Comunicato Stampa
Teatro Rebis e Maicol&Mirco presentano all’interno di Borgofuturo Festival
SCARABOCCHI
di Maicol&Mirco
terzo inizio
Sabato 4 luglio ore 21:30
Spazio Cinema_Ripe San Ginesio (MC)
Con Meri Bracalente, Sergio Licatalosi, Fernando Micucci
Scenografia: Cifone
Musiche: Maestro MAT64
Regia: Andrea Fazzini
INGRESSO LIBERO.
POSTI LIMITATI. MAX 50 PERSONE.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA.
programma completo: borgofuturo.net
Per info e prenotazioni: borgofuturo.net/eventi-borgofuturo-2015/teatro-rebis-e-maicol-e-mirco-scarabocchi
SCARABOCCHI nasce dallo scontro tra Gli Scarabocchi di maicol&mirco e il Teatro Rebis di Macerata. Borgofuturo 2015 ospita il gruppo di lavoro in una residenza che si concluderà con la terza anteprima dello spettacolo. Un terzo esordio, perché «questo spettacolo sarà sempre una prima, visto che la rappresentazione muta e vomita nuove scene in continuazione».
E poi, sempre dalle note di Maicol&Mirco: «Perché il teatro? Perché il teatro è la cosa più simile alla nostra esistenza. Uno spazio apparentemente enorme -in realtà minuscolo- dove le case, le piazze e i monumenti sono edificati con nient’altro che colla e forbici. Dove i vestiti disegnano i personaggi. Dove il sipario è ineludibile. Un mondo in cui se non hai un faro piantato in faccia è inutile parlare. Un mondo che ti dà il benvenuto col silenzio e ti congeda con un applauso. Un mondo dove chi paga per vederti e recitare è protetto da un buio fitto fitto. Un mondo dove il bis è una condanna vera e propria.»
Lo scarabocchio è un gesto brutale e rapido, che nasce sovrappensiero, una svista, un segno bruciato che rivela un’immagine irrazionale di sé, che ci si affretta a nascondere – o che si accartoccia e butta via.
Lo scarabocchio è il rimosso.
Suo luogo di appartenenza è il margine: gli angoli dei fogli vergini, il retro dei documenti, la verticalità delle pagine.
Scarabocchi sono i “trasparenti” della società, quelli che abitano la zona rossa, la zona proibita.
Il ritmo degli scarabocchi è dissonante, una fallimentare propensione alla melodia, è una danza che si vuole pudicamente tenere dentro ma che emerge beffarda come balbettio del corpo.
Lo scarabocchio è il non-detto delle frasi fatte.
E’ filosofia.
Di Maicol&Mirco su Lo Spazio Bianco