Anche se il sogno non ti appartiene, anche se si tratta del sogno di un altro, chiudendo gli occhi potresti riuscire a vedere cerchi e ciambelle di luna in mezzo a cieli grigio fumo, quadrupedi giganti che impiegano un giorno per fare un passo, pupazzi di stoffa senza testa con due bottoni al posto degli occhi, oppure piccoli re usciti direttamente da un mazzo di carte.
Sono questi i simboli onirici in cui si condensa tutta la vicenda di Renei, giovane studentessa giapponese, nella splendida opera in due volumi Il sogno di Coo, dell’autore giapponese Hideji Oda, edito in Italia dalla Coconino Press all’interno della collana Coconino Pop. Si tratta della seconda opera dell’autore presentata in Italia dalla Coconino stessa, insieme all’inquieto e ottimo Dispersion (proposto anch’esso dalla Coconino in tre volumi nel 2002), suo esordio in patria.
Ne Il sogno di Coo l’autore ci trasporta insieme alla protagonista in un viaggio fatto di astrazioni e fantasmi, dove il reale e il sogno si confondono. Ci conduce per spazi immensi da camminare a piedi e ci racconta senza spiegare che ogni nostro sogno è macchiato di simboli. La piccola Renei imparerà a riconoscersi in quei riflessi, a trovare un legame apparentemente perduto con il fratello defunto. Oda costruisce un itinerario nell’emisfero destro della mente, attraverso l’invenzione inconscia e personale, ma ugualmente comune a tutti i sognatori. È una storia fatta di domande come queste: Come si può affrontare una perdita? oppure Il sogno è un rifugio o una condanna?
Renei, nel suo viaggio onirico ed esistenziale, rischia di confondere il sogno con la realtà e di farsi travolgere. Eppure, ripiegando la mente in un luogo separato (fatto di ciambelle di lune, quadrupedi giganti, pupazzi senza testa e re bidimensionali) e sparendo in esso, la giovane protagonista può ritrovare la compagnia di chi l’ha lasciata; può recuperare un legame e illudersi di poterlo consolidare in un tempo al di là del reale.
Oda crea i suoi percorsi artistici a partire da una “materia prima” sfuggente, indefinita, tanto più che nessuno ancora oggi sa spiegare la funzione del sogno, se non attraverso metafore, finzioni e sogni appunto. Come dire, il sogno lo si spiega con immagini oniriche, con la fantasia e la creazione.
Quindi, se si vuole comprendere un po’ più a fondo questo mistero generativo della nostra mente basta perdersi nel mondo di Coo (vacuità in giapponese) per scoprire con sorpresa di poter intuire la ragione stessa dell’immaginazione: stare più vicino a tutto quello che perdiamo ogni giorno, ad ogni respiro, senza mediazione e memoria.
La narrazione di Oda si apre ad ogni possibile rimando, sfumatura, imprecisione lessicale. Significato e significante si confondono, in un ritmo pacato tratteggiato da un tratto semplice, pulito e al contempo curatissimo e ricco. Ci vuole pazienza per leggere questa storia, la pazienza di chi aspetta il sogno che non arriva, la sorpresa che non c’é perché non ci può essere.
C’é un ritmo diverso che si può accogliere o fuggire. Se lo si accoglie, alla fine il nostro cuore sarà un po’ più ricco. Altrimenti, potremmo rischiare di continuare a seminare sul cemento.
L’edizione della Coconino Press è perfetta, nella confezione e nella stampa. Sono due volumi da consigliare a tutti, se si ha la giusta pazienza per questo genere di lettura e se la si accompagna con una tazza di té al cardamomo e alla cannella.
Se trovi un sogno, svegliati e portalo con te!
Potete richiedere i volumi alla vostra fumetteria di fiducia oppure direttamente sul sito della casa editrice:
Coconino press