Death Note, Hellboy e il whitewashing

Death Note, Hellboy e il whitewashing

In questa puntata le polemiche sul whitewashing per i film di Death Note ed Hellboy e una nuova causa legale per Buck Rogers.

Death Note, Hellboy e le polemiche sul Whitewashing

La disastrosa accoglienza di Death Note, adattamento targato Netflix del celebre manga, e il casting del reboot cinematografico di Hellboy, che ha visto l’attore Ed Skrein rinunciare al ruolo di Ben Daimio in seguito alle polemiche scatenate dalla comunità asiatica degli Stati Uniti, hanno riaperto in maniera molto forte la questione del whitewashing a Hollywood.
Messe in discussione da molti addetti ai lavori sono infatti le scelte, da parte delle major, non solo di snaturare i progetti basati su properties straniere rimuovendone qualsiasi aspetto culturale proveniente dal paese di origine (come nel caso di Death Note), ma anche di cancellare il multiculturalismo come fattore pregnante dell’industria cinematografica.

In un interessante articolo di alcuni giorni fa, pubblicato su The Hollywood Reporter, Rebecca Sun ha puntato il dito contro questi aspetti, che finiscono per inserire in un tritacarne della macchina hollywoodiana quello che, sulla carta, poteva rivelarsi un ottimo adattamento. Per quanto riguarda Death Note, il film con Nat Wolff, la giornalista evidenzia come il regista Adam Wingard abbia totalmente fallito nella trasposizione non solo perché non consapevole dell’importanza di alcuni elementi della storyline originaria, ma anche per la rimozione di alcuni aspetti culturali del materiale di origine.

Nat Wolff in Death Note. La pellicola Netflix al centro di numerose polemiche prima e dopo l’uscita.

Wingard ha ambiziosamente confrontato Death Note con il pluripremiato The Departed di Martin Scorsese, basato sul film di Hong Kong Infernal Affairs. Ma The Departed funzionava perché i suoi personaggi non solo sembravano essere bianchi, ma erano particolarmente bianchi: il film usava i poliziotti e i gangster di Infernal Affairs per raccontare una storia immersa nella comunità irlandese-americana di Boston. Aveva quindi un anello di autenticità.

«Death Note è quello che accade quando i registi sono privi di pregiudizi, ma non capiscono cosa comporta esserlo. In molti casi, il casting è stato usato per giustificare determinate decisioni, come quando il produttore esecutivo di Hellboy Christa Campbell ha spiegato la recente decisione di lanciare il bianco e britannico Ed Skrein come il personaggio nippo-americano Ben Daimio: “Qualcuno arriva e fa una grande audizione per ottenere il ruolo”, ha scritto in un tweet ora eliminato. “Smettete di proiettare la vostra merda su di noi. Siamo tutti uno. Non vediamo colori o razza”.
E questa è una vergogna, perché la più grande forza narrativa dell’America è il multiculturalismo, l’accesso a una serie di sfondi e identità diverse e una capacità di scoprire cosa succede quando queste si scontrano. È un enorme vantaggio che le nazioni multiculturali hanno rispetto a quelle culturalmente più omogenee. Death Note, come tutti gli adattamenti di manga che sono venuti prima di esso, non riesce a utilizzare questo strumento, riducendo il suo compito primario a spostamenti linguistici e a superficiali cambi di volto.»

Proprio nelle parole della produttrice di Hellboy sta il grande problema inerente il whitewashing. La non consapevolezza da parte dell’industria che un bravo attore non può riflettere la cultura o la tradizione che uno specifico ruolo, in questo caso quello di Ben Daimio, avrebbe richiesto. La storia del personaggio di Daimio nei fumetti, infatti, in special modo il suo passato e l’eredità che questo comporta, hanno importanti implicazioni nella trama e nella sua caratterizzazione. La parentela con una famigerata criminale di guerra giapponese, che ha lavorato come spia prima e durante la seconda guerra mondiale, portano negli albi a fumetti a speculazioni pesanti sulla sua fedeltà agli Stati Uniti, anche se è figlio di un eroe decorato.
Nonostante la sua bravura, è abbastanza improbabile che Skrein avrebbe potuto rendere sullo schermo il fardello di un nippo-americano tediato dal proprio passato familiare e, anzi, la cosa sarebbe potuta scivolare facilmente nella superficialità e nel ridicolo.

L’attore Ed Skrein, al centro delle polemiche nei giorni scorsi per il ruolo di Ben Daimio nel nuovo Hellboy.

Buck Rogers in tribunale

Una ennesima tegola si abbatte sul nuovo progetto cinematografico su Buck Rogers annunciato ben due anni fa ma mai concretizzatosi.
L’ostacolo è una nuova causa legale tra gli eredi dell’autore Philip Francis Nowlan, che ha creato l’esploratore spaziale negli anni ’20 e i discendenti di John Flint Dille, la cui societa ha distribuito per anni la striscia quotidiana del personaggio, ideata da Dick Calkins. Nei giorni scorsi , un giudice federale della Pennsylvania ha scritto l’ultimo capitolo sulla querelle riguardante i diritti con una decisione che istituisce un prossimo processo.
La controversia risale alla morte di Nowlan nel 1940, quando la sua vedova presentò una denuncia contro Dille affermando che l’autore era stato sottopagato e, nel 1942 , in cambio di 1.750 dollari, questa rilasciò altri diritti su Buck Rogers.
Recentemente, gli eredi di entrambe le parti sono apparsi presso la U.S. Trademark Trial and Appeal Board nel tentativo di registrare il marchio di Buck Rogers, iniziativa che ha premiato la famiglia Nowlan.
Gli eredi di Dille stanno quindi sfidando la decisione del TTAB in una causa, affermando che i Nowlan stavano diluendo marchi commerciali e avevano violato l’accordo del 1942 tramite conversazioni avute con la NBCUniversal per un pilot televisivo di Buck Rogers da realizzare per Syfy Network.
Secondo i documenti del tribunale, un dirigente della NBCU ha segretamente discusso con i Nowlan dopo essere già stato in trattative con i Dille ben sapendo della controversia in corso. Anche se le offerte sono state fatte e la NBCU ha ottenuto uno script adattato dal lavoro di Nowlan Armageddon 2419 A.D. (spunto narrativo del film mai realizzato), nessun accordo è mai stato raggiunto e gli eredi di Nowlan non hanno voluto pagare un indennizzo alla NBCUniversal.
Secondo alcune indiscrezioni la famiglia Dille potrebbe perdere la causa, in quanto è possibile che questi abbiano perso i diritti sul personaggio già alla fine degli anni ’80, e le loro licenze sarebbero valide solamente per il merchandise vintage e i giochi di ruolo.

Cinebrevi

Un giudice americano ha bloccato una legge dello Utah che aveva messo un cinema in difficoltà, quando questi aveva servito bevande alcoliche durante la programmazione del film Deadpool nel 2016.
Il giudice ha affermato che lo Stato dello Utah ha violato la libertà di parola quando ha minacciato di mettere fine alle proiezioni del cinema con una multa fino a 25.000 dollari in base a una legge che vieta di servire l’alcool durante i film con sesso simulato o nudità frontali.
L’avvocato Rocky Anderson ha definito la decisione estremamente importante per i diritti del primo emendamento. Il caso ha catturato l’attenzione della star di Deadpool Ryan Reynolds, che ha donato 5.000 dollari alla sala cinematografica coinvolta per contribuire a pagare le spese legali sostenute.

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