Ghost (Cajelli, Mutti)

Ghost (Cajelli, Mutti)

John Ghostman è un ex agente dell’FBI, specializzato nel dare la caccia ai serial killer. Il mancato salvataggio di un bambino, ucciso davanti ai suoi occhi, ha generato in lui un senso di colpa tale da costringerlo a lasciare il Bureau, ma una nuova serie di omicidi lo obbliga a tornare sul campo. Per il detective Ghostman, detto “Ghost” si tratta di affrontare un nuovo killer e i propri demoni interiori.
Diego Cajelli (testi) ed Andrea Mutti (disegni) confezionano un thriller ben fatto, con un’ambientazione convincente ed un ritmo sostenuto. Efficace il tratto di Mutti che regala alla vicenda un’atmosfera cupa (a qualche lettore forse tornerà in mente Seven, il film di David Fincher), ideale per una storia che mischia realtà e follia. Convincenti i dialoghi anche se, forse a causa della brevità del volume, la caratterizzazione dei personaggi appare un po’ approssimativa.
Una buona storia di genere dai toni hard-boiled, un prodotto che pur non brillando per originalità, assolve discretamente al compito di intrattenere. Molto buona l’edizione BD.

Abbiamo parlato di:
Ghost
Diego Cajelli, Andrea Mutti
Edizioni BD, 2011
80 pagine, brossurato, colore – 10,00€
ISBN: 9788861238909

 

8 Commenti

8 Comments

  1. Bruno Magri

    31 Gennaio 2012 a 22:41

    Poi la gente si lamenta che sul web non esiste la critica.
    Che senso ha questa recensione?
    “un prodotto che pur non brillando per originalità, assolve discretamente al compito di intrattenere”.
    Sì, insomma, il libro fa schifo, però non è che possa offendere editore e autori dicendolo chiaramente, ecco.
    Ma insomma!

    • Davide Grilli

      31 Gennaio 2012 a 23:32

      Sono in parte d’accordo con te, non ho (abbiamo) nessuna intenzione nè bisogno di offendere nessuno. Non credo sia questo che la critica, anche quella più modesta, deve fare. Non mi sembra del resto, visto il tuo commento, che la mancanza di insulti stravolga il senso dell’articolo. Ciao

    • Lo Spazio Bianco

      1 Febbraio 2012 a 09:34

      Noi pensiamo che i giudizi possano essere un po’ più articolati di “bello” o “brutto”, e che ci siano molti gradi intermedi per esprimersi.
      Dire che un fumetto è un discreto prodotto d’intrattenimento ci pare tutt’altro che dire “fa schifo”; pure, rifuggiamo l’idea che tutto quello nato “solamente” per intrattenere sia da considerare come “inferiore” a una qualche “graphic novel” a prescindere.

  2. Bruno Magri

    1 Febbraio 2012 a 13:54

    Proprio questo è il problema. Se ai giudizi “un po’ più articolati” dedicate uno spazio di poche righe, non mi spiego come si faccia ad “articolare”.
    Poi saltano fuori semplici “segnalazioni” (e non recensioni vere e proprie) come questa, dove si mette l’accento sulla qualità dell’edizione (per farsi cara la casa editrice) e si arriva a funambolismi sintattici pur di non argomentare un giudizio. Se le recensioni fossero rivolte ai lettori, come dovrebbe, e non agli editori o agli autori, si avrebbe una critica decente.

    • Lo Spazio Bianco

      1 Febbraio 2012 a 16:36

      Basta leggere il nostro sito per verificare che, senza offendere e motivando, quando c’è stato da criticare editori o autori non ci siamo certo tirati indietro.

      Se le brevisioni non rappresentano qualcosa di tuo interesse per la loro natura stessa, hai molte recensioni, interviste o approfondimenti per trovare ben altro pane per i tuoi denti.

      Ma, per curiosità, hai letto il volume in oggetto? Sarebbe più interessante confrontarsi su questo, sul tuo punto di vista del fumetto (spero più articolato di “fa schifo”, che non sembra un grande esempio di critica), piuttosto che su sterile polemiche di cui, sinceramente, ci sfugge ancora il punto.

  3. Bruno Magri

    1 Febbraio 2012 a 20:10

    Io non ho detto che il libro fa schifo. Ho pensato d’interpretare il pensiero del recensore, che fa il funambolo pur di non arrivare al dunque.
    La polemica è sterile perché a voi le critiche non interessano. Comunque il succo del discorso è questo: che senso ha fare una recensione i poche righe? è proprio necessario segnalare tutto quello che esce? Non sarebbe meglio meno recensioni ma più approfondite, e recensire solo ciò che fa parte di quella fascia che ritenete meritoria di essere diffusa?
    Tutto qui

    • Lo Spazio Bianco

      1 Febbraio 2012 a 20:55

      Intanto, mi pare che nel tuo interpretare quanto scritto tu abbia lavorato troppo di fantasia. Dire che si tratta di intrattenimento discreto indica ben chiaramente cosa si sta leggendo, leggervi “fa schifo” mi sembra un volo di fantasia che cela un po’ di prevenzione.

      Quanto alle brevisioni, rispettiamo il tuo parere, non a tutti piacciono, ma continuo a farti notare che abbiamo uno o due nuovi pezzi molto più approfonditi al giorno. Mi sembra che in home page ci sia di che leggere e approfondire.
      Al di là del tuo gusto personale, le brevisioni sono da sempre una delle cose più seguite del sito. Ergo, ci sono lettori per cui sono un servizio utile, che può convivere, senza compromettere, con altre forme più approfondite.

      Infine, ti faccio notare che le nostre brevisioni hanno una lunghezza tra le 1000 e le 1500 circa: prova a contare quanto sono lunghe le recensioni proposte su tante riviste, Internazionale, XL, Fumo di China, e compagnia.

      Spero di rileggerti a commenti di qualche pezzo di più spessore, che spero apprezzerai, per discutere un po’ di fumetti e autori.

  4. Giuseppe Saffioti

    1 Giugno 2014 a 17:10

    Sarò in ritardo, ma per me che amo il noir e l’hard-boiled è stato un crescendo di serotonina =P.
    Trama classicissima, ma efficace.
    Grafica generale e colorazione pienamente azzeccata.

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