Una Valle è un volume a fumetti che vede la luce in occasione del famoso “Magnus Day”, un giorno dedicato al grande Magnus, al secolo Roberto Raviola, che si tiene ogni anno a Castel Del Rio, la città di cui si innamorò e dove andò a vivere. La maggior parte del volume è ad opera di Giovanni Degli Esposti Venturi che purtroppo scomparve prematuramente lasciando il posto a una carrellata di grandissimi maestri del fumetto: Ruggeri, Delvecchio, Fontana, Bonfatti, Cortesi e Tisselli – che ne firma la copertina.
La storia è quella di Remo Liverani, un artista milanese dalle fattezze dello stesso Magnus, che riceve l’incarico dal proprio editore, di realizzare una serie di immagini della valle del Santerno da utilizzare per una pubblicazione. Si trasferisce a Castel del Rio il 13 novembre 1916, il giorno dell’inaugurazione della linea ferroviaria di Vallata, e qui si intrattiene fino al 1° settembre 1917.
Presentiamo un’intervista al curatore del volume, Gabriele Bernabei, a cura della redazione di Edizioni NPE.
A quando risale il tuo approccio al mondo del fumetto?
Avevo cinque anni, nel 1971, e non andavo a ancora a scuola. Non sapevo leggere ma sfogliavo i fumetti di Zagor cercando di capire le storie con l’aiuto dei soli disegni. Quando imparai a leggere, avevo già una discreta quantità di albi dello Spirito con la Scure da ripassare. Poi arrivarono Tex, Comandante Mark e Alan Ford. Una passione sempre in crescendo, passando per Lo Sconosciuto, La Compagnia della Forca, Mister No, Ken Parker, fino ad arrivare alle riviste contenitore degli anni ’80, che mi hanno fatto conoscere i grandi autori come Pratt, Toppi, Battaglia, Micheluzzi, Giardino e tanti altri…
Che ruolo ha avuto Magnus nella tua vita?
Magnus e Giardino erano gli autori che avrei voluto conoscere e la fortuna ha voluto che il primo venisse a vivere a Castel del Rio e che il secondo fosse il cugino di un mio vicino di casa. Ho conosciuto Roberto Raviola in terra alidosiana anche se il nostro rapporto non fu semplice, stante il fatto che lui si era trasferito nella valle del Santerno per tenere a debita distanza certi appassionati di fumetti, rompiscatole come me. Quanto dico è supportato dal fatto che le sue amicizie di quel periodo non avessero una grande cultura fumettistica. Posso affermare ciò perché conosco, da sempre e molto bene, i suoi amici dell’epoca. Per quanto riguarda me devo affermare che, in varie occasioni, con la sua arte, il Maestro è riuscito a tirarmi fuori dai guai.
Perché il Magnus Day?
Pur avendo tutti i difetti che può avere un collezionista seriale dell’opera di Magnus, io ho cercato sempre e soprattutto Castel del Rio e la Valle del Santerno nelle sue opere. Nel 2004 avevo raccolto copie e scansioni di molti suoi “disegni alidosiani”, realizzati per gli amici, e siccome si stava avvicinando il decennale della sua scomparsa me li ero riordinati, assieme ad alcuni aneddoti, con l’intento di realizzare una pubblicazione celebrativa. Con il mio menabò andai a trovare il sindaco dell’epoca, sebbene avessi già un editore interessato, perché ritenevo e desideravo che fosse l’istituzione a doversene prendere carico. Fu in quell’occasione che nacque il Magnus Day. Infatti le mie pressioni insistenti fecero sì che l’amministrazione comunale s’impegnasse in un doppio appuntamento nell’estate del 2006 e fu cosi che, domenica 2 luglio, si tennero un convegno sull’opera del Maestro e l’inaugurazione della mostra permanente in Sala Magnus, mentre il 3 settembre seguente, oltre alla mostra mercato del fumetto usato e da collezione, presentammo il mio libro intitolato Il pittore di Castel del Rio. La scelta del titolo fu degli abitanti della valle che, quando incontravano Roberto per strada, lo definivano in tal modo. Da allora ci siamo ripetuti ogni anno con cadenza pressoché regolare.
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