Lele Vianello, autore di Adriatica per Voilier, è stato ospite di Lo Spazio Audace – Vignette e caffè a Lucca Comics & Games 2024.
Benvenuto Lele! Puoi raccontarci di cosa parla Adriatica, la tua ultima opera, e da dove è nata l’ispirazione?
L’ispirazione viene da Venezia, dalla parte veneziana dei cantieri navali, che avevano assorbito una gran massa di operai e di ex partigiani. C’era stato un momento in cui gli inglesi in Venezia avevano usato i contrabbandieri veneziani, sapendo che loro sapevano muoversi attraverso il mare Adriatico, per portare documenti, merci, armi fino all’ex Jugoslavia. L’intelligence inglese li usava per contrabbandare. Molto della storia vengono da situazioni che ho sentito raccontare nelle osterie di Venezia, da amici e non, e lì ho avuto l’idea di questo gruppo di contrabbandieri diventati partigiani che portavano del denaro per aiutare Tito e le truppe della resistenza jugoslava. Devo dire che certe storie mi vengono direttamente, le scrivo e le sceneggio subito, invece Adriatica è stata più tormentata. Avevo un sacco di incastri da far combaciare però alla fine è una storia riuscita bene – certo detto da me non vale! – ma sono riuscito a mettere le cose giuste al momento giusto. La storia parte da Londra dieci anni dopo la narrazione ambientata a Venezia, dove un ex membro dei servizi speciali inglesi diventa ispettore. Nel Tamigi trovano un morto, nudo, con due tagli sull’addome e le mani dentro l’addome. È un modo che hanno i pastori albanesi nei balcani per avvisare chi ruba di “tenersi le mani in tasca”. L’ispettore inizia a indagare e prima che il corpo venga portato via alza il lenzuolo e riconosce una persona che doveva essere morta in Jugoslavia durante la guerra partigiana. L’ispettore chiede quindi il permesso di raggiungere Venezia e ricostruire la vicenda in una trama che abbraccia il giallo e parla di vendetta.
Ti sei preso delle licenze poetiche rispetto alla storia o hai cercato di essere il più fedele e realistico possibile?
La base è di rispetto storico. I partigiani combattevano realmente in quella zona, i tedeschi ci sono anche se non si vedono e Venezia fa da fondale. Ho preso quella Venezia dei cantieri navali, che assorbivano questi contrabbandieri fino alla pensione, oppure li trasformavano in “picchettini”, così chiamavano coloro che nei cantieri toglievano la ruggine dalle navi, le pitturavano eccetera. Pertanto questa parte di Venezia, quella non dei turisti, non di San Marco, quella “minore” diciamo, fa da fondale alla storia.
È naturale chiedere qual è il tuo rapporto con Venezia.
Venezia è importantissima e il fatto di viverci mi ha dato tanto. L’ho raccontata in tanti libri. Uno dei miei primi lavori, avevo 27 anni, fu Venezia una singolare avventura, di 180 pagine, seguito da tanti altri, editi anche in Francia. Venezia è un palcoscenico che ti permette di attingere, c’è mistero, c’è il silenzio, le calle, c’è la Venezia multimediale. Grande importanza ha il fatto che Venezia è anche tollerante. Il veneziano è uno che partiva, si faceva una famiglia e tornava con figli di colore. I turchi a Venezia erano a San Marco insieme al Doge, perché il commercio non doveva essere toccato. È un privilegio essere veneziano.
Com’è disegnare Venezia? alcuni la considerano molto difficile.
Sì! A Venezia c’è il gotico, ci sono le bifore… sono eccezionali e sì, difficili. A volte è un tormento disegnarla ma quando ho lavorato a Lune veneziane me la sono reinventata, non c’è un campiello che sia vero, c’è la possibilità di fare fondali teatrali, fai un pozzo, fai due bifore e diventa Venezia, e io l’ho usata in questo senso. Ma non l’ho mai amata da disegnare perché è complicata, come i cavalli, sono così belli ma così complicati!
Parlando di Venezia e di fumetti è inevitabile rievocare Hugo Pratt. Fra di voi c’è stata collaborazione e amicizia. Ci racconti un aneddoto?
La conoscenza con Pratt deriva da un’amica in comune, Lilli, ragazza molto bella. Lui aveva accettato di incontrarmi soltanto perché c’era lei. Il nostro rapporto è nato da lì. Io ero innamorato del suo disegno e lui l’aveva intuito nel valutare i miei primi lavori. Sapeva che attingevo da lui. Il Maestro abitava già a Parigi, Corto Maltese era diventato importante, un eroe nazionale in Francia, ma ogni tanto tornava a Venezia per trovare la madre. Io stavo a Malamocco, un borgo bellissimo e fra i più antichi, e lui abitava vicino. Lo incontravo in una delle due o tre osterie del Malamocco, lui mi chiedeva come andasse il mio lavoro e io domandavo “Maestro posso farle vedere”. Così mi invitava da lui fino alle cinque del mattino a guardare i disegni, e mi diceva “qui va bene, qui no”. Alla fine, dopo due anni, mi sono presentato e mi ha detto “Se lei va a Milano con questo, trova lavoro”. L’ho fatto e alla Mondadori – era il periodo dei magazine e delle riviste – mi hanno preso subito, comprandomi tre storie. Pratt aveva compreso che eravamo stilisticamente vicini e alla fine mi chiese di aiutarlo. Una volta era in ritardo con il lavoro, sono andato a casa sua, in terrazza, e gli ho dato una mano. Poi mi ha chiamato dalla Francia e mi ha detto “Sa che le sue cose sono passate inosservate? Potrebbe venire a Parigi”. Da lì, a piccoli passi, è cominciata tutta una storia, un’avventura con il Maestro, per me straordinaria.
Sei già al lavoro su qualcosa di nuovo?
Sto lavorando su una specie di giallo politico sul Canale di Suez. Sembra che vogliano dedicarmi qualcosa a Lucca Collezionando e vogliono un inedito. Allora avevo questa cosa nel cassetto e la sto disegnando. Nel frattempo sto continuando Isole lontane per la Francia.
Grazie per la disponibilità, Lele!
Intervista realizzata il 2 novembre 2024 a Lucca Comics & Games
BIOGRAFIA
Lele Vianello è uno dei grandi maestri della scuola veneziana del fumetto, nonché prosecutore ed erede dell’universo narrativo “prattiano”. I suoi lavori, attualmente tradotti e pubblicati in Francia, Germania, Danimarca e Spagna, ne fanno uno dei migliori artisti del fumetto italiano e uno degli autori italiani più rappresentativi all’estero. Numerosi i premi collezionati nella sua lunga e fortunata carriera: nel 1998, a Rimini, il Premio Franco Fossati per la guida di Venezia “Corto Sconto”; nel 2012, ad Illzach (Francia), il “Prix Coup de Coeur” del Festival Bédéciné per il volume “Cubana”; nel 2014, a Roma, il Romics d’Oro alla carriera; nel 2016 il “Premio Honorífico”, premio alla carriera del Salón del Cómic de Barcelona. Per Edizioni Voilier ha pubblicato recentemente Indians, con Stefano Babini, Mari del Sud e Isole lontane, storia che segna un significativo ritorno all’avventura per mare del maestro veneziano e l’esordio di un nuovo e carismatico personaggio: il Comandante Drake.