Ken Saro-Wiwa: storia di un ribelle romantico

Ken Saro-Wiwa: storia di un ribelle romantico

Ken Saro-Wiwa, scrittore, poeta e attivista politico nigeriano. Un uomo che ha lottato per la propria etnia e che è stato ucciso per proteggere interessi economici e politici. Una storia raccontata con “delicata decisione”, che unisce biografia e poesia di un grande uomo poco conosciuto.
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Non ti ricordi di Ken Saro-Wiwa, il poeta nigeriano, un eroe dei nostri giorni, cantava il Teatro degli orrori nella canzone A sangue freddo. Definire Ken Saro-Wiwa un eroe non è una esagerazione, semmai un eufemismo. Evocarne il ricordo è un dovere.

Poeta, autore televisivo e scrittore, ha vissuto sulla sua pelle gli orrori della guerra del Biafra (esperienza da cui è nato il libro Sozaboy, testimonianza scioccante della nascita dei bambini soldato) ed è stato uno dei più importanti intellettuali africani del ventesimo secolo.

Sin dagli anni ’80 si distinse come attivista politico in difesa del popolo Ogoni, la più grande popolazione del delta del Niger che sin dalla dominazione inglese aveva subito soprusi prima dal governo britannico, poi da quello nigeriano e dalla multinazionale petrolifera Shell, responsabile della distruzione delle terre degli Ogoni e della loro povertà.

Dopo anni di lotta, di articoli e poesie intense e aspramente critiche, la battaglia di Saro-Wiwa si interruppe nel 1994, quando l’intellettuale venne impiccato dopo un processo farsa. Una morte passata in secondo piano, oscurata dalla vittoria della nazionale di calcio nigeriana e dai depistaggi politici.

Da questo ultimo viaggio, da questo affronto alla storia e alla memoria di un grande uomo parte il racconto di Roberta Balestrucci Fancellu e Anna Cerignano. Una storia che inizia dalla morte per parlare di una vita difficile e coraggiosa, sempre a testa alta. Le autrici scelgono di focalizzarsi soprattutto sugli ultimi anni di Saro-Wiwa e sul suo impegno sempre maggiore per gli Ogoni, ripercorrendo alcuni momenti centrali, come le manifestazioni, gli arresti, i processi.

Ma sono soprattutto le parole dello scrittore a essere protagoniste del racconto: Balestrucci Facellu, oltre a narrare la biografia di Saro-Wiwa, intercala gli scritti e i discorsi pronunciati dall’intellettuale, riuscendo a far fluire la sua voce in maniera naturale all’interno della narrazione. Questa scelta fa emergere con ancora più forza il personaggio, presentato in tutta la sua umanità, i suoi dubbi ma anche la sua convinzione e la sua tenacia, una forza capace di creare un senso di popolo, un movimento per i diritti fondamentali dell’uomo che non ha paura a sfidare un potere politico ed economi corrotto e ingordo. La voce e le vicende di Saro-Wiwa non sono narrate con piglio giornalistico, ma seguendo un ritmo narrativo capace di dare il giusto spazio all’informazione senza dimenticare i sentimenti dietro i protagonisti delle vicende: i dubbi e la stanchezza dello scrittore, la paura di suo fratello, la tenacia dei sostenitori, le menzogne del potere.

Anna Cerignano sceglie di illustrare la storia con un bianco e nero luminoso, che fa risplendere la figura di Saro-Wiwa di un’aura quasi mistica. Le linee morbide e delicate conferiscono ai corpi una leggerezza eterea e si soffermano soprattutto sulle espressioni dei personaggi e sui loro gesti, rafforzando ancora di più la componente emotiva del racconto. La delicatezza del tratto non solo non sminuisce la forza iconica del personaggio, ma anzi la esalta nelle sue caratteristiche più umane.

Il paesaggio e l’ambientazione sono invece lasciati abbozzati e quasi mai definiti: se da una parte questa scelta focalizza l’attenzione sui personaggi, dall’altra trascura un po’ il racconto della realtà quotidiana per cui Saro-Wiwa lotta, mettendo in secondo piano la questione ambientale. Per bilanciare questa mancanza, Cerignano sottolinea i momenti più drammatici della vita dello scrittore (i processi, gli incubi, la sentenza di morte) introducendo un elemento onirico/soprannaturale: in questi frangenti, Saro-Wiwa si trova macchiato, circondato, affogato dal petrolio, il vero motivo della sofferenza sua e del suo popolo, l’oggetto del desiderio di politici e industriali. Il fiume di “oro nero” che sfonda la porta del tribunale è un’immagine simbolica diretta e potente, in cui l’oscurità della violenza si infrange contro la candidezza della verità portata da Ken Saro. Fino alle ultime due tavole, in cui il codice cromatico si inverte e Ken Saro è finalmente libero e trionfante.

In chiusura del volume, come ormai da tradizione in molte opere Beccogiallo, Balestrucci Facellu approfondisce la storia del personaggio con un taglio nettamente giornalistico.
Una storia intensa, raccontata con garbo e attenzione, con rispetto e con volontà di far vivere il ricordo di un uomo che come tanti altri nel mondo si batte in silenzio, per un’umanità migliore.
Da oggi anche noi ci ricorderemo di Ken Saro-Wiwa, un vero eroe dei nostri giorni.

Abbiamo parlato di:
Ken Saro-Wiwa – Storia di un ribelle romantico
Roberta Balestrucci Fancellu, Anna Cerignano
BeccoGiallo,  2018
136 pagine, brossurato, bianco e nero – 17,00 €
ISBN: 9788833140094

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