Paco Desiato: un autore che si sta affacciando prepotentemente nello scenario fumettistico italiano con uno stile fresco e originale. Presentati!
Ciao! Sono nato nel secolo scorso, l’anno in cui la Nasa lanciò la sonda Viking1 verso Marte, e dopo pochi anni già disegnavo e strimpellavo; sono mancino e faccio tutto al contrario, infatti questa è l’ultima domanda a cui sto rispondendo. Suono la chitarra ma so anche cantare, disegno su fogli bristol ma anche su tovaglioli quando sono a tavola… Sono solo diplomato perché la mia insegnante di architettura al primo anno mi disse, visionando un progetto troppo ardito, vai a fare i fumetti! Ed eccomi qui…
Mi piace molto raccontare: tutte le notti faccio dei sogni bellissimi con regia magistrale e musiche da Oscar, poi mi sveglio e cerco di rappresentare il tutto in fumetto, che per me è il mezzo più facile e accessibile, ma non escludo di provare altri mezzi in futuro.
Come ti sei formato artisticamente?
Ho iniziato sui muri della città, ma mi sono accorto che spesso il muro non bastava; così ho iniziato a fare fumetti, notando che la tavoletta grafica è più salutare della bomboletta. Ho frequentato un anno alla Scuola di Comics di Napoli e ho insegnato fumetto a Pomigliano l’anno scorso; sono cresciuto molto anche grazie a quest’esperienza.
Ci parli dei tuoi lavori precedenti?
Il primissimo fumetto è stato Omar Moss, nato alla Scuola di Comics nel 1997-98 e pubblicato sullo Sciacallo Elettronico nel 2000. È la storia dell’ultimo antiquario del futuro, in fondo anche l’ultimo dei romantici. Prima di questo avevo già in cantiere molti episodi di Papele Satanno, di genere più “pazienziano” anche se meno spietato; di Papele, nel 2002, sono riuscito a pubblicare su Kerosene un episodio breve, “Cecilia” in cui il protagonista, dopo aver perso la sua migliore amica, decide di vendicarsi sul ragazzo di lei che l’aveva convinta a bucarsi. Nel 2004 pubblico con Le Nuvole la storia lunga “L’abito non fa il Tossico”: a scuola di Papele arriva uno strano professore ex sessantottino e nello stesso periodo a Napoli vengono compiuti degli attentati; nella cornice comica del fuori scuola, tesa dei centri sociali, buia dei vicoli e panoramica di San Martino, Papele e i suoi amici, Peppe Stecca e Ugo Tarallo, dimostreranno che la realtà a volte è più complessa di quel che appare. Ma Papele e company appaiono anche in strisce e storie brevi qua e là come nel recente Inguine Mah!fia distribuito gratuitamente al Comicon di quest’anno. Poi ho pubblicato brevi storie come Superpak su Sinestesie (Comicon), dove mi improvviso supereroe dalle doti olfattive, e la storia di “PIX un avventura sulla terra” pubblicata da Comicon/Facta Manent come albetto promozionale di una ditta fornitrice di mense scolastiche. In questa storia una famiglia marziana cerca nel sistema solare un pianeta dove siano soddisfatte le esigenze alimentari del loro figlio marziano.
Cosa stai facendo adesso?
Sto terminando l’ultimo episodio di Mars Wars che uscirà su Brand New! #4, sono quasi alla fine. È stato un duro lavoro ma ne è valsa la pena perché sono riuscito ad acquisire una qualità grafica sempre crescente, e per me è stata una grande soddisfazione perché mai come quest’anno la mia vita è stata piena di problemi. Il fatto di essere giunto quasi alla fine mi fa avere le stesse sensazioni di uno scalatore che sta per giungere alla vetta di un monte con gli avvoltoi che lo punzecchiano ogni cinque minuti.
Come ti organizzi il lavoro tra sceneggiatura e disegni, visto che fai tutto da solo? Fai molto uso di computer grafica?
Per il soggetto parto da un’idea vaga, a volte disegno schemi grafici concentrici o diagrammi matematici dove si riassume l’intera storia, poi sviluppo la sceneggiatura direttamente con lo storyboard, dove può anche cambiare totalmente. Seguo molto l’istinto per la parte grafica, purtroppo quando coloro non ho ancora una tecnica precisa, improvviso ogni volta trovandomi in situazioni imbarazzanti quando devo ripetere un dato effetto o lo devo spiegare a qualcuno.
Il tuo lavoro Mars Wars è pubblicato sulla rivista Brand New!, edita dalla Free Books, che raccoglie materiale inedito di giovani autori. Come giudichi questa iniziativa?
Meritevole come tutte le iniziative che tendono a promuovere i giovani pur con tutte le difficoltà che ne conseguono, sia per gli autori che per l’editore.
Per l’editore è un salto nel vuoto o comunque ha una sua convenienza nel supportare queste iniziative? Come sono regolati i contratti?
Sulle convenienze non saprei dire anche perché l’editore potrà tirare le somme solo dopo i primi numeri (come recita l’editoriale del secondo numero); per i contratti, nel mio caso dovrei ricevere una percentuale del prezzo di copertina del volumetto finale che raccoglierà i 4 episodi usciti su Brand New!.
Come invece pensi siano recepite queste riviste dal pubblico italiano, che spende poco in fumetti e non gradisce molto le pubblicazioni ad episodi?
Se la storia è pensata per la serializzazione su un tot di tavole forse può anche non creare scontenti, poi dipende dalle storie e dal modo di raccontare dell’autore e dall’ abitudine del lettore; mi ricordo che da piccolo compravo Akira in edicola ed ero abbastanza soddisfatto di quelle 60 pagine ma ora forse non lo sarei più perché sono abituato a leggere volumi di più pagine e perché Otomo è un autore molto cinematografico che si distende su molte tavole.
Tu ce l’hai fatta, tanti altri no. Come fa una persona che vuole fare fumetto a farsi notare in un mercato così affollato? Qual è la tua personale esperienza a riguardo?
Lavorare lavorare lavorare e ogni tanto confrontarsi in giro con concorsi e farsi notare anche in rete. Qualcuno una volta disse: tra l’atleta dotato svogliato e l’atleta meno dotato insistente, vince sempre il secondo… Auguro a tutti di capire la propria essenza e di dare il meglio!
Parliamo un po’ di Mars Wars: come nasce l’idea di questo fumetto?
Si può considerare una “costola” di Omar Moss? Mars Wars nasce da un idea di un plot quasi Miyazakiano: lei arriva, incontra lui, lui la salva, la difende e in questo modo riesce a crescere e a scoprire meglio anche se stesso. Sono partito da queste basi con l’intento di stravolgere un po’ tutto: ci sono nella storia simboli già visti, come il ciondolo che lei regala a lui nel terzo episodio (su BN! #3) che potrebbe ricordare la collana del film di Laputa, o di Nadia, e sta lì apposta ma solo come oggetto materiale per omaggiare quelle serie con cui sono cresciuto ma anche per andare avanti con idee nuove… E si capirà nell’ultima tavola dell’ultimo episodio (su BN! #4) cosa intendo. Anche il personaggio di Gork, il cattivone marziano, che ce lo avevo “qua” da una vita e spero di potere approfondire; il ruolo della marziana che si spoglia di quel candore di simbolo puro e feticcio, e diventa capace anche di far del male, per non parlare di altri simboli ed omaggi come quello a pagina 60 del terzo episodio: disegnando il campanello della scuola che suona, mi sono accorto che avevo fatto lo stesso di Andrea Pazienza nella storia “Verde Matematico”, mi sono affrettato subito a scrivere sotto un “Paz” come omaggio. Cose casuali e non, come la moto (inventata nel 1998 con la prima serie di Omar Moss ) in cui molti hanno visto un chiaro simbolo maschile e che mi sono divertito nel terzo episodio ad esorcizzare (pag. 58 BN! #3) A queste riflessioni poi ho mescolato sensazioni che mi circondavano, la mia famiglia dalla quale in questo periodo anche se volessi non posso allontanarmi per problemi un po’ delicati che non sto qui a spiegare, i miei amici che mi hanno aiutato molto in passato a tenere i piedi per terra, tutte cose che hanno impreziosito il piccolo racconto di 44 pagine di cui sono soddisfatto al 50%, in quanto è un piccolo concentrato di una storia che avrei voluto stendere su almeno il doppio delle pagine.
Casuale è anche il punto di contatto con Omar Moss anche se alla fine l’immaginario tra le mie malandate sinapsi è unico anche se trasposto su due serie distinte e separate: Omar è più comico e caricaturale, MW più serioso e realistico, ed anche gli editori sono diversi. Ma entrambe raccontano la storia fantastica e, perché no, probabile di un futuro contatto dei marziani con i terrestri: in Mars Wars racconto come i marziani siano giunti sulla terra, in Omar Moss come 200 anni dopo vivano i successori dei personaggi di Mars Wars (un esempio lampante: la marziana in Omar Moss è la nipote di quella presente in Mars Wars).
A proposito di Omar Moss, sta per uscire il numero uno della serie regolare ambientata in una Napoli del 2275. Ci vuoi parlare un po’ del suo concept e dei suoi personaggi?
È una storia a metà tra fantascienza e commedia all’italiana anni ’50, tra Lupin III e i Soliti Ignoti, tra Blade Runner e la Banda degli onesti, tra 1984 di Orwell e Huckleberry Finn di Twain. I personaggi sono sempre quelli visti sul numero zero e sui 6 episodi della prima serie: Omar Moss: il protagonista antiquario, il nostalgico di altri tempi, il ladro notturno di oggetti antichi che rischiano di essere distrutti o peggio ancora dimenticati, insomma il custode della memoria; Siom Hast lo scienziato che lo supporta con innovazioni tecnologiche (il suo Yang diciamo); Usliglop che ha la possibilità di purificarsi in questo nuovo gruppo e combattere il proprio Karma di furfantello; Ska, la marziana, un’autentica perla tra i p… personaggi.
Il numero 0 di Omar Moss contiene due storie già pubblicate, mentre il prossimo numero sarà il primo vero inedito. Cosa ci dobbiamo aspettare in termini di evoluzione della storia e dei suoi characters?
In effetti le prime due storie erano inedite anche loro: quella a colori doveva essere pubblicata sullo Schizzo #14 del centro A. Pazienza, che ancora deve uscire, la seconda (ma solo le prime sette tavole e l’ultima) ha partecipato al concorso Fumettorama nel 2004 classificandosi terza e solo dopo reintegrata con altre 16 pagine; di pubblicato c’é solo la prima serie di 96 tavole, pubblicata su internet nel 2000. Una serie che vorrei rimettere un giorno on line assieme alle due sigle che ho realizzato. Con il prossimo numero #1 si vuol introdurre la struttura della storia, presentare la città Skunk City e il suo quartiere Neapolis dove vivono i personaggi e approfondire le loro personalità e il loro passato.
In Omar Moss troviamo molte tematiche sociali come l’ecologia e il razzismo. Pensi che il fumetto come media possa essere un buon mezzo di comunicazione per affrontare, specie con i più giovani, questi problemi?
Certo, sono cresciuto con Conan il ragazzo del futuro e, anche se inconsciamente, ho assimilato molti valori di quel cartone apparentemente per bambini, ma effettivamente molto adulto e culturale, pieno di accenni politici ed ecologisti. Ancora oggi sono molto grato ai creatori di quella serie e spero in futuro qualcuno possa dire lo stesso di me.
Nei tuoi fumetti usi un trattamento “indiretto” di queste problematiche: parli della Napoli del futuro, devastata dalle nuove tecnologie che ne rovinano l’ antica bellezza; la discriminazione è verso gli esseri provenienti da altri pianeti. Questo metodo narrativo può secondo te essere più efficace?
Penso che la stupidità non abbia tempo e così nel futuro se venissero nuove razze da altri pianeti, probabilmente molti stupidi li guarderebbero con un po’ di diffidenza. In Omar Moss il personaggio più puro e meno falso è probabilmente proprio il marziano (forse per questo Ska lo ha scelto come compagno) anche se nella storia appare come il più furbo falso e imbroglione, doti che forse ha dovuto sviluppare nella sua vita da emarginato sociale. Tutto questo in una società sempre in corsa verso la nuova invenzione, il nuovo prodotto tecnologico, che vive in formicai, lobotomizzati da aggeggi che emettono onde ipnotiche, che pensano solo a fare i soldi rinunciando a sentimenti veri come l’amicizia e l’amore… Più racconto queste cose e più in fondo mi sembra di raccontare la realtà.
Molti si fermano ad ammirare sulle tue tavole gli splendidi personaggi femminili (terrestri e non) che realizzi nei tuoi disegni. Mai pensato ad un erotico, genere su cui si sono cimentati massimi esponenti del fumetto mondiale (uno tra tutti, Magnus)? Se te lo proponessero?
Ho nel cassetto una sceneggiatura tratta da un sogno molto strano in cui l’erotismo è solo una parte… Come nella vita, proprio per questo non gratuito e non volgare. Il contesto della storia è un po’ noir e mi piace molto; se me lo proponessero farei quello di corsa.
Hai partecipato attivamente alla mostra del fumetto “Napoli Comicon”. Un bilancio di quest’anno? Cosa può essere migliorato?
Gli organizzatori sono delle persone in gamba e già il fatto di averla spostata l’anno prossimo ad aprile è una gran cosa, per il resto mi auguro che diventi sempre più grande fino ad invadere tutta la città! Di quest’anno che posso dire: è stato bello incontrare tanti maestri del fumetto, tanti professionisti, tanti esordienti e tanti amanti del fumetto. Ho tanti bei ricordi legati al castello, da quando esposi nel 2001 le prime tavole con Futuro Anteriore e l’anno dopo vinsi il concorso Imago, a una delle mie prime pubblicazioni sempre con loro con Sinestesie e Pix (gli unici due fumetti pagati a tavola), fino ad arrivare all’ultima edizione, durante la quale stavo dietro uno stand a fare autografi forse con due uniche cose immutate dai primi tempi: i miei personaggi e la mia timidezza.
Cosa leggi tra ciò che viene pubblicato oggi e quali annoveri tra le opere del passato che ti hanno maggiormente influenzato/ispirato?
Sto comprando Gea di Enoch, aspetto che esca NYX di Middleton, compro un Lanciostory ogni tanto quando prendo il traghetto, spesso sono a caccia di albi Disney dove ci sono storie disegnate da Scarpa, De Vita, Cavazzano e Barbucci. Delle influenze su tutti regna incontrastato Miyazaki, anche se il primo amore è stato per Cavazzano, fuorviato positivamente in seguito da Pazienza, ma ho anche amato molto la maniacalità di Shirow e la genialità di Rumiko Takahashi.
Cosa ti aspetti per il futuro?
Nuova consapevolezza della gente e rispetto per il prossimo (e per prossimo intendo anche un albero di mandarino). Ah scusa ti riferivi al fumetto.. beh, tanti disegni da fare e tanto lavoro, a meno che non venga rapito da un ufo.
Cosa invece si devono aspettare i tuoi lettori? Cosa troveremo di tuo prossimamente nelle fumetterie?
Il dvd con il lungometraggio di Omar Moss coprodotto dalla Pixar con musiche composte da Morricone… Ma forse ci vorrà un po’… Per il momento potete accontentarvi del numero uno della serie di Omar a fumetti e del volumetto di Mars Wars.
Riferimenti:
Sito Lavieri: www.lavieri.it
Sito Free Books: www.free-books.it
Il blog di Paco Desiato: www.pacodesiato.blogspot.com