New Mutants
Uno dei film tra i più attesi degli ultimi mesi è certamente New Mutants, adattamento cinematografico sul gruppo di mutanti Marvel scritto e diretto da Josh Boone, del quale la Fox ha da pochi giorni annunciato un rinvio per una uscita nelle sale nel 2019. La pellicola riveste una importanza molto forte per il franchise degli X-Men in quanto è la prima a spostare l’attenzione e i riflettori su una nuova squadra di mutanti. Oltre a questo, il primo trailer ha già sancito una netta separazione nei temi e nelle ambientazioni rispetto a un normale film supereroistico, sottolineando una contaminazione horror che ha sorpreso e affascinato pubblico e addetti ai lavori.
In questi mesi, la campagna promozionale che la 20th Century Fox ha imbastito sul film diretto da Boone si è mantenuta su livelli molto soft, dimostrandosi interessante grazie a un marketing fatto di brevi promo focalizzati sui personaggi principali, ma piazzandosi però in una sorta di nicchia che potrebbe risultare non facilmente comprensibile a una fascia di pubblico non avvezza alla conoscenza dei fumetti.
Attualmente, l’uso dei social network è da un certo punto di vista uno dei punti di forza della campagna marketing del film, grazie al sapiente utilizzo di twitter e facebook con immagini e frasi che fanno perno su temi quali la paura e la diversità, ma potrebbe rivelarsi anche un boomerang nel riuscire ad attrarre più interesse.
Al momento, infatti, la pagina twitter ufficiale non va oltre gli 8400 follower e, nonostante l’inquietudine e il forte impatto di alcuni messaggi, non pare riuscire a scatenare una discussione social veramente radicata. L’hasthag inerente la pellicola non sembra al momento riuscire ad imporsi rispetto ad altre, e bisognerà quindi aspettare l’uscita di un nuovo trailer, e soprattutto vedere come sarà costruito, per capire il reale seguito di questo progetto, che resta comunque tra i più affascinanti degli ultimi tempi nel campo dei film tratti sui fumetti.
A dispetto di twitter, va nettamente meglio la pagina facebook del film, che al momento in cui scrivo è riuscita ad attrarre oltre 37000 persone e che, grazie al sistema delle condivisioni, ha un peso di attrattiva migliore e maggiore rispetto ad altri social network.
Come detto poco fa, bisognerà vedere in che modo il nuovo trailer riuscirà ad imporsi nei confronti del pubblico, e se la major americana deciderà se continuare una campagna promozionale basata su temi horror, o deciderà di deviarla in un ambito un pochino più supereroistico, salvaguardando al tempo stesso le tonalità del lavoro di Josh Boone.
Il drastico cambio della data di uscita, ora fissata al prossimo anno per evitare una sovraesposizione con Deadpool 2, dà alla Fox anche il tempo per ripensare meglio la campagna promozionale e renderla quindi più interessante e coinvolgente.
La Warner Bros. cambia pelle
Una delle notizie che hanno subito avuto un forte impatto a inizio anno, è stato l’annuncio dell’arrivo di Walter Hamada come nuovo supervisore dei film DC Comics all’interno della divisione DC Films, in seguito al non esaltante risultato avuto da Justice League al box office USA. La scelta di Hamada, che alla New Line ha rivestito il ruolo di direttore della produzione, è importante per alcuni motivi che potrebbero spingere la Warner Bros. a rivedere il proprio modo di concepire gli adattamenti sugli eroi della Distinta Concorrenza.
Uno dei fattori principali che ha spinto la Warner e Toby Emmerich a puntare sulla figura di Hamada è stato senz’altro l’ottimo lavoro di pre-produzione effettuato sull’atteso Shazam di David F. Sandberg, che ha visto la costruzione di un casting che, fin da subito, è riuscito ad attirare l’interesse di appassionati e non solo, un elemento che avevamo avuto modo di analizzare un paio di mesi fa. Oltre a questo, è evidente che l’obiettivo principale della major sia anche quello di contenere, piuttosto che limitare, i costi di produzione sui film in lavorazione, riuscendo comunque a renderli un successo al box office.
Quello dei budget troppo alti è un problema comune a Hollywood oggi giorno (e che non riguarda solamente la Warner), con costi decisamente troppo esosi su singoli film che non riescono in seguito a raccogliere profitto, rimanendo schiacciati dal peso del proprio apparato produttivo.
Proprio la New Line da cui proviene Hamada ha, negli ultimi anni, portato avanti una politica di uso sapiente dei budget, che ha visto proprio il futuro regista di Shazam al centro di alcuni progetti che, costati poco, si sono rivelati un successo al botteghino, senza dimenticare il recente It di Andres Muschietti che, con un costo di appena 35 milioni di dollari, si è rivelato un successo commerciale con ben oltre 320 milioni di incasso solamente negli Stati Uniti.
Una politica che segna un decisivo segno di svolta per la major, le cui scelte di produzione come quelle su Justice League con delle riprese aggiuntive che ne hanno fatto lievitare decisamente i costi condannandone l’exploit al box office, potrebbero lasciare il posto a decisioni che vanno incontro a un modo di pensare molto diverso rispetto al passato.
Black Widow
Nei giorni scorsi, l’annuncio dell’incarico alla sceneggiatrice Jac Schaeffer da parte dei Marvel Studios per scrivere un film standalone con protagonista la Vedova Nera, ha sollevato gli animi degli appassionati che da molti anni attendevano una pellicola che vedesse al centro la Natasha Romanoff interpretata da Scarlett Johansson. Ma questa decisione da parte della dirigenza Marvel, arriva in tempo?
La domanda sorge spontanea per una serie di motivi che sono stati posti in un interessante articolo di The Hollywood Reporter firmato da Graeme McMillan il cui titolo appare esaustivo: “Un film sulla Vedova Nera è in ritardo“.
Fin dal suo esordio in Iron Man 2 nel 2010, il personaggio interpretato dalla Johansson ha subito una importante evoluzione narrativa, che ha toccato il suo apice grazie alla scrittura del regista e sceneggiatore Joss Whedon, che nel primo film dedicato agli Avengers seppe concentrare sul personaggio una caratterizzazione decisamente forte e capace di attirare l’interesse del pubblico.
Da lì in poi, il personaggio ha rivestito una importanza sempre più forte a livello narrativo, costruendo una relazione mai banale con altri eroi quali Capitan America e, soprattutto, Hulk. Il problema, sottolineato da McMillan, è che nel frattempo lo spazio per un film sulla letale spia Marvel è stato occupato da altre produzioni.
Nel frattempo, lo spazio che un film su Black Widow avrebbe potuto occupare nel panorama della cultura pop è stato rivendicato da un paio di altri progetti. Atomica Bionda (2017) – a sua volta tratto da un fumetto, ndr – potrebbe aver occupato lo spazio nell’immaginario riservato all’epoca della Guerra Fredda, con l’inarrestabile Lorraine Broughton interpretata da Charlize Theron, mentre guardando il primo trailer di Red Sparrow – film con Jennifer Lawrence diretto da Francis Lawrence, ndr – sembra che la squadra creativa di questa pellicola abbia impazientemente aspettato un film sulla Vedova Nera e abbia deciso di crearne uno per sé.
L’articolo sottolinea anche un altro elemento decisivo. Con il contratto della Johansson conclusosi proprio con la realizzazione di Avengers 4, è lecito chiedersi se l’attrice possa optare per una estensione contrattuale con i Marvel Studios simile a quella effettuata dall’attore Robert Downey Jr. per la sua partecipazione a Captain America: Civil War e il recente Spider-Man: Homecoming, o se invece questa possa decidere di abbandonare il ruolo, permettendo a un altro personaggio di subentrare al posto della Romanoff. Dopotutto, un’altra Vedova Nera è esistita nell’Universo Marvel. Una ipotesi forse surreale, ma non così lontana da una possibile realtà.
The Number on Great-Grandpa’s Arm
Il prossimo 27 gennaio, negli Stati Uniti, la rete televisiva HBO trasmetterà The Number on Great-Grandpa’s Arm, un cortometraggio che combina spezzoni storici e animazioni dipinte a mano per raccontare storie di vita ebraica inell’Europa orientale prima e durante l’Olocausto.
Diretto e prodotto Amy Schatz, vincitrice di un Emmy, il cortometraggio è presentato da HBO in collaborazione con il Museum of Jewish Heritage – A Living Memorial to the Holocaust.
Il film inizia con Elliott, 10 anni, che chiede al suo bisnonno di 90 anni, Jack, il perché del numero che ha tatuato sul braccio. Ciò scatena una conversazione intima sulla vita di Jack che attraversa felici ricordi dell’infanzia in Polonia, la perdita della sua famiglia, la sopravvivenza ad Auschwitz e la ricerca di una nuova vita in America.
La storia viene percorsa attraverso documentari e filmati d’archivio, fotografie, oltre a sequenze di animazione realizzate dell’artista Jeff Scher.