Fortezza Volante: il fumetto fantastorico di Palloni e Vila

Prendi Lorenzo Palloni, uno dei più importanti autori di fumetto italiano contemporanei, aggiungici Miguel Vila, prodigio che con due soli lavori è arrivato a essere pubblicato negli States dalla Fantagraphics, e cosa ottieni? Ottieni Fortezza Volante, un libro che sfida ogni logica commerciale e ogni scelta autoriale che si immaginava potesse nascere da questo sodalizio: un racconto retro sci-fi esistenzialista ambientato durante la dittatura fascista e basato su un fatto di cronaca realmente accaduto.
Infatti, durante una notte del 1933 un misterioso velivolo rosa si schianta in un campo di Vergiate, paese nei pressi di Varese, allertando così il regime fascista che dopo aver immediatamente secretato la vicenda ordina, su decisione diretta del duce Benito Mussolini, la formazione del Gabinetto RS/33, di cui fa parte anche Guglielmo Marconi.

Roberto Pinotti, fondatore e segretario del Centro ufologico nazionale ha spiegato a proposito degli eventi raccontati: “I resti dell’Ufo, che nei disegni viene descritto come un velivolo cilindrico, con una strozzatura poco prima del fondo, con oblò sulla fiancata, da cui uscivano luci bianche e rosse, furono portati nei capannoni della Siai – Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni. Così come i corpi dei piloti, conservati in formalina, a lungo studiati. Si sa che erano alti 1,80, avevano capelli e occhi chiari“.

Infine, negli anni Cinquanta, dopo la fine della guerra, il personale della US Air Force prese possesso degli stabilimenti per la manutenzione degli aerei militari e i resti dello strano manufatto vennero inviati negli Stati Uniti dove, in teoria, sono ancora oggi.

Sottolinea sempre Pinotti, aggiungendo ulteriore intrigo e fascino a un fatto già di per sé incredibile: “Stranamente le tre persone che erano a conoscenza del trasporto di quelle casse negli Usa sono morte, due in incidenti di mare, una suicida“.

Riprendendo e romanzando questo aneddoto, lo sceneggiatore costruisce una vicenda corale, ricca di personaggi umanamente affascinanti quanto eterogenei, uniti, nel bene e nel male, dalle conseguenze dell’arrivo dell’oggetto alieno. Se convince la spy story, sapiente nell’intreccio e nello sviluppo, che riserva sorprese azzeccate e mai banali, arricchita inoltre dalla fascinazione del periodo temporale in cui è ambientata, si rimane ammaliati dalla padronanza con cui lo scrittore di Arezzo è in grado di calarsi in modo convincente in qualsiasi genere decida di affrontare, ma soprattutto per la confermata abilità di esplorare lo spettro delle emozioni umane.

I tanti personaggi, dal più innocente al più abbietto, sono descritti in maniera talmente realistica e plausibile che il lettore prova, umanamente, un barlume di empatia anche per chi non meriterebbe tale sentimento.
Non è soltanto la semplice, mera suddivisione tra buono o cattivo ma il riuscire a dare a ogni personaggio (e sono veramente tanti) una enorme quantità di sfumature caratteriali, comportamentali, di ideali e fragilità tali da renderli profondi, credibili e convincenti al di là delle convinzioni personali mostrate.

Risulta decisamente interessante anche la parte prettamente fantascientifica le cui ramificazioni e conseguenze sono sempre ben inserite nella trama, con esseri alieni, dai corpi quasi eterei e dai pensieri insondabili, brutalmente vivisezionati e sottoposti a ogni genere di angheria per strappare loro segreti a scopo militare. La risposta da parte dei loro compagni venuti a recuperarli sarà brutale ma priva di vero odio, nonostante tutto quello perpetrato dagli aguzzini.

Il dubbio maggiore da parte mia riguardava il modo in cui Vila sarebbe riuscito ad approcciarsi a una sceneggiatura che non fosse sua e, di conseguenza, se sarebbe già stato in grado di portare su carta l’opera così complessa di un altro fumettista, vista l’enorme, riconoscibile impronta artistica personale fin qui mostrata nei suoi Padovaland e Fior di Latte. Sono contento di essermi sbagliato.

Il suo lavoro ai disegni è semplicemente straordinario, un termine che può sembrare forse esagerato, ma che descrive giustamente il risultato ottenuto. La sua capacità nel cogliere e interpretare il corpo e l’animo umano è davvero rara: lo dimostrano le espressioni, le posture, l’abilita nel fare suoi i dialoghi ideati da Palloni e traslarli nelle sue figure umanamente ricolme di veridicità (seppure spesso il suo tratto si presti alla caricaturalità) e caratterizzate da piccoli ma significativi dettagli come nei, rughe, smagliature.

Se in precedenza poteva ricordare Paolo Bacilieri per la carnalità del suo stile e Chris Ware per la struttura, la costruzione della tavola e la conseguente decostruzione della stessa, con questa prova (la sua migliore finora) il fumettista padovano si libera di qualsiasi pesante paragone.
Le sue pagine, contraddistinte da una gabbia che passa in un attimo da classica fino alla più ardita delle composizioni, velate da colori tenui e quel rosa persistente tanto alieno quanto terrestre, diventano un bilanciato compendio alle parole pensate da Lorenzo Palloni che non sarebbero state le stesse senza le linee di Miguel Vila.

Fortezza volante è un libro davvero ben realizzato, capace di liberarsi di ogni forma modaiola che affligge parte del mercato del fumetto, evitando ogni tipo di lettura accomodante, e di sfidare ogni regola di marketing con una narrazione impegnativa, quasi fuori dal tempo e dai canoni odierni (forse la sua unica debolezza, se così la possiamo definire), ma magnetica e conturbante.
Un’opera sui rapporti umani, sulle loro conseguenze e sulla loro eredità, sulla caducità della vita, sugli amori sognati e irrealizzabili, su quelle barriere che non bisognerebbe mai infrangere, sulle memorie e gli errori passati ma troppo presto dimenticati.
Un fumetto di valore sugli uomini e sulle donne e su tutte le loro stupide, intrinseche, umane contraddizioni.

Abbiamo Parlato di:
Fortezza Volante
Lorenzo Palloni, Miguel Vila
Minimum Fax, 2023
204 pagine, brossurato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788833894652