Ossario: costruendo lo scheletro della narrazione

Ossario: costruendo lo scheletro della narrazione

Una raccolta di racconti brevi che spaziano dal noir al fantastico; diciannove schegge d’osso che ci ricordano di cosa è fatto il nostro corpo (narrativo)

ossariocoverEsce per Feltrinelli Comics Ossario, raccolta di brevi racconti a fumetti scritti e disegnati da Lorenzo Palloni e pescati lungo quella che è ormai una carriera lunga e solida. Palloni, aretino del 1987, sceneggiatore e disegnatore, tra i fondatori del pregevole collettivo Mammaiuto, autore per il mercato italiano e francese, cofondatore della Revue Dessinée Italia e docente presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, ha dichiarato più volte –  lo ribadisce nella prefazione a questo libro – che quella del racconto breve è la sua forma narrativa preferita. Leggendo il volume infatti appare chiaro come egli si trovi a suo agio in un formato narrativo nel quale riesce a muoversi con successo mettendo insieme piccoli guizzi di trama che non aspirano a essere completi o precisi, ma anzi trovano la loro dimensione e forse il loro maggior pregio nei vuoti, nei non detti, in lacune che è diritto, dovere e divertimento del lettore colmare.

Sospese tra vari generi narrativi, con preponderanza per il noir espresso in diverse declinazioni, quasi sempre realistiche con piccole e sognanti incursioni nel fantastico, le diciannove “schegge d’osso” vantano un’ambientazione quasi totalmente italiana, uno stile denso e solido, emolto spesso, l’uso di un narratore interno e in prima persona, dato che gli episodi sono prima di tutto racconti di persone, di animi, di sentimenti, emozioni, eventi scatenanti o delle loro conseguenze sulle loro vittime. C’è spazio, a volte, per un finale a sorpresa – anche se sorprendere non è sicuramente la prima cosa che Palloni ha in mente – ma ciò che soprattutto riempie la scena è l’evento con l’iniziale maiuscola; sia esso l’incontro con l’ignoto, il venire a patti con un passato crudele, la vendetta, la tragedia incombente, la sofferenza, il calarsi in abissi di diversa conformazione e natura.

ossariounoNelle parti più compiute, escludendo a priori i riferimenti più facili, l’autore che viene alla mente è Raymond Carver. Anche nei suoi racconti, scritti la sera in auto per non essere distratto dalla famiglia, e necessariamente brevi perché il tempo da dedicare era pochissimo, spesso si parte in medias res, e quello che viene descritto è un istante, un fatto imprevisto o importante e ciò che esso ha portato con sé. Il tutto descritto con numerose cesure, con sottintesi che noi lettori possiamo solo congetturare, e che sono certo siano in parte sconosciuti anche all’autore stesso. È come se Palloni “sapesse a grandi linee” – in quel modo inspiegabile e un po’ magico che molti artisti sperimentano quando creano una storia – che “qualcosa è successo”, e il fumetto sia solamente il modo di trasformare in un oggetto concreto ciò che l’artista/testimone “sa”.

È l’autore stesso a suggerirci che in un ossario, raccolta promiscua di resti umani, può venirsi a creare uno scheletro dalle forme inusitate, o crearsi un’immagine inaspettata. Quella che appare dopo la lettura dei racconti è un’Italia allo sbando, un paese che affoga, un covo di frustrazioni, povertà, tentativi di rimanere a galla, di perdita di innocenza motivata dalla pura e semplice sopravvivenza. Il ritratto malinconico e privo di eroi di un mondo diretto verso una lenta dissoluzione, una silenziosa apocalisse buzzatiana che farà calare il buio sulle mille miserie che animano le vite di coloro che popolano il nostro mondo e per i quali niente rappresenta più un rifugio sicuro. Non lo sono le classiche certezze, spazzate via da scoperte inattese. Non lo sono le sicurezze sociali o la famiglia, covi di peccato, abusi, sopraffazione e violenza. Non lo sono i soldi, quasi sempre assenti, motivo per il quale rinnegare se stessi e lasciarsi andare al crimine, oppure oggetto maledetto che porta sofferenza. E infine non lo sono il passato, il presente e neppure il futuro; e tentare di correggere gli errori, raddrizzare i torti, in numerose occasioni si rivela peggiore del male.

Il fascino di tali storie nasce anche da questo: oltre al singolo pregevole episodio c’è un leitmotiv comune che emerge dal basso, dallo sfondo, e che si rafforza man mano. Leggere le “schegge” è piacevole e stimolante, ma giunti alla fine si scopre – effetto voluto o semplicemente presente in modo inconscio? – un vago senso di disperazione, amarezza, putrefazione. Ossario, in questo senso, è un titolo quanto mai adatto per tale raccolta di vite in frantumi.

ossariodueDal punto di vista dello stile, è chiaramente visibile come il segno di Palloni, immediatamente riconoscibile e ricco di pathos, abbia raggiunto una solidità (quasi?) definitiva, puntando sempre più a una stilizzazione davvero molto efficace che riesce ad adattarsi a generi diversi passando dal realistico al grottesco con pochissimo sforzo, mantenendo sempre una grande capacità comunicativa. Personaggi e sfondi sono caratterizzati perfettamente, le inquadrature sempre lineari e indirizzate alla descrizione, i colori crepuscolari – in più occasioni in tinte piatte o sgranate che ricordano i fumetti pulp americani degli anni ’50 – molto adatti al narrato e in grado di stendersi sopra le vignette non tanto per mostrare quanto per nascondere, celare dietro un velo ciò che sta accadendo, soffocare sia i personaggi sia i lettori. In quanto alla gabbia è liberissima, ricchissima, ed estremamente versatile. Si passa – seguendo unicamente le suggestioni comunicate dalla trama – dallo sviluppo orizzontale a quello verticale; dal tascabile noir italiano a quattro vignette fino alla pagina alla francese ricchissima di riquadri; c’è spazio per qualche sperimentazione, per la classica gabbia a sei o nove vignette e per la frammentazione della pagina, sfruttata in ogni modo senza che venga mai persa la leggibilità. Un segno dunque di grande mestiere, capace di raccontare tantissimo con l’uso di pochissime linee, tramite neri e/o colori di grande potenza, e con una perfetta gestione del tempo e degli spazi.

Ossario ha numerosi pregi. Consente di vedere lo sviluppo stilistico di un artista tra i più solidi e tecnicamente validi presenti oggi sul mercato; offre un insieme di storie efficaci e ricche, porta con sé una grande varietà di generi all’interno di uno stile riconoscibilissimo e personale; offre uno spaccato del mondo consapevole e con vari spunti sul sociale; intrattiene e diverte sollevando tuttavia più di una domanda scomoda; indaga argomenti a volte duri da affrontare; e infine lascia un senso di compiutezza che rende l’antologia ben riuscita. I fan di Palloni vi troveranno un ampio e accogliente ventaglio dei suoi lavori, ritrovando tutti i pregi tecnici e narrativi del loro autore preferito; mentre i nuovi lettori potrebbero sorprendersi nella lettura di un talento che ha molto da dire, e che è in grado di usare il linguaggio migliore per farlo.

Abbiamo parlato di:

Ossario
Lorenzo Palloni
Feltrinelli Comics, 2023
240 pagine, brossurato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788807551322

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