Nei più, fra coloro che non sono studiosi o appassionati di storia dell’arte, il nome di Diego Rivera è associato in primis a quello di Frida Kahlo, perché proprio dell’artista messicana – che ha vissuto una sorta di riscoperta mediatica da parte del grande pubblico a partire dai primi anni 2000 – Rivera è stato amante, compagno e marito.
Ma Diego Rivera è figura fondamentale tanto dell’arte moderna mondiale del XX secolo quanto dell’arte e della storia politica e sociale del Messico. Andrea Voglino, che ben conosce e tanto ama il Paese americano, è conscio del ruolo di spicco dell’artista e ha deciso insieme al disegnatore Luca Bertelè di dedicargli una biografia, che arricchisce di un altro tassello la collana di graphic biography di Centauria Editore.
Diego Rivera – L’arte, l’amore, la furia non racconta solo la storia ricca di eventi, incontri e rapporti straordinari che ebbe Rivera, ma – attraverso il vaglio delle vicende personali di colui che ancora oggi è considerato il più grande pittore messicano mai esistito – è un compendio per immagini di storia, arte, politica, folclore e tradizioni di una nazione straordinaria, vero e proprio crogiuolo di culture nel corso dei secoli.
La parabola di Rivera si è sviluppata attraverso la prima metà del Novecento, periodo ricco di eventi storici fondamentali e fervido di avanguardie e movimenti artistici susseguitisi uno dietro l’altro come mai avvenuto in altri secoli precedenti. L’artista messicano fu un essere umano strabordante, esagerato, instancabile tanto nell’arte che nella vita pubblica e privata. Cosmopolita fin da giovane, visitò l’Europa entrando in contatto con le correnti artistiche più importanti del vecchio continente e stringendo amicizia con personalità del calibro di Pablo Picasso. Tornato in Messico, fuse queste influenze raccolte durante i suoi viaggi e soggiorni esteri con il desiderio di valorizzare l’arte delle origini e il folclore del suo Paese, diventando il più grande autore di murales a livello mondiale, con commesse e celebrazioni che lo portarono con frequenza a superare i confini messicani verso gli Stati Uniti.
Al contempo Diego Rivera fu uno dei massimi esponenti dell’ideologia comunista messicana, battendosi in prima persona per i diritti del popolo e fu fautore di una concezione dell’arte come motore politico e sociale contro le disuguaglianze di classe. Rivera fu, però, anche un uomo ricco di enormi contraddizioni. Le sue idee e convinzioni non gli impedirono di vivere a pieno la sua vita, godendo anche di privilegi capitalistici in opposizione alle sue convinzioni politiche, intessendo rapporti amorosi, passionali e alle volte pericolosi, tra i quali spicca quello con Frida Kahlo. Il loro rapporto, burrascoso e profondissimo, contaminò e arricchì l’arte di entrambi e la prematura morte di Kahlo lasciò un segno indelebile sugli anni successivi della vita di Rivera, che lo accompagno fino ai suoi ultimi giorni.
Voglino e Bertelè decidono di raccontare la vicenda terrena di Rivera senza mai mostrare su pagina una sua opera completa, in quello che possiamo affermare esser diventato un tratto essenziale delle biografie a fumetti che Centauria sta dedicando a varie figure della storia dell’arte: raccontare gli artisti attraverso gli accadimenti delle loro vite, raccontare l’essere umano, le cause e le conseguenze che hanno portato alla realizzazione dei capolavori che hanno reso immortali le loro autrici e i loro autori.
Nel caso particolare di questo libro, mischiati alla biografia di Rivera, compaiono – come già detto – esempi ed elementi della tradizione messicana che spaziano dalla storia, alla cultura fino al cibo.
Per tale motivo, Bertelè decide un’impostazione grafica che mette insieme tavole dal taglio prettamente sequenziale, ricche di vignette che muovono la narrazione, a immagini a tutta pagina che sono più vicine all’illustrazione e che accompagnano le didascalie di Voglino.
Anche il colore di Manuela Nerolini gioca un ruolo fondamentale nel racconto, con una variazione cromatica che va a contraddistinguere i vari momenti della vita di Rivera, passando in sequenza da tonalità che si basano, di volta in volta, sulla gamma dei rossi, dei gialli, dei verdi, dei viola fino ai grigi che connotano le ultime pagine e la fase finale dell’esistenza dell’artista.
Tornando per un momento alle scelte narrative, Voglino poi decide di trattare il lettore da suo pari, stuzzicandone la curiosità e la voglia di ricerca, imbastendo i dialoghi con modi di dire e passaggi in lingua spagnola e amerinda, idioma che il governo messicano riconosce ufficialmente in ben 62 varietà.
Tra le pagine in cui abbondano decine di personalità storiche, non ritroviamo nemmeno alcuna forma di didascalismo sentito come necessario nei confronti dei lettori per spiegare loro chi siano i personaggi che si trovano davanti.
Questo libro è quasi una sorta di allegorica miccia che ha il compito di accendere la curiosità del lettore e spronarlo ad approfondire quello che viene trattato nelle pagine, che sia la vita e l’opera di Rivera o la storia e la cultura messicane.
A tal proposito, la consueta bibliografia che chiude sempre le opere di questa collana è un altro intelligente ed efficace tassello alla riuscita del libro.
Abbiamo parlato di:
Diego Rivera – L’arte, l’amore, la furia
Andrea Voglino, Luca Bertelè, Manuela Nerolini
Centauria Edizioni, 2021
128 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788869214585