: di problemi ordinari, di prove alla portata dei protagonisti, sebbene, per così dire, al limite superiore delle loro possibilità, secondo il più classico degli schemi del racconto di formazione giovanile; non so dire quanto sia realistica la banda di teppistelli, ma, in fondo, non è importante: la storia tratta della difficoltà di costruire i rapporti fra persone, non di delinquenza giovanile.
Da parte sua, Sualzo crea una messa in scena che valorizza ogni passo della vicenda, scegliendo una velocità pacata, che chiede e offre la possibilità di una lettura attenta ai dettagli e alle sfumature. Il ritmo della narrazione è costruito facendo interagire il tempo della scena e quello nella scena stessa. Per il primo, Sualzo sceglie l'unità minima della tavola: ogni scena ha cioè a disposizione almeno una tavola per dispiegarsi. Ma all'interno della tavola (secondo tempo) il disegnatore modula il ritmo tramite una variazione costante della griglia, funzionale a quella delle inquadrature, cosicché il dinamismo della scena è definito a livello di tavola, laddove le vignette hanno una definizione sostanzialmente statica (ad esempio: sono pressoché assenti le linee cinetiche). L'effetto dell'interazione fra i due tempi è che la fluidità dello scorrere del tempo di scena si comunica alle singole vignette, creando il movimento.
Questa attenta regia del ritmo è affiancato da una colorazione leggera, realizzata insieme a Giusy Capizzi, di per sé abile disegnatrice di storie per bambini: (giusycapizzi.blogspot.com) che diffonde attraverso le tavole un tono di conciliante rilassatezza.
Segnaliamo infine che in questo volume, come in altri della collana Tipitondi, manca un qualsiasi apparato redazionale, fosse solo una breve presentazioni degli autori, che a nostro avviso sarebbe opportuna, utile e doverosa, vista la cura editoriale che Tunué riserva a questa collana.
Nel caso specifico, chi fosse interessato a saperne di più, può consultare il blog di Fiato Sospeso: fiatosospeso.blogspot.com.
Abbiamo parlato di:
Fiato Sospeso
Silvia Vecchini, Sualzo
Tunué, 2011
128 pagine, brossurato, colori – 16,90€
ISBN: 9788897165248
Leggi l'intervista agli autori: www.lospaziobianco.it/45535-senza-fiato-chiaccherata-autori-fiato-sospeso
Contest
LoSpazioBianco e Tunué lanciano un contest dedicato a Fiato Sospeso: Tunué mette in palio una copia del suo ultimo graphic novel dedicato ai ragazzi, Fiato sospeso, terzo volume della collana Tipitondi, firmata e disegnata.
Per tutti i partecipanti, inoltre, un buon sconto del 15% da spendere sullo store Tunué. Scadenza concorso 31 marzo 2012.
Il link per partecipare è www.surveymonkey.com/s/sualzolospaziobianco.
Massimiliano Clemente
12 Marzo 2012 a 12:34
Ciao Simone,
grazie della bella recensione e del suggerimento finale.
La scelta di non inserire apparato redazionale deriva dal fatto che 2/3 delle opere finora inserite nella collana sono tradotte dal mercato francese, che come sai utilizza totalmente i sedicesimi di stampa per la storia, con per l’essenziale lasciato al paratesto.
Aggiungere un sedicesimi per inserire in struttura le note bio (con eventuale aggiunta di materiale extra) comporterebbe un aumento dei costi di stampa, con relativa ripercussione sul prezzo.
Noi preferiamo offrire un prodotto di alto valore narrativo/artistico e tipografico a un prezzo che è sempre sotto la media di prodotti simili attualmente in commercio.
A presto
Simone Rastelli
13 Marzo 2012 a 08:34
Gentile Massimiliano,
intanto, grazie per l’attenzione. La motivazione è solida e quindi niente da aggiungere. In effetti, si può ragionevolmente pensare che i profili critici o almeno ragionati siano materia per articoli su LSB e simili.
A presto.