Le Storie #1 – Il Boia di Parigi, il Lato Umano della Morte.

Le Storie #1 – Il Boia di Parigi, il Lato Umano della Morte.

La storia di Charles-Henri Sanson, un uomo che abbandonò la vita per dedicarsi alla morte. La storia di un uomo che con le sue azioni (forse) cambiò il corso della storia francese.

Primo numero per la nuova collana Le Storie della Editore, ideata da e curata da Gianmaria Contro, strutturata per ospitare racconti auto conclusivi, ciascuno affidato  a un diverso team artistico1

Si comincia, in questo primo numero, con Il boia di Parigi, sceneggiato da e affidato alle matite di . Ambientato durante la Rivoluzione Francese, il volume racconta un periodo della vita di Charles-Henri Sanson (1739-1806), il cosiddetto boia di Parigi, membro di una dinastia di dispensatori di morte e personaggio dalla storiografia scarsa e dalla fama controversa, presentato a volte come un eroe del popolo, altre come un freddo macellaio.
La Barbato prova ad immaginare come Sanson abbia attraversato e reagito al periodo del Terrore: si badi bene, non siamo di fronte a una messa in scena del Terrore, ma al racconto di come un personaggio – sostanzialmente creato e non ricostruito – lo abbia attraversato. Sanson è il boia per antonomasia e serve professionalmente la Rivoluzione, il Terrore, il Comitato di Salute Pubblica, guidato da Robespierre, Saint-Just e Danton, così come aveva servito la Monarchia. La scrittrice cerca di dargli una personalità ben precisa e, sfruttando il vuoto che ruota intorno alla sua reale storia, lo identifica come un uomo comune che, suo malgrado, assurge a vero e proprio eroe del popolo mettendo da parte le cose in cui crede fermamente.

Ben strutturata la sceneggiatura della Barbato, abile nel raccontare una storia con “troppi” personaggi famosi, ma a cui riesce il non facile compito di concedere loro il giusto spazio e tempo. Protagonista e antagonista principali sono in ogni caso Sanson e Robespierre.
Proprio il conflitto tra i due rimane l'asse portante della vicenda che, pur mantenendosi appassionante, si sviluppa lentamente per tutta la parte centrale dell'albo, creando così una leggera ripetitività di situazioni, per poi sfociare in una resa dei conti convulsa e risolta fin troppo velocemente, che dà origine a un cambio di tempo di narrazione troppo marcato.
Sanson viene descritto come un uomo triste, malinconico, che crede ciecamente nel suo lavoro e, soprattutto, vede nella morte l'unica certezza ineluttabile della vita. Il boia è un uomo risoluto ma combattuto, che accompagna i condannati, senza alcuna distinzione di classe, fino al passo finale pregando, parlando con loro e infine concedendo loro una dignitosa dipartita.
Un personaggio talmente ben delineato che riesce facile entrare in empatia con i suoi dilemmi etici. Interessante anche l'immagine data di Robespierre, altro personaggio storicamente ambiguo (ancora oggi gli storici sono divisi sulla figura di estremista o idealista), personaggio dalla personalità spietata e quasi da “villain”, feroce nel tentativo di umiliare il protagonista con una serie di soprusi e un'eccessiva e studiata spettacolarizzazione del suo lavoro. Chiaro il messaggio che l'autrice lancia, tramite la figura allegorica e l'agire del suo Robespierre, sui rischi che un sistema di potere senza bilanciamenti e senza controllo può portare, pericolo che lo scorrere del tempo e l'alternarsi delle epoche non intaccano e che rimane ben radicato anche ai nostri giorni.

Magistrale il lavoro di Giampiero Casertano, che fornisce una delle sue migliori prove in assoluto con tavole precise, raffinate e minuziose, che trasmettono tutta la ferocia e il senso di smarrimento che attanagliava i protagonisti di quel particolare periodo. Il disegnatore, con i suoi tratti forti e decisi, con i suoi bianchi e neri contrastati perfettamente, imprime una forte impronta personale all'albo dando vita a un Sanson gigantesco e titanico ma al tempo stesso delicato e nobile; forte ma minato da una debolezza portatagli da una vita trascorsa accanto alla morte. Interessante notare come l'autore, in certe tavole, adotti uno stile che nell'uso dei volumi e nel tratteggio ricorda due grandi autori come e Magnus. Le copertine della serie, curate con un interessante effetto telatura, sono state affidate ad , un'altra grande firma del fumetto italiano. Il suo primo lavoro, seppur di buona fattura, risulta un po' statico e con un taglio decisamente troppo classico che ricorda i romanzi di cappa e spada degli anni '70.

Una partenza positiva per Le Storie, con un'avventura incalzante, emozionante e a tratti malinconica e commovente (le scene in cui Sanson conforta e rassicura i condannati sono veramente toccanti), con un protagonista che diventa immediatamente “amico” del lettore, grazie all'ottimo lavoro di caratterizzazione da parte del team creativo.
Un ultimo appunto. Il racconto della Barbato non pretende certo di essere storicamente attendibile e, dando per scontata la conoscenza dello scenario in cui si svolgono i fatti, inventa una ”storia” che prende a prestito alcuni personaggi famosi sui quali poi costruire, reinventare e riplasmare.
D'altronde, nell'ultima vignetta, anche Sanson si rivolge con fare complice al lettore, chiedendo

…non posso certo aver cambiato la storia.

Oppure sì? Questo sono Le Storie.

Abbiamo parlato di:
Le Storie #1 – Il boia di Parigi
Paola Barbato,
Editore, ottobre 2012
114 Pagine, brossurato, bianco e nero – € 3,50
ISBN: 9772281008006


  1. Per una panoramica dei primi 7 titoli, vi rimandiamo al nostro articolo: www.lospaziobianco.it/58347-storie-anticipazioni-anteprime

1 Commento

1 Commento

  1. loradelconto.blogspot.it

    24 Gennaio 2013 a 17:44

    ho molto apprezzato questo primo numero. La sceneggiatrice ha tirato fuori a sorpresa un prodotto davvero valido, a differenza di quanto finora ha partorito nei suoi precedenti lavori, che definirei bruttarelli. moltio buoni anche i disegni, che forse avrebbero meritato un formato più grande per rendere al melgio.

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