Ombelico Infinito, il nuovo lavoro di Dash Shaw per Coconino Press

Ombelico Infinito, il nuovo lavoro di Dash Shaw per Coconino Press

Una corposa analisi introspettiva che affronta il fumetto a diversi livelli, con una riunione di famiglia destabilizzata e destabilizzante.

61hgAtHtSyLIl volume di Dash Shaw edito da Coconino si presenta come un oggetto editoriale di un certo peso e di una certa consistenza. Cosa che, presto, si scopre andare ben oltre l’imponente foliazione del libro stesso.

Il racconto di Shaw verte su alcune settimane in cui tre figli ormai adulti tornano alla casa dei genitori, vicino al mare, per confrontarsi con la loro spiazzante decisione di divorziare all’età di 70 anni. Appare chiaro fin da subito come l’idea di “raccontare” si discosti da un concetto più strettamente narrativo; gli avvenimenti che si dipanano tra le tante pagine, infatti, sono pochi e di relativa importanza. Quella che l’autore mette in scena, in realtà, è una totale decostruzione: dei rapporti, dei protagonisti e del contesto, che avviene attraverso diversi livelli e meccanismi permessi dal media fumetto.

La caratteristica principale che permea l’opera in tutte le sue sfumature è l’idea di frammento. Diventano spesso frammenti le tavole, con vignette che spezzano situazioni, contesti e ambienti. Sono frammenti le narrazioni e i momenti messi in scena, che mostrano spesso semplici collezioni di scorci di singoli momenti all’interno della vicenda. Quella di Shaw è un’analisi quasi scientifica, che passa attraverso un accurato smontaggio delle diverse componenti della storia che lui stesso racconta.

L’autore smonta il fumetto, l’immagine e la tavola, alternando sequenze più canoniche e narrative, coadiuvate da dialoghi densi e fortemente realistici, ad altre più minimali, con poche o addirittura singole vignette che non riempiono l’intera tavola. E, ancora, smonta azioni e situazioni, persino – anzi, soprattutto – situazioni minimali. Come nella sequenza che apre la storia, ad esempio, in cui ci regala un elenco, pagina dopo pagina, dei vari stati della sabbia con cui l’uomo può confrontarsi. Oppure quando esprime e racconta dettagli del background dei singoli personaggi o dell’intera famiglia attraverso approcci che, in maniera estremamente efficace, spostano quasi il fumetto all’infografica.

ombelico-infinito-2-780x1024Come dicevamo, sono tanti i meccanismi e gli strumenti che Shaw utilizza nel corso dell’opera. Il suo tratto è minimale, quasi sempre caratterizzato da bianchi e neri netti (il bianco non è però un bianco pulito, tende a un lieve marrone), con i tratteggi dedicati principalmente a diventare texture per abiti e ambienti. Anche se nel tratto e nel segno è presente la semplificazione di un certo tipo di fumetto underground, vi è comunque una precisa ricerca del realismo, che l’autore cerca di infondere soprattutto in ciò che viene mostrato nei suoi disegni. In tutto il resto del racconto, infatti, l’autore è orientato a un’attenzione quasi maniacale per quei particolari che in una storia apparirebbero quasi insignificanti, aumentandone così un certo senso di concretezza e, appunto, realtà. Le inquadrature cercano spesso oggetti, parti del corpo e dettagli secondari: come l’atto di asciugarsi le mani bagnate sulla gamba del pantalone, una goccia di cera che cola su una candela o semplici elementi di arredo.
Eppure, anche qui Shaw infila un elemento apparentemente incongruente: uno dei personaggi, infatti, è disegnato con il volto da ranocchio. Come è facile intuire, il dettaglio non è frutto di un vezzo e trova presto il suo senso, regalando al lettore un ennesimo escamotage capace di caricarsi di una notevole valenza.

Tutto nel volume è reinterpretato dall’autore secondo il suo approccio visivo, anche ciò che riguarda il libro in sé e per sé: dai ringraziamenti, fatti senza testo ma direttamente con i ritratti delle persone, alle indicazioni per i lettori presenti sulla costa. Persino le onomatopee non seguono il normale approccio cui il fumetto ci ha abituato. Oltre alle solite parole/suono che accompagnano le azioni dei personaggi, alcuni gesti sono raccontati direttamente da termini interi che al suono sostituiscono il proprio senso (da “infila” a “buca buca”, etc. etc.), o che addirittura in qualche passaggio si sostituiscono non solo al suono ma anche all’immagine (come quando esprimono colori o sono “luci fluorescenti del supermercato”), in un effetto nuovamente spiazzante, ma che in qualche modo il lettore vive in maniera naturale e perfettamente congruente al resto del lavoro.

Ombelico infinito è un’analisi chirurgica, apparentemente fredda, che affonda le diverse stratificazioni dell’animo umano dei componenti della famiglia dei Loony e delle persone che vi gravitano attorno. È sicuramente un fumetto straniante nel quale Shaw esplora, sperimenta e cerca di utilizzare tutte le possibilità e le sfaccettature che il media offre, affrontando scelte e approcci fuori canone, sia dal punto di vista dell’immagine, sia da quello della narrazione e della composizione di senso. Alcune soluzioni permettono all’autore di rendere in maniera estremamente lucida e chiara stati e sensazioni molto intimi e introspettivi, di fatto normalmente difficili da mostrare senza raccontarli esplicitamente. Tuttavia, se l’effetto finale ha una forte carica di sedimentazione nel lettore, la sua freddezza può creare a tratti qualche forma di distanza.

Abbiamo parlato di:
Ombelico Infinito
Dash Shaw
Traduzione Francesco Pacifico
Coconino Press, 2020
720 pag, brossurato, bianco e nero – 32 €
ISBN: 9788876184178

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