Nel corso della 30° edizione di Romics, abbiamo incontrato Marco Gervasio, per farci raccontare come ha trasposto in parodia sulle pagine di “Topolino” una delle maschere più celebri della commedia dell’arte, il tradizionale Rugantino.
“Rugantino è una maschera tradizionale del teatro e del carnevale romano. È uno sfaccendato, un brontolone, un fanfarone ma anche uno ‘de core’ (un buono) come diciamo noi a Roma… Non ho avuto dubbi a pensare a Paperino per la sua interpretazione.”.
Ci racconta Marco Gervasio, matita e penna storica del mondo Disney, che stavolta ha fatto traslocare, piume e bagagli, la banda dei paperi da Paperopoli a Roma, la città dell’autore, per far recitare alla banda Disney il suo speciale “Paperugantino: commedia in due atti”.
Il titolo “Rugantino” ci riporta alla celebre commedia musicale (1962) di Garinei & Giovannini, un cult dell’intrattenimento leggero italiano, messa in scena nel tempo sul palcoscenico – al Teatro Sistina di Roma e poi in tutto il mondo – da attori del calibro di Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Lea Massari, Bice Valori, Enrico Montesano, Alida Chelli, Valerio Mastrandrea, Sabrina Ferilli, Simona Marchini, Massimo Mattioli, Enrico Brignano, Emy Bergamo, Michele La Ginestra, Serena Autieri, Antonello Fassari, Massimo Wertmüller e tanti altri.
Nell’ambito di Romics, il Festival Internazionale del Fumetto e dell’animazione della Fiera di Roma, il rimando parodistico è stato celebrato da un divertente incontro cui hanno preso parte Marco Gervasio, Michele La Ginestra – attuale interprete teatrale di Rugantino -, il direttore artistico della manifestazione Sabrina Perucca e il musicista Vince Tempera. Marco Gervasio ci tiene a chiarire che, però, la commedia musicale è stata solo una delle fonti di ispirazioni del suo lavoro:
“Per tanti motivi, era impossibile realizzare una parodia fedele a fumetti della commedia di Garinei e Giovannini. La mia è una storia burlesca originale che rispetta ed enfatizza i caratteri fondamentali del personaggio. In particolare mi sono rifatto alla grande tradizione della commedia dell’arte e del Carnevale romano.”
Così, assieme a Paperugantino, Gervasio traspone in versione Disney altre maschere romanesche come Don Pasquale dei Bisognosi e Meo Patacca, qui interpretati, per esempio, da Paperone e da Gastone. Il mix tra messa in scena grafica e messa in scena teatrale costituisce una delle caratteristiche espressive peculiari di questa parodia.
“Paperugantino è concepita come una piece in due atti, con ritmi e stili di recitazione da teatro e un numero di ambienti limitati, proprio come accade sul palcoscenico coi fondali.”.
Un’operazione particolare che ci ha ricordato la serie del Teatro Alambrah in cui, a suo tempo, Lello Arena, Francesco Artibani e Giorgio Cavazzano misero in scena, in forma disneyana, classici del Teatro come Miseria e nobiltà e Le Furberie di Scapino. D’altronde la parodia è un genere connaturato alla grande scuola italiana del fumetto disneyano.
“Basti pensare che quasi tutto è partito con L’inferno di Topolino”
Ribadisce Gervasio, dichiarando tutto il suo amore per il genere:
“Le grandi parodie fanno parte dei miei più bei ricordi di lettore. La forza dei personaggi Disneyani sta anche nel potersi appropriare di qualsiasi fonte letteraria, teatrale e cinematografica, trasformandola in un nuovo originale racconto. Mi piacerebbe, anche in futuro, cimentarmi con questo tipo di adattamenti.”.