Napoleone è una serie poliziesca, anzi fantasy, o meglio tutto questo e molto di più. Il bimestrale bonelliano è una delle testate “popolari” più vive ed interessanti, quella in cui gli elementi propri della serialità meglio si sposano con le aspirazioni “alte” del “fumetto d’autore” (tenendo ben conto dell’ovvia generalizzazione di questi termini), sostituendo in questo il Dylan Dog dei tempi migliori. L’affascinante personaggio creato da Carlo Ambrosini si muove all’interno di scenari sospesi tra un mondo fiabesco ed una realtà ben più cruda che tanto assomiglia a quella con cui ogni giorno abbiamo a che fare.
Ne Il cavaliere e il drago il divertentissimo prologo preistorico ed il sogno cavalleresco del protagonista fanno da contrasto ad una vicenda di ricatti e sfruttamento che sembra uscita dalle pagine di cronaca dei nostri quotidiani. I due livelli narrativi, quello fantastico e quello realistico, si equilibrano perfettamente creando continui riferimenti e sovrapposizioni alla leggenda di San Giorgio ed il Drago che attraversa tutto il racconto. Napoleone, coinvolto casualmente, si lascia guidare dall’istinto e dal sogno affrontando, lancia in resta,i moderni draghi al fine di liberare il mondo dalla bestia. Ma forse solo l’ultima stella, come il meteorite che spazzo’ via dalla faccia della terra i dinosauri (ai quali forse s’ispira la figura leggendaria del drago), saprà far veramente piazza pulita in un mondo che, secondo il protagonista, è altrettanto pericoloso di quello un tempo dominato dai rettili giganti. “E ci sarebbe poco da recriminare se qualche provvidenziale meteorite tornasse a darci la scossa!”, arriva ad esclamare Napoleone, ed il suo è lo sfogo di un personaggio maturo e consapevole che osserva la realtà con partecipazione e distacco al tempo stesso, ma anche attraverso il filtro del sogno.
Ambrosini sa regalarci l’ennesima perla di una serie che rientra di certo tra le indispensabili, da seguire senza esitazioni. Le tavole firmate da Alberto Gennari sono pulite, dettagliate, straordinarie nei primi piani e soprattutto nelle figure femminili. Insomma, un albo che sa intrattenere ed al tempo stesso stimolare una lettura “tra le righe” non secondaria,una serie che è una scommessa vinta, l’esempio di come si possa sfuggire ai rigidi canoni della serialità pur rispettandone le regole di base, quasi una rivoluzione in atto dall’interno.