In un futuro imprecisato ma prossimo, l’Inghilterra post-Brexit appare molto diversa rispetto a quella che conosciamo.
La società si divide in Corporazioni e Federazione: le prime costituiscono il motore produttivo del Paese, l’insieme delle varie imprese professionali, mentre la seconda è una specie di cartello criminale che coordina le molte bande di strada formate da cani sciolti e senza fissa dimora. Questi gruppi vengono coinvolti in sfide organizzate dalla Federazione dove affrontano gang rivali per conquistare denaro e fama.
In questo contesto conosciamo Nikolaj, un giovane ragazzo che non sa ancora cosa fare della sua vita, il quale fin dalle prime pagine incrocia la sua strada con una dodicenne tutta pepe, vestita alla marinara e munita di mazza da baseball chiodata: Wakaba (questo il nome della ragazza) lo contatta perché vuole arruolarlo nella banda che sta cercando di formare, i Neon Brothers.
Alice Berti, giovane fumettista con alle spalle diverse esperienze da illustratrice e il fumetto Arabelle & Pica, esordisce in BAO Publishing con una storia che ha il suo punto di forza in una buona costruzione dello scenario narrativo. L’idea alla base della graphic novel è infatti intrigante, pur nella sua semplicità e nel suo essere vagamente derivativa da opere come Hunger Games: immaginare uno Stato suddiviso in questa maniera fortemente dualistica offre infatti un terreno ricco di sviluppi stuzzicanti, che l’autrice sfrutta per inserire elementi interessanti sufficienti a dare dignità necessaria all’opera.
Di contro, lo sviluppo funziona un po’ meno bene: la struttura della trama è costituita sostanzialmente da un progressivo reclutamento dei membri del gruppo da parte dei due ragazzi, in modo un po’ meccanico, e una volta esaurita questa parte non viene dedicato molto tempo ai tanti scontri che la banda affronta, limitandosi a specificare che vincono sempre diventando star della Federazione ma facendolo accadere sostanzialmente fuori scena.
Sono però diversi i colpi di scena che nel terzo atto contribuiscono a vivacizzare il racconto. Il primo appare in realtà narrativamente gratuito: una spaccatura drammatica nella vicenda inserita quasi a voler commuovere il lettore a tutti i costi, incentrata però su uno dei personaggi meno interessanti del mucchio e per questo smorzata nel suo effetto drammatico.
Da una parte si comprende la necessità di inserire delle difficoltà nel percorso dei personaggi, altrimenti quasi esclusivamente vincente, dall’altro la soluzione che si è scelta per ovviare al problema risulta troppo facile.
Per quanto riguarda quanto accade verso la fine del racconto, invece, le rivelazioni presenti vengono gestite bene riuscendo a non apparire posticce e sono capaci di gettare una luce diversa su tutto quanto letto fino a quel momento, compresa l’ossatura stessa della società inglese di questo ipotetico futuro.
Si nota anche che, nonostante i Neon Brothers siano ben sei, Berti riesce a caratterizzare abbastanza bene tutti quanti, dando a ciascuno di loro un buon background, anche se come accennato poco sopra non tutti risultano affascinanti allo stesso modo.
Su tutti spiccano più che altro Nikolaj e Wakaba, che catalizzano in qualche modo tutti gli eventi e trascinano il gruppo: la fumettista si concentra chiaramente su di loro e ne trae due bei ritratti di esclusi, giovani che nel marasma della società e della propria vita non riescono a trovare la propria strada perché non vedono prospettive e guardandosi indietro nemmeno un base di partenza positiva a cui appoggiarsi per darsi slancio.
Per quanto riguarda i disegni, lo stile dell’autrice si rifà in parte all’onda alternativa o underground britannica, con richiami all’arte di Jamie Hewlett.
Il segno è molto pulito, fin troppo, ottenendo di conseguenza un’estetica a volte semplicistica per quanto riguarda l’aspetto dei personaggi, in particolare quelli secondari ma non solo.
Le figure umane appaiono spesso gommose nelle articolazioni, più squadrate invece per i corpi nel loro complesso, mentre maggior attenzione è riservata all’aspetto dei volti, perlomeno nei primi piani dei due protagonisti.
I personaggi sono il fulcro centrale delle vignette, dove poco spazio è dato agli sfondi che, quando visibili, risultano appena accennati mancando in questo modo di rappresentare quella che poteva essere la vera e propria co-protagonista della vicenda, questa Inghilterra immaginaria che invece si contestualizza solo tramite qualche grattacielo, pub e incroci stradali qua e là.
Per quanto riguarda la costruzione delle tavole si osserva un approccio perlopiù convenzionale nella suddivisione dei riquadri, non delimitati dalla consueta linea nera di contorno ma comunque nettamente separati dallo spazio bianco tra di loro. Abbondano le quadruple, soprattutto quando vengono rappresentate scene di combattimento corpo a corpo con pugni e altre mosse, e per sottolineare questi passaggi è piacevole notare come i bordi delle vignette perdano l’orizzontalità classica e si inclinino, per accompagnare corse e slanci verso gli avversari, insieme all’ampio uso di linee cinetiche.
Neon Brothers risulta una una lettura piacevole, che parte da un’idea ricca di potenzialità e arriva a un finale piuttosto intrigante, ma nel contempo inciampa nella parte centrale in cui lo sviluppo narrativo si dimostra carente e un po’ dispersivo. Ne risente l’atmosfera complessiva, anche per via di uno stile di disegno ancora in fase di costruzione della propria identità.
Abbiamo parlato di:
Neon Brothers
Alice Berti
BAO Publishing, 2020
192 pagine, cartonato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788832734072