C for Cosplay: intervista a Loren Scipioni

C for Cosplay: intervista a Loren Scipioni

Per la rubrica C for Cosplay, Lo Spazio Bianco intervista la modella, cosplayer e cantante Loren Scipioni.

Loren Scipioni nasce nel Maggio del 1993 a L’Aquila, dove trascorre la maggior parte dell’infanzia. Fin dalla più tenera età entra in contatto con il mondo dello spettacolo, passione che la porta a studiare canto e recitazione, divenute poi le sue professioni. Lascia l’Italia alla volta dell’America per la prima volta nel 2010, e vi farà ritorno anche successivamente per studiare all’Accademia Americana di Arte Drammatica di New York. Il cosplay si fa spazio nella sua vita poco più tardi, spronata da amici e conoscenti. La spola tra l’Italia e gli USA fa sì che sia conosciuta su entrambe le scene, avendo partecipato più volte a convention del calibro del NYCC. È nota soprattutto per le sue interpretazioni di famosi personaggi Marvel, in versione sia fumettistica che cinematografica.

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Hai iniziato a calcare i palchi quando eri molto piccola. Come e quando è nata questa passione?
Penso che sia da sempre stata insita in me. Sono quelle classiche storie di gente che racconta di aver sentito dai propri familiari che fin dalla più tenera età si è mostrata questa particolare inclinazione. So che mia madre ancora oggi racconta come fossi solita animare le serate durante una vacanza in montagna anni fa (all’epoca avevo sì e no tre anni), improvvisando balletti e numeri musicali sui tavoli del ristorante.

Il cosplay è stato un proseguimento naturale di una passione già consolidata?
Penso di sì. È una cosa che mi sono chiesta per molto tempo. Alla fine è pur sempre vestire i panni di un personaggio che non sei tu, quindi credo che le due cose siano collegate.

In questo senso, il cosplay ti aiuta? Ti permette di esplorare altri tipi di recitazione e interpretazione che magari non hai occasione di approfondire in film o spettacoli teatrali?
L’ho trovato molto d’aiuto, sì. Soprattutto per quanto riguarda la fisicità di un personaggio, le movenze, la postura… il cosplay mi ha fatto allenare tantissimo in questo ambito, adesso entro (fisicamente parlando) in un personaggio con uno schiocco di dita. Anche l’essere bombardata di foto dai fotografi mi ha aiutata a prendere confidenza con l’obiettivo e la telecamera. Quindi direi di sì, penso che il cosplay sia stato di grande aiuto per quanto riguarda lo studio di un personaggio.

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Quando si è sviluppata la tua passione per il fumetto, e come continui a coltivarla ancora oggi?
Amici. Circa cinque, sei anni fa, con l’inizio di tutta la serie di cinecomics della Marvel. Non ero una fan ma mi costrinsero ad andare al cinema con loro e, mio malgrado, mi aprirono un mondo molto più interessante di quanto credessi. Contemporaneamente mi spinsero anche a provare il cosplay, perché dicevano di ritrovare somiglianze tra me e qualche personaggio: così, accettai la sfida, iniziando la trasformazione in quello che sarebbe poi diventato un po’ il mio signature character – la Vedova Nera. Deformazione professionale volle che iniziassi a racimolare in giro tutto ciò che riuscii a trovare sul personaggio (fumetti con la storia), perché se dovevo interpretarlo, allora dovevo farlo per bene. Inutile dire che una volta iniziato a leggere fumetti, poi ne ho fatto un hobby. Al giorno d’oggi leggo più che altro in digitale – seguo le pubblicazioni americane e il cartaceo è difficile da reperire.

Come scegli i personaggi da interpretare?
Ciò che sento affine, semplice. Se c’è una cosa che mi condiziona tanto nell’approcciare il cosplay come lo approccio io è che i personaggi me li devo scegliere minuziosamente. Devo sentire realistica la prospettiva di farne entrare un pezzo dentro di me, per interpretarli al meglio.

12022507_10207944467393630_6909637243101058618_oConfezioni i costumi da sola o hai qualcuno che ti aiuta?
Un po’ e un po’. Me la cavo in molti casi, ma se devo fare un lavoro complesso mi avvalgo della collaborazione con sarti professionisti – purtroppo non sono mai stata a scuola di moda e cucito, le mie conoscenze sono molto basilari. Sto imparando però, pian piano.

A livello pratico, quale percorso hai seguito per studiare e vivere in America? Puoi parlarci della tua esperienza?
Ho vissuto lì per parecchi anni, ma sono tornata (non proprio in pianta stabile) circa un anno fa. Partii per la prima volta con un programma di scuola superiore all’estero a circa 17 anni e da allora è stato un continuo avanti ed indietro, fino a che non sono stata ammessa in un’Accademia di Arte Drammatica newyorkese. Ho vissuto nella Grande Mela per un paio d’anni, poi sono tornata qui (il perché me lo chiedo tutti i giorni, in effetti). È stato fantastico e meraviglioso e non vedo l’ora di tornare lì, perché so che è lì che appartengo veramente.

Hai percepito delle differenze nette tra l’approccio italiano al cosplay e quello americano?
RADICALI. Ho esplorato entrambe le scene e devo dire che, in Italia, si sente molto la competizione, quasi fosse uno sport agonistico, mentre in America è ancora considerato più come un’attività ricreativa, ludica e basta. Ho come la sensazione che qualcuno qui la prenda un po’ troppo sul serio come cosa, rendendo di conseguenza l’esperienza spiacevole per quelli che vogliono solo divertirsi senza tante pretese.

1529698_10205275903126736_583249898841350785_oÈ piuttosto diffusa l’idea che oltreoceano il cosplay riesca ad avere un taglio più professionale, viste anche le diverse modelle che collaborano con le case di produzione videoludiche (es. Jessica Nigri, Vampy Bit Me) per la promozione del prodotto tramite la propria immagine. È effettivamente possibile renderlo una professione, per poi magari approdare al mondo cinematografico?
Assolutamente sì e più andiamo avanti con gli anni più me ne convinco. La Pop Culture in America REGNA SOVRANA. Il cosplay non è più una cosa da nerd sfigati, ma qualcosa che fanno oramai anche le star del jet set hollywoodiano. I comic-con sono eventi sponsorizzati dalle maggiori case produttrici al mondo (Disney, Fox, Lionsgate, Paramount…) e sempre più è occasione per entrare a contatto con l’industria (produttori, registi, attori…). Io sono certa che in un paio d’anni avere un hobby come il cosplay aprirà diverse porte…

Intervista realizzata via mail a febbraio 2016.

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