Anche tu, come quella falena, devi dare tutta te stessa all’oggetto della tua ricerca … devi annullarti in esso.
Sono le parole che usa Mourad Bey, capo dei mamelucchi e portatore del Triacanto, per rispondere alla misteriosa giovane pallida che gli ha confessato di non capire cosa fare della propria vita. E il suo apologo sulla conoscenza, la parabola su fiamma e falena1 che dà il titolo a questo episodio di Lilith, si rivela nella sua natura ambivalente: è un invito dei Cardi a consegnarsi a loro, o un consiglio di andare a fondo nel proprio scopo, estirpando i dubbi che animano la sua interlocutrice? Ma, anche se valesse la seconda opzione, rimane una sempre più assillante domanda a monte: qual è lo scopo della cacciatrice? Quale il senso della sua missione?
Lilith, giunta all’undicesimo volume, propone una nuova caccia, ambientata questa volta nell’Egitto invaso da Napoleone. Il periodo storico, al solito, è reso con un notevole livello di dettaglio e un equilibrio narrativo che non scade mai nel documentario. Potrebbe venire a noia lo schema, immutato dal primo numero, fatto di risveglio, incontro con lo Scuro e il miriapode, avvicinamento e neutralizzazione della vittima, ma Luca Enoch ha saputo garantire una interessante ed equilibrata dinamica emotiva nella protagonista, la cui evoluzione è messa in evidenza proprio dagli stessi gesti ripetuti nelle diverse epoche e dal differente approccio nell’affrontarli.
Il conflitto, per la cacciatrice, è sempre stato in primis con se stessa: Lyca è un’arma formidabile il cui ostacolo primario non è il confronto con il nemico, ma la solitudine e i dubbi sulla validità del proprio percorso. Enoch ha giocato con sapienza con questi due punti deboli: se da principio Lilith appariva in tutta la sua disumana potenza, con il progredire della storia abbiamo scoperto la ragazza dietro la guerriera, e la sua sempre maggiore fame di contatto con gli altri, mentre le allucinazioni ucroniche distribuite fra le pagine hanno instillato, in lei come in noi, la sensazione che qualcosa, del suo incarico, non le sia stato detto. Lo stesso rapporto con il nemico e i suoi emissari, i Cardi, si è rivelato meno monolitico di quanto ci si aspettasse in prima battuta, pur mantenendo, almeno finora, una natura di spiccato antagonismo.
La fiamma e la falena continua coerentemente il percorso di Lilith: il modo violento di reclamare l’amante di turno, il corpo nudo esposto agli sguardi dei soldati, il saluto tributato ai compagni di viaggio, non si limitano a echeggiare la stanchezza per un viaggio logorante in un mondo di fantasmi, ma ci fanno capire come si sia sempre più vicini a una crisi.
Questo numero crea anche uno stacco rispetto ai precedenti, perché per la prima volta la vittima designata sopravvive alla cacciatrice, in virtù della propria malattia terminale. L’unicità dell’evento si traduce in un dialogo importante, che pare istituire un momentaneo armistizio in cui si confrontano l’umanità ancora ignara della minaccia, la testimone del futuro e, sottinteso, il Triacanto stesso.
La narrazione è serrata, ma attenta a prendersi i suoi tempi. Coesistono l’azione, i momenti di pausa, episodi comici e scene intense. I disegni sono precisi, dinamici, con contorni netti che staccano bene le figure dall’ambientazione e permettono di capire alla perfezione tutto quello che succede, anche nelle sequenze più convulse.
Concludendo, una parola va spesa sulle copertine di Lilith e sullo stacco brutalmente netto che creano fra la figura della protagonista, in primo piano, e gli scenari spesso violenti sullo sfondo: se si rileggessero proprio nella chiave del viaggio temporale, per cui Lyca è poco più che spettatrice dell’azione, ecco che acquisterebbero il senso di una carrellata di folli foto ricordo, in cui l’indistruttibile ragazza posa in contesti drammatici, calata nel tempo eppure irrimediabilmente svincolata da esso.
Abbiamo parlato di:
Lilith #11 – La fiamma e la falena
Luca Enoch
Sergio Bonelli Editore, novembre 2013
132 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,70 €
ISBN: 977203531500830011
Riferimenti:
Il blog di Luca Enoch: lucaenoch.ilcannocchiale.it
L’apologo de La fiamma e la falena del mistico persiano Abu Abdallah al Husayn ibn Mansur (IX sec) è stato raccolto e divulgato da Pietro Citati in La primavera di Cosroe (Rizzoli, 1977). ↩