Plastic Man e l’universo DC in salsa slapstick

Plastic Man e l’universo DC in salsa slapstick

Panini Comics raccoglie in un omnibus l'intera serie di Plastic Man firmata da Kyle Baker, che riporta alle origini il supereroe elastico della DC.

M1DLUX026ISBN_0Panini Comics raccoglie in un unico corposo cartonato la saga di Plastic Man scritta e disegnata da Kyle Baker nei primi anni 2000. Autore eclettico e cartoonesco, con il suo ciclo Baker raccolse diversi consensi e, da una prima miniserie prevista di pochi episodi, la serie si allungò fino a raggiungere un totale di venti capitoli, due dei quali realizzati come filler da Scott Morse.

L’operazione di Baker parte dall’autore originale del personaggio, Jack Cole, cui si ispira per interpretare il personaggio, a cui restituisce molte delle caratteristiche originali. Il suo approccio è infatti quello di riportarlo a una comicità più puramente slapstick e graficamente cartoonesca, con colori vividi, privi di qualsiasi sfumatura e dalle punte acide. Ironia, tocchi di parodia, rottura della quarta parete e metanarrazione sono molti degli ingredienti utilizzati dall’autore, con un approccio postmoderno però condito da un vivido sapore retrò e vagamente nostalgico.
Gli episodi e i meccanismi comici richiamano fortemente un approccio da cartoon tra i Looney Tunes e prodotti come Ren&Stimpy, dove le deformazioni e gli incidenti causati dalla stupidità dei personaggi sono il volano attorno al quale si costruiscono situazioni e narrazione.

In particolare la storia si colloca in continuity con il personaggio: dopo la sua militanza nella Justice League (parliamo in particolare del periodo della lunga gestione di Grant Morrison, quasi coevo alla serie di Baker) Plastic Man prosegue la sua carriera alle dipendenze dell’FBI. imgBaker recupera e gli affianca un personaggio storico, Woozy, spalla e assistente del supereroe, caratterizzato da considerevoli goffagine e ingenuità (molto vicina all’idiozia pura); la sua presenza permette di creare le classiche situazioni in cui tali limiti diventano generatori sia di problemi che di improbabili soluzioni. I venti episodi sono distribuiti principalmente su due archi narrativi e qualche episodio stand alone – come i due scritti e disegnati da Morse.

Nel primo ciclo Plastic Man / Eel O’Brian è ingiustamente accusato di omicidio e ricercato dai suoi stessi datori di lavoro, mentre tenta ovviamente di scagionarsi e fermare il vero colpevole, in una roccambolesca girandola ricca di colpi di scena, ribaltamenti e tocchi di origin story. Nel secondo ciclo Plastic Man si ritrova genitore adottivo di un’adolescente a cui ha ucciso il patrigno vampiro. L’attitudine ribelle della ragazza la porterà a legarsi al bullizzato coetaneo Ray, che acquisisce superpoteri da un fulmine ed è deciso a sfruttarli per vendicarsi dei bulli e del mondo che non lo ha mai compreso. Queste vicende, con il contributo della goffagine di Woozy, danno il là ad una serie di eventi che potrebbero mettere in crisi l’intera realtà dell’Universo DC, fanno scontrare Plastic Man con un criminale come Ra’s al Ghul e permettono all’autore di parodiare il concetto dei crossover “crisi” della casa editrice e altre storie del periodo (come ad esempio Identity Crisis), oltre a diversi cliché e stilemi del fumetto supereroistico (su tutte ad esempio come il mondo dei supereroi americani gestisce il concetto stesso di morte).

comic-excerpt-like-thats-lights-new-power-plastic-man-kyle-v0-3amekabaxl1a1Non per niente, ogni qual volta appaiano altri personaggi del pantheon DC, vince la spinta parodistica: sono sempre disegnati con un approccio caricaturale ed estremizzato e anche in quelle tavole in cui Baker decide di dargli un aspetto più realistico e consono ai loro standard, riesce comunque a sovraccaricare e parodiare alcuni stilemi, per esempio esasperandone l’inchiostrazione.

Fondamentalmente il Plastic Man di Baker è un grande gioco infarcito di numerose citazioni fumettistiche e cinematografiche. Un divertissement che permette al suo autore di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ma anche un po’ fine a se stesso. Non manca qualche momento di stanca e l’impressione alla fine della lettura è che, se la serie non fosse stata chiusa, l’autore avrebbe rischiato una certa ripetitività, soprattutto nei meccanismi comici.
La componente più interessante di tutto il lavoro è sicuramente la sperimentazione sul segno grafico. Baker ha uno stile fluido, malleabile. Certo, esprime probabilmente il suo massimo nelle sequenze dall’approccio più cartoon (come successo in opere come Re Davide), ma è capace di mescolare le carte e giocare con effetti ibridi e una gamma che sembra andare da Sergio Aragones a Bill Sienkiewicz. Tutto è giocato soprattutto sui personaggi: sfondi e ambienti sono quasi sempre assenti, spesso frettolosi e soprattutto demandati al colore che si occupa o di fornire riempitivi a vignette spoglie o di definire scenografie estremamente “grafiche” e minimali, che qualche volta danno l’impressione di una certa frettolosità.

Abbiamo parlato di:
Plastic Man
Kyle Baker, Scott Morse
Traduzione di Lorenzo Corti
Panini Comics, 2023
480 pagine, cartonato, colori – 45,00 €
ISBN: 9788828751311

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