Dal soggetto di Michele Medda, Bepi Vigna e Adriano Barone, sceneggiato dal solo Barone per cinque capitoli su sei e disegnato da Sergio Giardo, nasce Nathan Never/Justice League: doppio universo. Si tratta del secondo crossover tra i personaggi di Sergio Bonelli Editore e DC Comics, dopo Zagor/Flash: la scure e il fulmine di Mauro Uzzeo, Giovanni Masi e Davide Gianfelice (il terzo, se si considera anche l’antipasto dell’incontro tra Dylan Dog e Batman).
Se da un punto di vista concettuale può suonare strana l’associazione tra Never e la JL, piuttosto che tra l’intera Agenzia Alfa e i più noti supereroi dell’universo DC, all’interno della narrazione il team-up, che inizia e si sviluppa con tutti i crismi passando dallo scontro all’alleanza, è giustificato dalla libertà concessa dal coinvolgimento del multiverso e dei piani temporali diversi.
Aggiungendo ai livelli concettuale e narrativo quello editoriale, al di là del grande richiamo che può avere una produzione che affianca un’icona del fumetto Bonelli a personaggi noti in tutto il mondo e ulteriormente sdoganati dai film di Warner Bros., sorge qualche perplessità. Da un lato, un lettore che “viene” dagli albi di Nathan Never si trova di fronte a un racconto senza un vero e proprio nesso con la serie regolare e la storia del personaggio, oltreché più didascalico e a tratti involontariamente comico nell’associazione tra testi pronunciati e fatti mostrati; dall’altro, un appassionato di supereroi si imbatte in una narrazione che si potrebbe interpretare come uno spin-off della JLA di Grant Morrison scritto, però, facendo parlare gli eroi come se fossero rimasti intrappolati nella Silver Age.
Queste criticità si individuano soprattutto nell’incipit, in cui Nathan pensa (nelle didascalie) e parla (nei balloon) in un modo antimimetico e ridondante, nelle interazioni tra Superman e Flash, che sentono la necessità di spiegare l’uno all’altro quello che stanno facendo mentre lo fanno, e al momento delle presentazioni tra una Legs Weaver molto petulante e i membri della League. Per il lettore di supereroi contemporaneo – ma forse anche per quello abituato alla rinomata “chiarezza bonelliana” – la fruizione del volume risulta pertanto faticosa, proprio a causa dei dialoghi che lo spingono a più riprese fuori dal racconto. Inoltre non aiuta l’interpretazione quasi macchiettistica del villain, dal momento che Selena nel guidare l’assalto dei Tecnodroidi si lascia andare a monologhi e vaneggiamenti accompagnati dal classico pugno alzato che ricordano un Dottor Destino vecchia scuola (o un qualsiasi cattivo dei tempi andati).
All’opposto, le caratterizzazioni di tre personaggi – Superman, Batman e Nathan Never – funzionano bene quando, attraverso poche battute, sguardi e gesti, essi stabiliscono tra loro un legame emotivo che si basa sulla condivisione di esperienze di vita e cardini morali simili. L’Azzurrone, che si staglia contro il cielo ed è illuminato dal Sole, è un dio rassicurante e sorridente sceso sulla Terra a ispirare gli uomini mostrandosi più umano di loro; l’Uomo Pipistrello, il character con il quale Giardo sembra trovarsi maggiormente a proprio agio, guida il gruppo senza che la sua condizione di semplice mortale venga annullata e sacrificata sull’altare della “bat-invincibilità” che talvolta colpisce i comics statunitensi; infine l’Agente si dà da fare con tutte le proprie risorse, con coraggio e rispetto per la legge e gli altri.
Anche la minaccia scelta per fare in modo che gli eroi di mondi narrativi ed editoriali diversi si uniscano sembra all’altezza: qualcosa di grosso, di fuori scala, affrontabile solo da chi è straordinario e avvezzo al peggio. Anche in questo caso il richiamo al lavoro di Morrison sembra chiaro, dato che lo scozzese (al quale gli autori italiani strizzano l’occhio anche con l’”hh” pronunciato da Batman) volle mettere i vari Aquaman, Wonder Woman, Martian Manhunter e soci davanti a sfide sempre più probanti, dall’Hyperclan alla Squadra della Vendetta e al Sindacato del Crimine.
Nelle battaglie non mancano le azioni travolgenti e i colpi a effetto; il disegnatore cerca di armonizzare le pose plastiche e i movimenti, con le prime più efficaci dei secondi, senza rinunciare a primi piani che restituiscono la grandezza degli individui raffigurati, fotografandoli in una sorta di cristallizzazione. Infatti, pur non ispirandosi allo stile di Jim Lee, forse quello più riconoscibile in casa DC e preso spesso a riferimento anche per il merchandising, Giardo riesce a cogliere e a riproporre i tratti estetici e il design dei costumi caratteristici dei personaggi internazionali, soprattutto dei “Migliori del Mondo”, che dal punto di vista diegetico rubano la scena agli altri, in particolare ai più sfortunati Aquaman e Lanterna Verde.
Pur senza virtuosismi inaspettati, per la gabbia l’artista cerca un compromesso tra la libertà concessa ai disegnatori delle testate statunitensi e l’impostazione bonelliana, che seppur aggiornata nel corso degli anni resta chiara ed evidente. Per la resa finale è importante anche il lavoro di Daria Cerchi, Virginia Chiabotti e Mariano De Biase, abili da un lato ad accendere con tonalità vivide e brillanti le sequenze ambientate all’aperto e quelle con protagonisti Superman e Wonder Woman, eroi luminosi e quindi viatico per un uso narrativo del colore, e dall’altro a inacidire le scene con i virulenti attacchi dei nemici.
Dunque, mentre sotto l’aspetto visivo, pur con qualche scricchiolio legato ad alcune movenze e ad alcune espressioni facciali dei personaggi, il crossover convince, rimangono invece le perplessità relative al linguaggio scelto per far recitare non solo la JL, l’elemento-novità, ma anche Nathan Never e Legs, la zona di comfort degli autori. Perplessità ancora più forti se si tiene conto del destinatario del prodotto perché, se dal canto suo a Sergio Bonelli Editore può legittimamente non interessare portare lettori a DC Comics, tuttavia coinvolgere gli appassionati italiani di supereroi e focalizzare la loro attenzione anche sull’universo bonelliano può rappresentare un obiettivo plausibile.
Abbiamo parlato di:
Nathan Never/Justice League: doppio universo
Michele Medda, Bepi Vigna, Adriano Barone, Sergio Giardo
Sergio Bonelli Editore, 2022
146 pagine, cartonato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788869617607