Quando si parla di fumetto di supereroi, la mente corre subito all’immagine di tute attillate, corpi ipertrofici e scazzottate pretestuose.
Negli anni le case editrici americane, partendo dalle Big Two (Marvel e DC Comics) per arrivare a editori più piccoli come Valiant Entertainment, hanno saputo creare anche delle storie in cui il supereroismo è solo un pretesto per parlare di tante altri temi. E non serve citare Watchmen e Miraclemen di Alan Moore, oppure Animal Man di Grant Morrison, Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Tante sono le storie che hanno lasciato (o avrebbero dovuto lasciare) il segno, grazie al giusto mix di intrattenimento e contenuti importanti, che hanno saputo conquistare un pubblico trasversale, interessato non tanto a scoprire il più forte fra Hulk e La Cosa, quanto a leggere un fumetto che faccia riflettere, emozionare e magari anche divertire in maniera intelligente.
In questi ultimi anni di Marvel Now e dal Nuovi 52, sembra essere tornato a soffiare forte un vento anni ’90: la spinta alla spettacolarizzazione e al puro intrattenimento, sull’onda del successo dei cinecomics, il fiorire di crossover e megaeventi annuali o semestrali, le continue morti e resurrezioni, reboot e rinumerazioni.Per non parlare delle tonnellate di variant cover. Le storie continuano a usare alcuni archetipi consolidati, con uno stile narrativo più fresco e moderno, non sempre però con quello slancio che ci si aspetterebbe. Ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Perché anche nel fumetto supereroistico esistono isole felici. Molto felici. E, attualmente, spetta soprattutto a serie con protagoniste femminili portare alta la bandiera di un genere di fumetto intelligente, divertente, contemporaneo. Da Batgirl a She-Hulk, passando per Wonder Woman, Captain Marvel e la nuova Thor. Fino ad arrivare a Ms. Marvel.
E non stiamo parlando della buona, vecchia (in termini editoriali) Carol Danvers. No, la nuova Ms. Marvel non è lei. La nuova Ms. Marvel si chiama Kamala Khan.
Ragazzina 15enne, figlia di immigrati pakistani, frequenta la classica high school del New Jersey piena di jocks e ragazzine frivole, è amica di una coetanea molto religiosa e di un ragazzo (italo-americano, ma non il tipico “Guido” alla Jersey shore) che è cotto di lei. Un’adolescente come tante, finché la sua vita non cambia completamente grazie alle Nebbie Terrigene, la mistica sostanza usata dagli Inumani per sviluppare i propri poteri che, durante l’evento Infinity, si è sparsa in tutto il mondo. A contatto con la nebbia magica, Kamala si trasforma, ottiene il potere di poter cambiare la sua forma, e lo usa subito a fin di bene per salvare una sua amica, celandosi inconsapevolmente dietro le sembianze del suo mito, quella Carol Danvers attualmente in giro per lo spazio.
Così nasce una nuova supereroina e una nuova serie con tutte le caratteristiche del tipico fumetto Marvel. Un adolescente goffo che diventa qualcosa un eroe, ma resta pur sempre pieno di problemi normalissimi e si ritrova pure con nuove, grandi responsabilità. Kamala è quindi, come molti l’hanno definita, una sorta di Peter Parker al femminile per una generazione completamente diversa. La storia della narrativa supereroica è piena di esempi, partendo da Nova, passando dai Nuovi Mutanti e arrivando ai Runaways, solo per parlare degli esperimenti più riusciti e lasciandosi indietro una pletora di sonori fallimenti.
Ma Ms. Marvel è anche molto di più. Il qualcosa in più, in questo caso, lo danno gli autori.
G. Willow Wilson , classe 1982, autrice di Air e Cairo per la Vertigo, riesce a trasportare questo archetipo del supereroe adolescente nel secondo decennio del 2000 in maniera totalmente coinvolgente ed equilibrata, senza far avvertire alcuna sensazione di già visto. L’autrice utilizza il giusto mix di ingredienti per rendere la vicenda frizzante e inaspettata. L’elemento etnico, ad esempio, è perfettamente inserito in un contesto più ampio e complesso, ovvero quello dell’adolescenza di una ragazza americana di origini straniere, non bella, non intraprendente, timida e per giunta nerd, che si trova ai margini della gerarchia sociale delle scuole superiori, divisa tra due culture totalmente diverse e alla perenne ricerca del proprio cammino. Anche la struttura della famiglia pakistana è variegata, non stereotipata, e serve anche a mostrare i vari punti di vista culturali e religiosi che si possono trovare all’interno della stessa comunità, richiamando la struttura di altre opere come il film East is east o la serie televisiva tedesca Kebab for Breakfast: oltre a Kamala, abbiamo un fratello molto credente, una madre tradizionalista e un padre più tollerante che deve mediare tra le varie posizioni. In questo ambito, i superpoteri arrivano a complicare il tutto, non si sa se in senso positivo o negativo, ma comportano riflessioni, scelte, dubbi, euforia. Tutti sentimenti che nascono con naturalezza grazie a una narrazione
scorrevole, misurata, che sa dosare ironia e riflessioni e trattare con delicatezza numerose tematiche senza essere banale. La Wilson si è convertita all’Islam durante i suoi studi alla Boston University e per un lungo periodo ha vissuto in Egitto, quindi per esperienza diretta di questi riesce a farci immedesimare con il personaggio e il suo ambiente, anche se non siamo musulmani, adolescenti o abitanti del New Jersey. Dopo poche pagine, tutto ci sembra già familiare: le strade, la moschea dello Sceicco Abdullah, il Circle Q. E questa capacità della scrittrice ha permesso di creare una così grande empatia tra lettore e personaggio, fino a renderla un modello, una fonte di ispirazione è stata sancita da episodi come quelli avvenuti a San Francisco, in cui Ms. Marvel è diventata simbolo della lotta all’islamofobia che serpeggia negli USA e nel mondo.
Ma il successo di questa serie è dovuto in egual misura anche ad un Adrian Alphona in stato di grazia. Il suo stile cartoonesco, già visto sulla trascurabilissima Uncanny X-Force di Sam Humphries, riesce a creare la giusta atmosfera per la serie e contribuisce in maniera fondamentale a definire la protagonista, rendendola riconoscibile e unica, richiamando tratti tipici dell’etnia pakistana: naso adunco, capelli corvini. Una ragazza non bellissima, non perfetta, assolutamente normale. Lo storytelling dell’artista ha fatto un enorme passo avanti da Runaways, dove di tanto in tanto sembrava un po’ troppo rigido nella realizzazione delle scene più dinamiche. Oggi invece riesce a donare armonia alla tavola, riempiendola di particolari senza perdere in chiarezza, rispettando l’equilibrio compositivo pur conferendo una certa fluidità alla costruzione della tavola, sfruttando un tratto volutamente irregolare e non geometrico. Alphona riesce ad adattare i suoi disegni a varie situazioni, passando con agilità da momenti ironici che hanno per protagonisti personaggi grotteschi (come non citare il nemico dalla testa di pappagallo, Thomas Edison ?), momenti riflessivi e altri iconograficamente potenti (ad esempio, l’apparizione dei vendicatori in sogno si fonde con lo stile grafico tipico dell’arte araba), raggiungendo i risultati migliori nelle espressioni dei personaggi: gioia, stupore, paura, rabbia, tutte emozioni rese comprensibili dall’artista senza alcuna necessità di ricorrere alle parole.
Una serie equilibrata, che parla di adolescenza, problemi e superpoteri senza rinunciare all’avventura e al divertimento. Un successo di pubblico e critica che non accenna a diminuire, e che potrebbe conquistare anche chi i supereroi non li ha mai letti. Sperando che le contaminazioni e i team-up con altri supereroi, che finora sono stati i punti più deboli della serie e che probabilmente andranno ad aumentare vista la sua prossima inclusione nella formazione degli All-New, All-Different Avengers, non intacchino la freschezza e l’autenticità di questa ragazza speciale.
Abbiamo parlato di:
Ms. Marvel
G. Willow Wilson e Adrian Alphona
Panini Comics – pubblicazione regolare sul mensile “Incredibili Avengers”
96 pagine, spillato, a colori – 3,30 € cad.
Alioscia
28 Luglio 2015 a 17:09
Un vero capolavoro, sono tutti i punti di vista, per me seguito a ruota solo da due altri “nuovi supereroi”, Robbie Rayers [il nuovo Ghost Rider] e Sam Alexander [il nuovo Nova]. Tre serie in cui, in diversa maniera, giovani adolescenti in realtà “non classiche” da fumetto marvel, hanno a che fare con problemi reali uniti a quelli da supereroe.
Un Capolavoro, quello di Kamala Kahn [ma personalmente anche gli altri due sopracitati li ritengo QUASI alla pari] a cui spero che la Panini dia presto il Dovuto e Meritato rispetto, con una edizione raccolta, magari Cartonata, e non continuando a spargerla a frammenti sui vari spillati…