Spider-Man: la prospettiva di Sam Raimi

Spider-Man: la prospettiva di Sam Raimi

In occasione del terzo capitolo della saga cinematografica, un'analisi dell'approccio adottato da Raimi nella trasposizione filmica dell'arrampicamuri piu' famoso del mondo, basato sui primi due film di Spider-Man.

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Spider-Man ha debuttato sulla rivista Amazing Fantasy numero 15 nell’agosto 1962, per poi arrivare ad avere una testata propria nel marzo 1963 chiamata appunto The Amazing Spider-Man. Prima di diventare il personaggio di punta della Casa delle Idee, l’Uomo-Ragno deve combattere contro molte perplessità: l’editore Martin Goodman non è per nulla convinto che ai lettori possa piacere questo nuovo tipo di personaggio, pieno di problemi e di complessi. Ma Stan Lee è caparbio, ha investito molte energie nello sviluppo della sua idea “supereroi con superproblemi” e questo personaggio è forse quello che più di tutti rispecchia l’idea iniziale dell’autore. Il primo disegnatore del personaggio è stato Steve Ditko, ma la serie regolare era stata affidata a Jack Kirby.

869120-spiderman2Il pubblico risponde, e ancora oggi è Spidey l’eroe più amato dal pubblico americano. Nonostante l’immediata e duratura fortuna avuta sulla carta stampata, il personaggio non ne ha avuta altrettanta nelle sue versioni audiovisive. Si possono annoverare una serie televisiva del 1977, The Amazing Spider-Man, con protagonista Nicholas Hammond e una del 1978, Supaidaman, prodotta in Giappone, laddove esisteva peraltro una versione manga dell’Uomo-Ragno, affidata all’esperto Ryoichi Ikegami. A questo più che alla serie americana si rifà il telefilm nipponico. Comunque entrambi i prodotti risultano abbastanza scadenti.

A poco a poco i tempi si fanno più maturi, gli effetti speciali più convincenti e la Marvel cede i diritti per la riproduzione cinematografica del suo personaggio alla Sony. La regia viene affidata a Sam Raimi, un professionista partito dalle produzioni indipendenti, il cui primo film Evil Dead (tradotto in italiano, non con poca immaginazione, La Casa) è girato con un budget ridottissimo. Autore soprattutto di storie horror dalle venature grottesche, egli alterna a quella di regista anche le attività di sceneggiatore e produttore per la televisione. L’ottica dalla quale studia il supereroe tuttavia non è assolutamente cupa, ed egli applica, laddove ritiene necessario, diversi registri narrativi, ora da thriller, ora da love-story, cercando di rispettare la sceneggiatura e di sopperire alle eventuali ingenuità o mancanze. Secondo la maggior parte dei critici la sua è una regia accorta, che riesce a sottolineare i momenti di maggiore pathos senza pero’ risultare invasiva.
Da evidenziare come probabilmente la vera fonte di ispirazione per Raimi sia stata non la serie originale di Stan Lee, ma la rielaborazione operata da Brian Micheal Bendis sulla testata Ultimate Spider-Man, dove vengono rilette le origini del personaggio alla luce di nuovi codici narrativi. Una nuova organizzazione della tavola e delle vignette, un nuovo uso di flash-back e flash-forward, un ammodernamento del personaggio tout-court per andare incontro una nuova generazione di teen-ager cresciuti con il ritmo frenetico dei videoclip, ma ad ogni modo potenziali lettori.

Il film Spider-Man esce nel 2002. L’attore protagonista è Tobey Maguire, un giovane emergente e molto azzeccato nella parte. La protagonista femminile è Kirsten Dunst, attrice giovane ma molto esperta. L’antagonista è Willem Dafoe, perfettamente calato nella parte del perfido Goblin. La vicenda racconta di come lo studente Peter Parker sia stato morso casualmente da un ragno radioattivo ed abbia acquisito dei poteri eccezionali. Questo racconto si intreccia con la vita familiare di Peter (la morte dello zio), la vita amorosa (l’inevitabile triangolo con la ragazza e il migliore amico) e le conseguenze dell’incidente (uno scienziato divenuto psicopatico che vuole la sua morte).

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Le critiche sono buone ma non entusiastiche, comunque sia il film polverizza ogni record precedente incassando al botteghino la cifra record di 807 milioni di dollari. Pur non mancando delle incongruenze con il fumetto e rielaborando alcune scene a causa delle conseguenze dell’11 settembre, i fan restano più che entusiasti e attendono con ansia il secondo capitolo.

869120-spiderman2Spider-Man 2 viene distribuito nelle sale nel 2004, il cast è confermato in blocco, a parte naturalmente l’antagonista, e a Goblin succede il dottor Octopus (interpretato dall’inglese Alfred Molina). La storia vede Peter Parker alle prese con le difficoltà della sua doppia vita, tanto disilluso e preoccupato che pensa di porre fine all’esistenza del suo alter-ego Spider-Man, fino a quando l’avvento di un nuovo nemico, il dottor Octopus appunto, gli ricorda le sue responsabilità.

Pur non raggiungendo le vette del primo, anche questo film è un successo di critica e di pubblico. Allo stesso tempo rende più chiara la visione che Raimi ha del personaggio e del fumetto.
La traduzione dal linguaggio dei comics al linguaggio cinematografico, per il regista americano, non significa trasportare le scene o le sequenze dalla carta alla pellicola, ma interpretarle. Portare un fumetto sul grande schermo significa allora, capire i motivi che hanno portato alla sua nascita, comprendere i modelli archetipi a cui si fa riferimento, cogliere, in altri termini, il significato del fumetto e riportarlo in un nuovo linguaggio. Ad esempio, in questo caso, un fattore come la maturazione del protagonista che passa da oggetto di una serie frustrante di sberleffi e umiliazioni a paladino della giustizia è, anche per l’età del protagonista, una metafora di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Oppure quando in una delle ultime sequenze del primo film rifiuta l’amore della ragazza, perché dopo l’agguato teso da Goblin alla zia ha paura di mettere in pericolo anche lei, usando le parole con le quali lo zio, nume tutelare e figura paterna, l’aveva ammonito prima di morire. Peter ha compreso l’importanza del suo compito, non userà più i suoi poteri per combattere nelle arene e arricchirsi o per fare colpo sulle ragazze, dimostrando quindi di essere maturato.

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La concezione di Raimi sul rapporto tra i due linguaggi che si evince dal film, è quella di un autore che non trasporta le vignette come se fossero le inquadrature, ma cerca di capire il senso delle prime per trasportarlo nel secondo. In parole povere veicolare il messaggio da un mezzo a un altro.
A questo si deve far risalire probabilmente anche l’incredibile successo dei film. Raimi, da buon artigiano, ha costruito un prodotto coerente. Un film che parla dell’Uomo Ragno come se il fumetto non esistesse, come se fosse stato tratto da un libro o una serie televisiva. Ma questa è la sua forza in quanto gli appassionati di comic sono soddisfatti di fronte a un film che non snatura il personaggio e gli appassionati di cinema, più che dalla sostanza, sono attratti dall’intelligente maniera in cui questa è stata plasmata.

Riferimenti:
Marvel Comics: www.marvelcomics.com
Voce sul regista su Wikipedia in italiano: Sam Raimi
Scheda di Spider-Man su IMDB: Spider-Man
Scheda di Spider-Man 2 su IMDB:Spider-Man 2

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