Elena Triolo e l’incantevole morte di Abigail Goldfinch

Elena Triolo e l’incantevole morte di Abigail Goldfinch

La bravissima Elena Triolo esordisce come autrice completa all'interno del gruppo Manticora Autoproduzioni, con un curioso e piacevole giallo breve di epoca vittoriana, ironico e brillante, confermando le sue doti di artista personale e matura.

Essere appassionati – o, come dice l’autrice, ossessionati – dalla storia del costume e dall’epoca vittoriana può bastare per creare una storia valida? Certamente sì, se chi la scrive e disegna ne ha le capacità e lo stile. Ed Elena Triolo, già da tempo attiva con diversi volumi pubblicati da Hop! Edizioni e KleinerFlug, e in quest’occasione associatasi allo studio autoprodotto Manticora, queste doti sembra averle ormai ben sviluppate.

Abigail– L’incantevole morte della signorina Goldfinch, è un agile volumetto spillato da 30 pagine, in bianco e nero come si conviene a una storia del genere, e racconta la triste e sentimentalmente macabra storia di Abigail Goldfinch, trovatella col dono del canto che proprio grazie a queste sue doti riesce a diventare famosa e amata. Ma, come spesso accade in questo genere di trame, nelle quali le grandi felicità servono solo a far precipitare il protagonista dal punto più alto possibile, l’imprevisto e il complotto sono in agguato.

E così, tra una festa e un pranzo di gala, tra una serata di canto e un cappellino decorato con uccellini impagliati (grande passione della povera Abigail, e moda che si impose realmente in quel periodo storico), la storia procede rapidamente e lietamente verso un finale di certo non inaspettato, ma che è in grado a dare una degna chiusura al racconto, un giallo piacevolissimo e leggermente peculiare nel quale non è tanto chi viene ucciso, chi uccide e perché a essere importante, ma come lo fa. Una piccola variazione nel focus della trama che riesce a imporre una nota di personalità e originalità a questa breve storia.

Elena Triolo sembra non avere molto altro da dimostrare ai lettori per convincerli a darle fiducia, in quanto si presenta fin da subito come fumettista dotata di stile e di buone capacità. Autrice forte di un segno deliziosamente stilizzato ma non povero, personale e solido quanto basta, impeccabile nella creazione della tavola e dei suoi personaggi, accurato nella creazione di sfondi e ambientazioni, sostenuto da un lettering in corsivo che si adatta perfettamente alle atmosfere evocate dalle matite.

In questo caso, però, l’artista fa un ulteriore passo avanti, presentando disegni ancora più ricchi e concreti, ma soprattutto dimostrandoci che anche le sue capacità di scrittura non sono da meno. Dialoghi e didascalie impeccabili, nei quali il testo scritto ha parte attiva nel suggerire i sentimenti dei protagonisti, accompagnano con linearità il lettore. E se comunque le poche pagine a disposizione non riescono a far sì che la trama si espanda quanto meriterebbe, certamente si giunge alla fine con soddisfazione, e sicuri di aver letto un fumetto che non fa rimpiangere i soldi dell’acquisto. Anzi, va fatto notare che alcune soluzioni in fase di sceneggiatura riescono a ovviare nel modo migliore ai luoghi comuni di un racconto del genere, e alla brevità di spazio, senza che si percepisca alcun vuoto.

Da segnalare anche l’approccio ironico e brillante alla materia narrata, che paradossalmente consente di rendere più credibili fatti e situazioni al limite di un patetismo mai neppure sfiorato dall’autrice. Grazie a un racconto disincantato e a un disegno che mentre affonda nel sentimento ne prende le distanze con leggerezza, i personaggi di Abigail riescono a esprimere in maniere estremamente esplicite una enorme gamma di sentimenti, anche quelli più retorici o da feuilleton, senza mai risultare stucchevoli, banali o esagerati. Appare chiaro che la fumettista ama alla follia quello che racconta; eppure, con maturità forse inconscia, evita elegantemente il rischio di precipitare dentro le proprie passioni e non smette mai di tranquillizzare il suo pubblico, strizzando l’occhio al lettore e nello stesso tempo rassicurandolo, permettendogli di godersi il sentimentalismo più sfrenato senza doversi sentire a disagio.

In realtà, è possibile anche muovere una o due piccolissime critiche all’albo. Di una in realtà non si può parlare liberamente, pena il rischio di rivelare troppo sulla trama; si può al massimo accennare al fatto che un argomento così interessante e ricco di elementi storici dal grande impatto, anche serio e tragico, rischia di passare un po’ sottotono, inosservato, in una storia allegra come questa. Ma nulla vieta di riprendere l’argomento in un racconto futuro che non deve per forza essere triste o sconsolato, ma può comunque porre l’accento anche su altri temi di sicuro interesse.

Per quanto riguarda la seconda critica, è semplicemente il sospetto che la prefazione che apre l’albo sia fin troppo esplicita, al punto che – oltre al rivelare agli occhi attenti quel come di cui parlavamo all’inizio – sembra spiegare per filo e per segno al lettore tutto quello che troverà nell’albo. È forse una tendenza moderna il voler anticipare i temi al lettore, o il voler sapere tutto prima di affrontare una lettura o la visione di un film.

Viviamo in un mondo nel quale al pubblico, consciamente o meno, sempre più spesso viene elencato tutto ciò che di bello e di brutto può trovare in una storia, e cosa deve apprezzare e per quale motivo. E abbiamo un pubblico che si sta abituando a essere trattato in questo modo, a non cercare più sorprese ma solo conferme. E probabilmente qualche volta la tecnica può andare bene; ma Abigail, che già di suo è un albo breve, avrebbe forse dovuto giocare con maggiore sottigliezza, attirare incuriosendo e stuzzicando piuttosto che essere svelato a priori.

Elena Triolo ha deciso dar vita a questo suo primo progetto da solista all’interno del gruppo autoprodotto Manticora, attivo da qualche anno e già di per sé sinonimo di qualità, in quanto ha prodotto volumi molto validi sotto ogni punto di vista e comprende fumettisti da tenere d’occhio, in alcuni casi già affermati. Essere tra questi è sicuramente un beneficio, vista la buona reputazione del gruppo, ma sicuramente l’ingresso di Elena Triolo tra le sue fila è meritato e molto piacevole, reciprocamente giustissimo, adatto a mantenere alta l’asticella della qualità.

Abigail, che fa parte di una nuova collana di spillati messa in produzione dalla piccola etichetta indipendente, è anche il secondo capitolo di una “Trilogia dei veleni” iniziata con Malerba di Lorenza de Luca. Un buonissimo lavoro, dunque, che ha l’ulteriore pregio di far parte di un curioso e interessante progetto.

Abbiamo parlato di:
Abigail – L’incantevole morte della signorina Goldfinch
Elena Triolo
Manticora Edizioni, ottobre 2018
28 pagine, bianco e nero, spillato – 5,00 €

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