La testata Panini Definitive Collection – dedicata alla raccolta delle migliori saghe a episodi apparse negli ultimi anni su Topolino – torna a occuparsi di Pippo Reporter, ciclo di storie ambientate negli anni ’30 in cui Teresa Radice e Stefano Turconi fanno agire un Pippo in versione cronista.
È in questo secondo volume sulla serie che si iniziano a notare quelle caratteristiche in futuro peculiari per questo microcosmo: una buona dose di poesia e malinconia e, in particolar modo nelle storie qui contenute, diversi riferimenti a fatti e persone realmente esistite tra gli anni ’20 e ’30.
Le trame diventano più “credibili”, le sceneggiature acquistano spessore anche grazie alla scelta di vedere i protagonisti a confronto con alcune stelle del blues e del jazz: vedere la controparte disneyana di Charlie Chaplin non può che rendere maggiormente sentite queste avventure, che si trovano a essere perfettamente inserite nel tessuto storico di riferimento.
Le storie
L’escamotage è poi sempre misurato, mai sbattuto in faccia: Chaplin, in Un ombrello, un cappello, un monello, non viene mai citato per nome né mostrato in volto fino alla fine, quando lo si vede nella pellicola che stava girando durante la storia, il celebre The Kid, nella finzione ideata dalla Radice nato grazie all’incontro con il nipote ladruncolo di un complice di Gambadilegno.
Agatha Christie sembra essere presente solo grazie alla pseudo-parodia del suo giallo Dieci piccoli indiani nella storia che ne fa il verso fin dal titolo, Dieci piccoli caimani. In realtà la scrittrice si scopre essere parte dell’intreccio stesso.
In Lezioni di volo compare Charles Dlingbergh, alias topolinesco del celebre aviatore Lindbergh: in questo caso la personalità storica viene usata in modo più marginale, lasciando spazio a un’avventura che vede un’intraprendente Minni al centro dell’azione e dove c’è pure la possibilità da parte della Radice di citare Plane Crazy, uno dei primissimi cortometraggi animati con Mickey Mouse e Minnie.
La storia che apre il volume, La perla del fiume, è quella che risente maggiormente dello schema impostato nei racconti precedenti, dove la trama prende le mosse da un colpo orchestrato da Gambadilegno e i suoi su incarico del losco Blackspot. Ma il ricorso anche qui a personaggi storici (musicisti come Danny Goodman e Louis Armostrong) e un’evoluzione importante nello status quo dei personaggi come il fidanzamento tra il sindaco Horace e l’indovina Claire Le Belle mostra chiaramente come le intenzioni dei due autori siano di sganciarsi da un’impostazione narrativa troppo rigida per poter esplorare, tramite gli occhi stralunati del loro Pippo, tutta una serie di storie e tematiche che possono spaziare su un ampio numero di argomenti.
Le storie
Teresa Radice dimostra assoluta padronanza del mezzo e dei personaggi: sa far riferimento alla propria cultura disneyana senza rischiare di essere additata come “attaccata al passato”, infatti la citazione a Plane Crazy risulta tutt’altro che invasiva e perfettamente integrata nella storia; sa omaggiare in un colpo solo le dinamiche dei corti d’animazione e del cinema muto nella storia con Charlie Chaplin, con una serie di tavole in cui si visualizza un buffo inseguimento tra Pippo e il ragazzino protagonista; sa adattare un romanzo che parla di una serie di omicidi muovendosi a suo agio all’interno dei paletti disneyani, costruendo una parodia credibile e riuscita del lavoro della Christie riuscendo nel contempo ad approfondire la caratterizzazione di un personaggio complesso come Blackspot, dandogli un animo insospettabilmente romantico, pronto a emergere ancora meglio in futuro in Estate a Green Pond.
La ripetitività che si poteva avvertire nel volume precedente viene ora meno, i personaggi sono maggiormente delineati e questo consente alla sceneggiatrice di far vivere loro avventure partendo da spunti sempre diversi. Il difetto che rimane, avvertibile leggendo le storie in sequenza, è forse la mole di parole che riempiono dialoghi e monologhi, cifra stilistica della Radice che può risultare più evidente in una raccolta di questo tipo.
Il personaggio
Sempre perfettamente compreso risulta invece Pippo nella sua mentalità: un lavoro di squadra tra le sceneggiature di Teresa Radice e i disegni di Stefano Turconi offre ai lettori il personaggio nella sua vera dimensione, non quella di un sempliciotto ma al contrario di una sorta di poeta, una persona perennemente sulle nuvole ma che proprio in funzione di questo riesce a vedere le cose da una diversa prospettiva, inaspettata e inusuale ma non per questo meno vera.
Pippo è quell’incrocio in cui ingenuità e svagatezza si incontrano per dare origine alla genuinità, e in Pippo Reporter questa considerazione non viene mai meno. La levità con cui il personaggio agisce è il fiore all’occhiello dell’intera serie.
I disegni
Turconi presta la matita a questa interpretazione pippesca nel modo migliore: non è un segreto che l’autore guardi molto all’animazione per esprimere la sua arte, e mai come per i personaggi Disney la strategia si rivela utile per capirne l’essenza. Il Pippo originario è quello che vive nei cortometraggi degli anni ’40, mosso da animatori come Arthur Babbit, e osservando le tavole di Turconi non si può evitare di trovare un diretto collegamento tra quella versione e la sua.
Il tratto del disegnatore è comunque indispensabile anche per altri tocchi di stile, quali gli abiti di Minni, sempre diversi di storia in storia e sempre ricercati, studiati, adatti alla circostanza e al lavoro che il personaggio sta svolgendo. Gli sfondi sono sempre dettagliati e precisi, e c’è una gran cura anche nel caratterizzare graficamente i personaggi secondari, mai anonimi grazie alle fattezze e ai movimenti, plastici ed energici.
L’edizione
Come nel primo volume dedicato alla serie, anche in questo le prime pagine sono riservate a un’intervista ai due autori, che approfondiscono le tematiche presenti nelle storie raccolte e accennano alle influenze raccolte durante lo sviluppo del progetto.
Le pagine tra un racconto e l’altro sono invece arricchite da bozzetti a matita o parzialmente colorati di Stefano Turconi, studi dei personaggi e di pose che restituiscono al lettore l’idea del lavoro dietro al prodotto finale, e che artisticamente non sono secondi al disegno finito. Accompagnati da alcune considerazioni di Teresa Radice sugli intrecci e sulle caratteristiche dei personaggi, costituiscono un “intervallo” gustoso e notevole.
Abbiamo parlato di:
Definitive Collection #7: Pippo Reporter #2
Teresa Radice, Stefano Turconi
Disney-Panini Comics, ottobre 2015
130 pagine, colori, brossurato – € 3,90
ISSN: 9 772384 993902 50007