In ricordo di David Lynch, fumettista

In ricordo di David Lynch, fumettista

Un ricordo del geniale e visionario regista a pochi giorni dalla sua morte: la striscia The Angriest Dog in the World, esempio della sua incontenibile creatività.


“The dog who is so angry he cannot move. He cannot eat. He cannot sleep. He can just barely growl. Bound so tightly with tension and anger, he approaches the state of rigor mortis.”1

Leggete questo paragrafo, ripetuto sempre uguale per nove anni in apertura di una striscia in cui la scena è sempre la stessa e a cambiare sono solo le parole nei pochi balloon: un cane dai denti digrignati, nel giardino di una tipica casa residenziale statunitense, tende un guinzaglio tagliando la scena in due parti, mentre nella casa una famiglia invisibile parla di vari temi e situazioni. Quattro vignette uguali, se non per l’ultima, in cui il giorno diventa notte e l’unica luce che illumina la scena è quella di un lampioncino.
Adesso rileggete la frase, immaginatela letta a voce alta con un forte accento del Montana. Se non vi riesce perché in effetti chi conosce l’accento del Montana? immaginate allora un personaggio ben preciso: Gordon Cole, il superiore dell’agente FBI Dale Cooper, il protagonista di Twin Peaks.

The Angriest Dog In The World By David Lynch

Questo che vedete qua sopra, infatti, è un fumetto del visionario, geniale, istrionico regista David Lynch, che ci ha lasciato il 16 gennaio 2025 all’età di 78 anni. Realizzato dal 1983 al 1991 per il Los Angeles Reader, tabloid settimanale non più esistente, e pubblicato parzialmente anche sulla rivista Dark Horse Le Chavalier Noir2, l’idea della striscia The Angriest Dog in the World nasce quasi in contemporanea con Eraserhead, primo film del regista iniziato nel 1971 ma concluso, tra molte difficoltà, solo nel 1977, in un periodo in cui provava molta rabbia:
Beh, avevo una rabbia tremenda. Quando ho iniziato a meditare [nel 1973], una delle prime cose a scomparire è stata una grande parte di essa. Non so come, semplicemente è evaporata” precisando che “La memoria della rabbia è ciò che fa The Angriest Dog. Non la rabbia reale ormai. È una sorta di atteggiamento amaro verso la vita.3

La striscia è un esempio perfetto di alcuni elementi tipici dell’opera di Lynch. Il bianco e nero e l’approccio espressionista alla striscia rimandano proprio a Eraserhead: l’ambientazione famigliare e al tempo stesso sospesa in un contesto quasi atemporale crea una prima dissonanza, che si acuisce nel contrasto con le battute pronunciate dagli invisibili membri di una famiglia che riflette su questioni esistenziali e altre ben più concrete, riducendosi infine a trarre conclusioni che mescolano grottesco e surreale, vere e proprie freddure, non-sequitur e aforismi che riflettono lo humor nero e bizzarro del regista, in linea con alcune delle più famose battute nate dalla sua mente.

Un modo di catturare l’estemporaneità del quotidiano ed estrapolarla in un contesto diverso, inedito e straniante, che è una delle caratteristiche principali dell’arte di Lynch, capace di declinarle anche in maniere del tutto diverse, ma sempre coerenti, come fatto ad esempio nelle assurde e spassose previsioni del tempo realizzate negli ultimi anni.

Il fumetto ha un che di perverso, perché il suo umorismo si basa sullo stato malato, miserabile e infelice delle persone. Ma in qualche modo questa striscia mi entusiasma.4

A fare da contraltare alle freddure, alle battute, alle riflessioni della famiglia c’è il cane: nero, arrabbiato, quasi alieno, che come una freccia punta nella direzione opposta, quasi a voler uscire dalla pagina, a volersi dissociare dall’umanità stessa rinchiudendosi nel suo astio, delle cui ragioni il lettore non è realmente a conoscenza.
Come sottolineato su Objectif Cinema in una recensione di Rabbits, una serie di criptici e inquietanti corti animati del 2002 che mescolano sitcom e horror con protagonisti dei conigli antropomorfi (alcune scene delle quali sono state riusate in Inland Empire): “David Lynch ha usato animali anche nel suo precedente repertorio di lavori. I cani, per esempio, appaiono in quasi tutti i suoi film, di solito come oggetti visivi: chi potrebbe dimenticare la scena di Wild at Heart in cui il nostro amico cane scappa via con la mano mozzata del cassiere della banca? O i cuccioli che piagnucolano nel salotto di Mary X in Eraserhead?”

Ma al tempo stesso, oltre a essere oggetti scenici, sono interlocutori impassibili o impossibili da decifrare, oppure veri e propri protagonisti: come i gufi, che non sono quello che sembrano ma anzi portatori di oscuri misteri (mai svelati) in Twin Peaks, oppure la creatura mezza anfibia e mezza insetto nata a seguito dell’esplosione nucleare dell’episodio 8 della serie Twin Peaks del 2017, o ancora la scimmia cappuccina di What Did Jack Do?, vera e propria protagonista di uno strampalato e grottesco interrogatorio di polizia.

Oltre a essere una lettura divertente e surreale, The Angriest Dog in the World è certamente un tassello da contesualizzare all’interno di in una vita artistica, ma che riesce a raccontare, in maniera laterale eppure anche totalmente centrata, l’anima, l’estro, ma anche l’umorismo e la capacità di non prendersi mai sul serio al 100%, di un artista immenso, geniale, poliedrico, folle, visionario, sempre coerente e fedele a sé stesso in ogni sua incarnazione creativa. Un artista che ci lascia un’eredità eccezionale, a cui abbiamo avuto, e abbiamo, la possibilità di attingere per l’eternità, lasciandoci sempre stupire dai suoi significati nascosti, dal suo fascino indecifrabile, dalla sua immaginazione genuina, che nasce dai sogni e nei sogni ritorna.

Questa è l’acqua, e questo è il pozzo. Bevi a sazietà, e scendi.


  1. Il cane è così arrabbiato che non può muoversi. Non può mangiare. Non può dormire. Può appena ringhiare. Legato così strettamente dalla tensione e dalla rabbia, si avvicina allo stato di rigor mortis. 

  2. Rivista durata 50 numeri dal 1989 al 1994, edita prima da Mike Richardson e poi da Barbara Kesel, e che aveva come obbiettivo quello di presentare in lingua inglese lavori come Le città oscure di François Schuiten e Benoît Peeters, oppure Le Straordinarie Avventure di Adele Blanc-Sec di Jacques Tardi, ma anche lavori di autori e autrici statunitensi come Paul Chadwick 

  3. Fonte: thecityofabsurdity.com/dog.html 

  4. Fonte: thecityofabsurdity.com/dog.html 

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