Con Francis l’ironia feroce ha l’aspetto di un simpatico tasso

Con Francis l’ironia feroce ha l’aspetto di un simpatico tasso

In un tozzo animaletto solitamente pacifico, un tasso, sono sorprendentemente concentrate le peggiori espressioni dei sentimenti umani. Ne nasce un’ironia abrasiva che strapazza, ma rispecchia, l’attuale società e mostra impudicamente la strada imboccata nei rapporti fra gli individui

Francis è una carogna!
Francis è insensibile, cinico, egoista come nessun altro, profittatore, vile, menefreghista, immorale…
Francis è un tasso.
Il tasso è quell’animale tozzo, dal muso bianco attraversato lateralmente da due strisce nere, che noi conosciamo per pacione, tranquillo e sonnolento. Ma Francis è tutt’altro. Non è uno dei tanti animali antropomorfi che abitano il mondo dei fumetti e che ripropongono, in modo più distaccato, ma nel bene e nel male, l’insieme delle relazioni umane; Francis concentra in sé solo il peggio di ciò che si può esprimere nei rapporti fra le persone.

 La comic strip che lo vede protagonista esordisce in Francia nel 1996, frutto della collaborazione fra due autori, Jake Raynal (sceneggiatore, collabora dal 1994 con Fluide glacial) e Claire Bouilhac (illustratrice, pubblica su varie riviste tra cui Spirou) e, accolta favorevolmente dal pubblico sin dalla prima uscita, è giunta al sesto tomo che sta per vedere le stampe oltralpe. In Italia esce un primo agevole volume per la casa editrice Hop! nella collana La vie en noire, che propone fumetti caratterizzati da un’ironia feroce e tagliente.

 I temi toccati sono di quelli definiti «sensibili»: dallo stupro all’omicidio, dalla violenza in famiglia alla promiscuità sessuale, dalla tossicodipendenza all’handicap.

All’inizio di ogni avventura Francis saltella spensierato in giro per una bucolica campagna dove splende perennemente il sole e i fiori sono sempre appena sbocciati, ma “all’improvviso” si caccia in ogni sorta di situazione imbarazzante, pericolosa, drammatica da cui esce d’un balzo, senza il minimo rimorso, non appena intravede il rischio di doversi impegnare o di rimetterci. Parodiando la celebre frase di John Belushi, si potrebbe dire che quando il gioco si fa duro… Francis scappa!

L’albo si conclude con Francis che va a fondo nelle acque di un fiume con una pietra al collo, ma la cattiveria ha il dono di rigenerarsi (come quando il nostro perde parti del corpo a causa di incidenti o chirurgia) e di non morire mai, così lo ritroveremo nella prima vignetta della prossima raccolta che con un “hop” si ritufferà nella vita e nel mondo.

 Ogni avventura è composta da sei vignette in bianco e nero dall’originale disegno a pennarello, volutamente semplice, essenziale come è essenziale ogni storia, diretto come è diretta ogni battuta conclusiva. Una voce fuori campo racconta la vicenda mentre il protagonista e una schiera di animali comprimari – dai maiali alle puzzole, dai conigli alle volpi fino ai rinoceronti – pronunciano qualche parola o emettono qualche suono.

 Leggendo queste brevi, intense strorielle viene sicuramente in mente qualche conoscente che si comporta come questo insensibile tasso, che agisce in modo meschino con assoluta nonchalence. Francis risveglia nel lettore l’egoismo puro – tenuto a bada da educazione e cultura – che spingerebbe a fare ciò che più piace senza tenere conto delle possibili conseguenze sugli altri e sul mondo.

Per Francis la morale è un optional e da ciò nasce lo humor nero che qualche lettore potrebbe vivere come offensivo, ma in fondo gli autori non fanno altro che calcare la mano portando al parossismo alcuni comportamenti umani che, in questa società sfacciatamente individualista, purtroppo sono sempre più diffusi.

 Abbiamo parlato di:
Francis: tasso buffone
Claire Bouilhac, Jake Raynal
Traduzione di Laura Tonani
Hop! – 2012
48 pagine, brossurato, bianco e nero – 8,00€
ISBN: 9788897698036

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