GTO, acronimo di Great Teacher Onizuka, è l’opera più famosa del mangaka Toru Fujisawa. In Italia, il manga ha accresciuto notevolmente la sua fama anche grazie alla celebre serie animata mandata in onda da MTV a partire dal 2003.
La storia narra le vicende del bizzarro professore di scienze sociali Eikichi Onizuka, laureatosi in un’università di quinta categoria e famoso nell’ambiente criminale per il suo burrascoso passato da “mototeppista“ narrato in Shonan Junai Gumi, opera antecedente a GTO creata dal medesimo autore.
Il protagonista di entrambe le serie è riuscito, nel corso del tempo, a trasformarsi in un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda la nobile arte dell’insegnamento, grazie ai suoi metodi sicuramente poco ortodossi ma, al tempo stesso, estremamente efficaci.
GTO, nonostante non sia un’opera conosciuta come Dragonball o One Piece (almeno nel nostro paese), ha comunque il grande merito di aver trattato in modo esaustivo numerosi temi di carattere sociale ancora oggi attuali e spesso al centro di numerosi dibattiti etico/culturali.
Per comprendere al meglio i numerosi temi disseminati dall’autore in tutto il manga, è bene quindi inquadrare prima di tutto il carismatico protagonista, per poi sviscerare a fondo tutto il resto.
IL GERMAN SUPLEX DELLA RABBIA
Perché è la mia policy!
Eikichi Onizuka è un ragazzo di 22 anni con moltissime passioni tra le quali figurano il lanciare sfide con lo sguardo, eseguire numerose tecniche di wrestling, guardare sotto la gonna delle ragazze, scorrazzare per la città in moto e giocare ai videogame.
Determinato più che mai a perdere la verginità e a trovare un lavoro dignitoso, Eikichi si presenta da subito come un sognatore sbandato in cerca del suo posto nel mondo.
Il protagonista, quando scopre casualmente che una giovane e affascinante studentessa è fidanzata con un vecchio e brutto insegnante, decide improvvisamente di impiegare tutte le sue forze per diventare il più grande docente di tutto il Giappone, così da poter fidanzarsi/sposarsi in futuro con una sua allieva.
Ryuji ho deciso… ho riflettuto! Io diventerò un professore! Un teacher così great… da diventare una leggenda!
I primi capitoli dell’opera, che vedono Onizuka intento a ottenere l’abilitazione per diventare insegnante in una scuola pubblica e che fungono da prologo all’intera vicenda, sono un vero e proprio ponte tra il passato e il presente; Eikichi, legato ancora al suo look da teppista, è costretto a mutare aspetto partendo dalla sua pettinatura, così da rendersi quanto meno presentabile ai vari colloqui di lavoro, mantenendo comunque uno stile bizzarro e riconoscibile.
Il nuovo taglio rappresenta quindi un vero e proprio cambiamento nella vita del protagonista, particolare che serve a ribadire la volontà dell’autore di far evolvere il proprio personaggio in modo originale, trasformando di fatto un individuo borderline e antisistema in un paladino delle istituzioni.
In seguito, Onizuka viene assunto nel prestigioso istituto privato Kissho dopo aver fatto un German suplex (nota mossa di wrestling) al vicepreside Hiroshi Uchiyamada per difendere uno studente, mettendo subito in chiaro i suoi metodi di insegnamento poco ortodossi.
La direttrice Sakurai, conscia di aver trovato un individuo fuori dagli schemi, decide di affidargli la quarta sezione del terzo anno, composta da terribili alunni delle medie diventanti in breve tempo l’incubo di ogni insegnante.
UN SISTEMA IMPERFETTO
Quando guardo i testi mi viene sonno, e quando guardo gli altri prof… mi danno sui nervi.
Sebbene GTO sia un manga che ruota attorno al personaggio di Onizuka, non sono rari i momenti in cui la struttura narrativa cambia leggermente mostrandoci gli spaccati di vita degli altri personaggi, siano essi alunni o professori.
Queste piccole ma importanti deviazioni servono a caratterizzare al meglio i vari comprimari, in modo da donargli quello spessore caratteriale necessario a comprendere la reale motivazione dietro alle scelte che compiono in particolari situazioni.
Tutti, comunque, sono uniti da un unico filo conduttore: la claustrofobica società giapponese.
Infatti, nonostante l’opera sia piena di situazioni folli e divertenti, non è raro imbattersi in momenti maggiormente riflessivi che spesso sfociano in una vera e propria denuncia contro un sistema sociale e scolastico che, purtroppo troppo spesso, è vittima delle sue stesse regole.
Nel manga, oltre al comportamento scorretto degli studenti che spesso sconfina nel bullismo, viene anche preso di mira, e per certi versi demolito, il sistema classico dell’insegnamento, spesso inadeguato nel comprendere i reali problemi degli allievi e incapace di affrontare qualsiasi difficoltà; in GTO infatti molti insegnanti sono mostrati come persone senza scrupoli che si limitano a ripetere in modo meccanico le nozioni apprese dai libri di testo, sempre pronti a umiliare gli studenti più problematici dall’alto della loro presunta superiorità.
Mi sono reso conto… che io e quei mocciosi… non siamo affatto diversi
Il vicepreside Uchiyamada incarna perfettamente il prototipo del cattivo insegnante che, anche nel tempo libero, viene descritto come un uomo frustrato e senza nessun talento, capace solo di molestare le ragazze o di curare spasmodicamente la propria auto, una Cresta a cui tiene più della sua stessa vita.
In questo modo, la gag ricorrente della vettura distrutta da Onizuka, oltre a far semplicemente ridere, mette in contrasto due stili di vita differenti.
Da una parte abbiamo Eikichi, pieno di difetti ma sempre pronto ad aiutare i suoi studenti anche a rischio della vita, mentre dall’altra abbiamo Uchiyamada, attento a rispettare le regole ma attaccato solo alle cose materiali, incapace di uscire dalla sua fredda e vuota routine giornaliera.
Il metodo di insegnamento di Onizuka, fuori da qualsiasi logica e protocollo, gli permette di creare un legame profondissimo con i propri allievi, così da fargli abbattere qualsiasi barriera emotiva ponendolo di fatto a un livello fuori scala rispetto a tutti gli altri docenti; Eikichi, a volte arrivando addirittura a utilizzare la forza bruta o l’ausilio dei suoi amici mototeppisti, è quindi in grado di risolvere qualsiasi problema lottando come un leone per aiutare anche alunni all’apparenza irrecuperabili.
Volete che questi ragazzi imparino solo a prendere voti alti e ad assecondare l’umore dei superiori, quando troveranno un lavoro?
Nella prima parte del manga, in cui Uchiyamada può essere considerato come l’antagonista principale, gli studenti diventano co-protagonisti della storia, con Eikichi intento a confrontarsi con personaggi del calibro di Urumi Kanzaki o Mayu Wakui, studenti astuti e terribili ma, in fondo, semplicemente alla ricerca di una guida.
Nella seconda parte gli alunni ricoprono sempre un ruolo molto importante, anche se in questa fase non assumono più il ruolo di antagonisti dato che Onizuka è riuscito a diventare loro amico.
Lo strambo insegnante è comunque sempre alle prese con situazioni via via più intricate e pericolose, a partire dal confronto con il docente stalker Suguru Teshigawara fino ad arrivare alla lotta senza quartiere con l’agguerrita neo-direttrice Misuzu Daimon e i suoi angeli.
Anche se più di qualcuno potrebbe pensare che GTO sia un bieco attacco al mondo dell’insegnamento, in realtà è l’esatto contrario: nell’opera è infatti presente anche la professoressa Azusa Fuyutsuki, simbolo di un sistema scolastico efficiente e pieno di risorse, su cui è possibile investire e in cui è giusto credere, posto in antitesi a quello marcio, malato e opportunista rappresentato da persone come Uchiyamada o l’insegnante feticista e guardone Tadashi Sakurai.
UNA QUESTIONE DI APPARENZA
Eravamo i migliori, e adesso abbiamo già 22 anni… anche noi siamo diventati adulti…
Ma che dici? Siamo rimasti gli stessi!
Fujisawa, oltre a denunciare l’ipocrisia della società giapponese, ha infarcito il manga di altre numerose tematiche capaci di donare all’opera vari spunti di riflessione interessanti.
Il tema dell’amicizia, molto marcato all’interno dell’opera, viene affrontato grazie a personaggi come Toshiyuki Saejima e Ryuji Danma (co-protagonista in Shonan Junai Gumi).
Quest’ultimo, seppur in GTO sia relegato a semplice comparsa, serve a far comprendere il forte legame affettivo tra i due personaggi, dato che Onizuka fa spesso riferimento al suo migliore amico nelle situazioni di grande difficoltà, a testimonianza del fatto che anche a distanza di tempo nulla è riuscito a intaccare la loro amicizia leale e sincera.
Invece, nelle divertenti sequenze in cui Eikichi interagisce con il poliziotto corrotto Saejima, viene mostrato un lato maggiormente ludico dell’amicizia, composto da vari siparietti comici al limite dell’assurdo in cui vediamo il tutore della legge alle prese con una moltitudine di traffici illeciti.
Molto presente anche il tema della redenzione, dato che spesso i personaggi che interagiscono con Onizuka riescono a capire i propri errori, dimostrando all’intera collettività che è sempre possibile ricominciare da zero una volta toccato il fondo.
Eikichi, che in un primo momento può apparire come l’incarnazione della superficialità, rappresenta quindi la rivincita sociale di chi, anche andando contro le regole e il sistema, è in grado di portare un cambiamento benevolo alla società.
Toru Fujisawa ha deciso di puntare anche sul tema dell’abbattimento dei pregiudizi, portando di fatto il lettore a stare dalla parte di Onizuka, un maniaco guardone rozzo e incivile… dotato però di un cuore d’oro.
UNA SANA RISATA
Ho… ho un cobra reale… attaccato al mio pisello!
Bisogna comunque ricordarsi che GTO, nonostante le varie tematiche trattate in modo serio, è anche un manga comico.
Onizuka è un personaggio iperattivo che si butta con foga in ogni situazione, bella o brutta che sia. Il suo lato fanciullesco viene fuori in ogni occasione e in qualsiasi ambito dato che non è raro vederlo insegnare con indosso dei bizzarri costumi che spesso omaggiano opere leggendarie come Devilman.
Da un punto di vista citazionistico, è davvero sorprendente vedere l’eccezionale lavoro svolto dall’autore nell’omaggiare la cultura pop, grazie ai continui riferimenti a serie tv, manga, film, videogiochi, attori e attrici, locali particolari e molto altro, capaci di rendere estremamente vivo e credibile il mondo in cui si muovono tutti i personaggi.
Analizzando attentamente ogni citazione è infatti possibile entrare in uno spaccato esistenziale dove la società giapponese viene messa sotto i riflettori, in modo da farci scoprire aspetti e tradizioni di una cultura così diversa dalla nostra ma al tempo stesso estremamente particolare e affascinante.
In questo ambiente ben costruito e assolutamente credibile, vedere Onizuka sfidare a braccio di ferro cento persone consecutivamente o gettarsi continuamente da altezze vertiginose e trovare sempre il modo di salvarsi diventa quindi una routine facilmente assimilabile dal lettore, che andando avanti nella storia non può fare a meno di identificare lo strambo professore come un supereroe dotato di abilità straordinarie e capace, seppur con metodi anticonvenzionali, di affrontare qualsiasi ostacolo.
Le stesse trovate fuori di testa ideate dal protagonista per risolvere i problemi, come ad esempio l’idea di vendere i propri organi interni per guadagnare soldi in poco tempo, non risultano mai fuori luogo o esagerate data la grande impronta comica presente in tutta l’opera dall’inizio alla fine.
La riuscita mescolanza tra momenti esilaranti e sequenze introspettive è sicuramente uno dei punti di forza del manga, capace di passare da un estremo all’altro nel giro di pochissime vignette.
Il ritmo della narrazione si attesta su buoni livelli anche se, data la particolare natura del manga e ai numerosi temi trattati, il fumetto ci mette un po’ a mostrare il suo vero potenziale, puntando tutto più sulla visione d’insieme che su un singolo evento.
Infatti, spesso rimangono maggiormente impressi i momenti esilaranti in cui il protagonista deve rimediare ai disastri che lui stesso ha provocato e/o quelli in cui si traveste indossando improbabili costumi, anche se in realtà queste sequenze sono solo una parte dell’opera.
LE FACCE DI ONIZUKA
G… GREAT…
Il tratto di Toru Fujisawa, morbido ed essenziale per quanto riguarda i personaggi, risulta curato in molti frangenti.
Una nota di merito va sicuramente alle espressioni facciali dei vari personaggi, in alcuni casi estremamente elaborate e uniche nel loro genere. Onizuka, quando viene raffigurato con smorfie tanto assurde quanto divertenti, incarna perfettamente il lato folle e sopra le righe dell’opera.
Grande attenzione è stata riservata anche alle numerose giovani studentesse presenti nel manga, mostrate varie volte in pose ammiccanti o con vertiginose scollature; l’autore ha anche deciso di usare spesso numerose inquadrature dove viene mostrato l’intimo femminile, giocando con il fan service per descrivere, a volte in chiave umoristica, le tendenze da maniaco di Eikichi.
Gli ambienti esterni risultano il più delle volte estremamente spogli e poveri di dettagli, mentre gli interni risultano spesso ricchi di particolari, come nel caso della moltitudine di oggetti presenti nel rifugio di Onizuka.
GTO, che all’inizio può apparire come un manga leggero e scanzonato, in realtà nasconde un’anima profonda e ricca di sfaccettature. L’opera di Fujisawa è infatti una lente d’ingrandimento su alcuni aspetti controversi della società giapponese, a cominciare dal soffocante sistema scolastico.
Un fumetto adatto a studenti e professori in egual misura, in grado di far riflettere chiunque sul vero significato dietro alla parola insegnamento.
Abbiamo parlato di:
GTO – Great Teacher Onizuka #1/25
Toru Fujisawa
Dynit – (BIG GTO) da ottobre 2006
384 pagine, brossurato, bianco e nero – 6,90€ cad.