A Lucca avete parlato di riorganizzazione editoriale della casa editrice: puoi spiegarci meglio di cosa si tratta?
Abbiamo completato il processo di fusione tra Bande Dessinée, Alta Fedeltà e Indy Press, cercando di rispettare le diverse identità fino a questo punto, dove una serie di etichette, o collane, chiamatele come volete, convivono sotto il cappello di un unico editore, Edizioni BD.
Queste sono: Altafedeltà, collana diretta da Tito Faraci, per i fumetti italiani, di romanzieri, e in generale più autorali, soprattutto in bianco e nero;
Francophone per i fumetti francesi a colori e Supersonic per i fumetti angloamericani a colori, linee sulle quali vengo coadiuvato da Michele Foschini;
StorieDisegni per i libri di saggistica incentrati sul fumetto;
Kidz per i libri dal pubblico più giovane.
Questo porterà a una maggiore frequenza di titoli per il prossimo anno? Quanti volumi sono previsti?
Sì, certo. Prevediamo di uscire con una quarantina circa di nuove uscite (o co-edizioni).
C’é un’analisi del mercato che vi ha portato a prendere questa decisione, oppure è solo un problema vostra riorganizzazione del lavoro?
Riteniamo in questo modo di poter aiutare i lettori a trovare più facilmente i libri di loro interesse.
Ci puoi dunque anticipare cosa vedremo all’interno delle nuove famiglie della Bd edizioni? E in questo senso ci sono novità di rilievo di cui ci puoi dare notizia?
Ti faro’ esempi concreti.
Altafedeltà: Bacchus di Eddie Campbell, Pinocchio di Sandrone Dazieri e Maurizio Rosenzweig.
Francophone: Golden City 6, Sillage 5.
Supersonic: Dawn, Savage Dragon, Invincible.
StorieDisegni: la riedizione di Frigo, Valvole e Baloons di Luca Boschi.
Kidz: Piccolo Babbo Natale.
So che avete pensato a un nuovo modo per proporre il materiale francese. Ci puoi dire qualcosa di più?
Cercheremo di sperimentare nuovi formati, di non rimanere prigionieri del cartonato, di abbassare i prezzi e rendere così alcune opere fruibili ad un pubblico più ampio. Inizieremo dall’integrale di Tao Bang e da Griffu, di Manchette e Tardi.
Parlando invece del passato prossimo, siete stati soddisfatti, dal vostro punto di vista di editori, di questa edizione di Lucca?
Gente ce n’é stata sicuramente tanta. Mi spiace un po’ che il visitatore debba pagare così tanto il biglietto d’ingresso. Credo che quel prezzo così elevato si traduca in minori acquisti. Quest’anno mi pare vi siano stati 60,000 visitatori. Se ognuno di loro avesse potuto comprare un fumetto, o avesse ricevuto all’ingresso un fumetto omaggio, ci sarebbero stati almeno 60,000 fumetti in più in giro.
Nell’ultimo anno quali vostri prodotti vi hanno dato maggior soddisfazione in termine di vendite o di riscontro di pubblico?
Il libro di Franco Giubilei su Pazienza è stato un buon successo, come Coliandro di Lucarelli e l’Eymerich di Evangelisti. Ma in generale non mi lamento.
Siete apprezzati per il vostro lavoro nella produzione di autori italiani. Questo vostro settore a livello di mercato per voi riesce ad essere indipendente economicamente oppure c’é ancora qualche difficoltà a proporre autori italiani, poco conosciuti, nel nostro mercato?
Le difficoltà sono gigantesche. Il pubblico sembra preferire spesso un prodotto sconosciuto dal nome esotico a uno italiano. Stiamo cercando di definire alcuni partenariati con editori esteri per ammortizzare insieme i costi della produzione dei contenuti, e fornire agli autori il pubblico che meritano. Il primo di questi progetti è un testo ex novo fornitoci da Joe Lansdale, che Luca Crovi e Andrea Mutti stanno fumettando.
Sia per il formato di Savage Dragon che per quello dell’Escapista (e questo in relazione al prezzo e al diverso formato riportato dai cataloghi dei distributori) qualcuno in rete vi ha criticato, anche aspramente. Vuoi prendere quest’occasione per replicare o spiegare le vostre scelte?
Per l’Escapista, ho vinto una scommessa. Avevo infatti (pre)detto al mio amico Luca Bertelé, nostro responsabile di produzione: vedrai, è uguale al libro Dark Horse, ma qualcuno se ne lamenterà.
Non abbiamo mai “pattugliato” siti e forum per guadagnare consensi, ma ultimamente ci è anche passata la voglia di essere semplicemente presenti. Dispiace aver perso l’occasione di affrontare civilmente qualche discussione con persone intelligenti, ma per la maggior parte del tempo si trattava di rispondere ad attacchi di troll, mi pare si chiamino così, senza volto né nome. I forum, i newsgroup o i siti tematici tendono sempre a deformare la realtà: ingigantire i meriti di chi si mostra amico e disponibile, magari per guadagnare qualche istante di visibilità; e ignorare tutto il resto.
Penso ad alcuni degli editori italiani che mi piacciono di più: Alessandro, Kappa o Lizard, quasi costantemente ignorati in rete in luogo di pulci editoriali che, nel mondo reale, scompaiono al confronto.
Quindi posso chiederti qual è il tuo rapporto con la critica e l’informazione in Internet? Pensi che ci sia qualcosa da migliorare, oppure ci sono aspetti che non ti piacciono?
Nell’ultimo Powers che ho letto, il 14, Brian Bendis dice: “You know how, don’t you… the internet, the fucking internet. It feeds cowards. People going on line every night and just bashing the shit out of whatever they can get their hands on.And you know that these same people sit quietly in their cubicles, or at their little desks, or at their dinner table.
They sit there all day and don’t say a fucking word to anyone about anything. All day long they sit there and just take shit.Then, they go online and ‘fuck this’ and ‘fuck that’ and ‘this guy’s a fucker’…
… and I know they’re cowards because I walk around all day with my ears wide fucking open, and I don’t hear anyone say anything even close to the shit I read online.”
(Trad. “Sai com’é, no?… internet, il dannato Internet. Alimenta i codardi. Gente che si connette ogni notte solo per lanciare merda su qualsiasi cosa riescano a mettere le mani. E sai che sono le stesse persone che (di giorno. ndr) sono seduti tranquilli tranquilli nei loro uffici, alle loro piccole scrivanie, o ai tavoli a pranzare. Si siedono e non dicono una cazzo di parola a nessuno su niente. Per tutto il giorno stanno seduti e raccolgono merda. Poi si connettono e “fottiti qui” e “fottiti lì” e “quel tizio è un fottuto bastardo”… e so che sono codardi perché io stesso vado tutto il giorno in giro con le mie orecchie fottutamente aperte e non sento nessuno dire qualcosa neanche vagamente simile alla merda che leggo online.“)
Che cosa c’é nel mercato italiano che ti piace così tanto e che invidi alle altre case editrici? C’é qualcosa per cui ti dici: “vorrei averlo fatto io”?
Un sacco di roba: da Blacksad a Pillole Blu, da Sin City a Wanted, da Ultimates a Skydoll, e poi ancora…
E c’é qualche aspetto che invece non ti piace e che ti fa incazzare?
Un sacco di roba: ne ho discusso con le persone che stimo e cerchero’ di mettere in pratica le mie teorie, fin dove potro’, così da vedere se funzionano.
Vista la nostra comune e laica fede, vedremo prima un’edizione completa e definitiva di Lapinot oppure prima l’Inter riuscirà a vincere lo scudetto?
Mi sembrano due eventi la cui probabilità è slegata dalle normali leggi della statistica, e devono essere analizzati attraverso la fisica quantistica. Probabilmente, come il gatto di Schroedinger, esistono già, da qualche parte. È solo che non sappiamo dove sta la scatola che li contiene.
Riferimenti:
Il sito delle edizioni bd: www.edizionibd.it