Nel novembre 2014 Rizzoli Lizard ha pubblicato L’Arte della Felicità, trasposizione a fumetti dell’omonimo film realizzato da M.A.D. Entertainment con la regia di Alessandro Rak.
Il film è stato presentato nel 2013 al Festival del Cinema di Venezia dove ha vinto il Premio della Critica e, inoltre, nel dicembre 2013, è stato proclamato Miglior film d’animazione agli European Film Awards. Dal cinema alla graphic novel il passo è stato breve: i disegni dello stesso Rak (arricchiti nella versione cinematografica da tecnologie 2d e 3d) sono stati trasportati sulla carta stampata, dando vita ad una nuova versione della storia, anticipata dalla prefazione di Roberto Saviano.
Due fratelli napoletani, Alfredo e Sergio, musicisti, compiono due opposte scelte di vita, derivate da diverse disposizioni interiori: il maggiore tra i due, il saggio e tenace Alfredo, sceglie la religione buddista e si trasferisce in Tibet; il più giovane, il ribelle e inquieto Sergio, sulla scia dell’allontanamento del fratello (e delle sue motivazioni) sprofonda in una crisi profonda che sfocia nel bisogno di trovare una nuova via.
La sua è la strada alla ricerca de L’arte della felicità.
Alessandro Rak ci proietta subito nel paesaggio verde, brillante e lussureggiante che circonda il tempio buddista in Tibet dove si trova Alfredo e che contrasta nettamente con i toni grigi della realtà urbana di una Napoli bagnata da una pioggia incessante e sommersa dai rifiuti. I colori contrapposti dei paesaggi rispecchiano la serenità del monaco buddista che va incontro al suo destino, rispetto al tormento di Sergio che, alla guida di un taxi, percorre ininterrottamente le strade della città partenopea durante il temporale, in compagnia di diversi passeggeri, ognuno con la sua storia da condividere.
Il percorso del taxi è la metafora del cammino di un’anima inquieta, che si snoda materialmente nelle pagine di questo libro, scandito in nove diversi capitoli, in cui si avvicendano i racconti dei personaggi, interrotti dalle riflessioni e dalla rabbia di Sergio, dai ricordi dell’infanzia e dai fantasmi del passato e del presente.
A livello grafico, ogni capitolo è introdotto dalla presenza fortemente simbolica di una macchinina caricata a molla che percorre un binario, su cui poi si pongono degli ostacoli, che allontanano il veicolo dal percorso. L’automobilina finisce allora per camminare su un tappeto tra statuine buddiste, porta incensi e mucchi di diapositive, investendo carte da gioco, sagome di carta, giocatori del Subbuteo.
La rappresentazione dettagliata di oggetti degli oggetti è ripresa nell’abitacolo del taxi in cui Sergio si è rinchiuso (dove compaiono fotografie, mozziconi di sigarette, una lettera…) e finisce per riflettere contemporaneamente la confusione della sua anima e quella della città all’esterno, con la sua spazzatura, il rumore dei clacson, del traffico e della pioggia.
La storia è costruita da Rak attraverso un complesso montaggio: oltre all’alternarsi delle voci di Alfredo e Sergio, vi
sono salti temporali e incastri narrativi continui. Il protagonista è spesso visto dal basso all’interno della sua autovettura, caratterizzato da una fortissima espressività e rivolto verso un invisibile e silenzioso testimone dei suoi monologhi. I continui flashback sono riflessi nell’alternarsi di colori, e persino lo stile del disegno cambia adattandosi allo scorrere di alcuni momenti. I ricordi di Sergio che guarda il mondo con i suoi disarmanti occhioni di bambino sono virati in arancio, mentre è solo tratteggiata l’immagine di uno sconfortante futuro con conseguente apocalisse finale, costruita geometricamente con toni rossi, blu, viola e arancio molto netti in stile pop (illustrazioni queste di Fabio Abbreccia).
Al culmine di questa elaborata sequenza appare l’incubo di Sergio: l’eruzione del Vesuvio che incendia l’aria su una Piazza del Gesù bombardata dai lapilli, con un cielo cupo e rossastro, e un susseguirsi veloce e coinvolgente di immagini e sensazioni fino ad un climax finale, a cui seguirà la volontà del tassista di tornare a vivere la propria vita.
Questo vortice di meravigliosi disegni riesce con straordinaria varietà a risucchiare il lettore nel sogno/incubo di Sergio, che sotto la guida di Alfredo “smette di girare in tondo” e ritrova la musica e il coraggio di sedersi al pianoforte in un cortile pieno di luce dorata.
L’energia fino a questo momento compressa nella città che sembra quasi sul punto di crollare su se stessa, e, allo stesso tempo, trattenuta nel dolore del protagonista, viene finalmente liberata. La storia, pur nella sua semplicità, supera la vicenda di Sergio, si pone attraverso il luogo e il tempo e si colloca in una prospettiva universale.
“All’Arte della Felicità sono le 8:30 di una splendida mattina di dicembre… l’aria è stranamente profumata, il cielo limpido, la città, la mia città… bellissima! Come la speranza… (…) Due fratelli, un pianoforte, un violino, che prenderanno due sentieri diversi, ma qui sono ancora insieme… e poi dicono che non c’è poesia!”
Abbiamo parlato di:
L’arte della Felicità
Alessandro Rak
Rizzoli Lizard, 2014
180 pagine, brossurato, colori – 16,00€
ISBN: 978-88-17-07825-2