LSB: Nel panorama editoriale della nostra penisola l’ultima nata è la FREE BOOK, una nuova casa editrice di cui si sa davvero poco. Ciao Dario, ti va di presentarci la Free Book e di parlarci di quale è il tuo ruolo all’interno di essa?
DG: Ciao. Free Book è una casa editrice attiva da molto tempo nel settore editoriale, ha pubblicato parecchie cose inerenti alla saggistica e manualistica. Sono contento che finalmente si sia decisa ad aprire un settore dedicato al fumetto d’autore.
Il mio ruolo in essa si limita a quello di collaboratore. Curero’ il settore americano, per cui ho deciso la programmazione, ma ho chiesto molta libertà (nel senso che non voglio che questo mi prenda molto tempo…); per questo ho voluto che mettessero su uno staff redazionale di tutto rispetto (dove sono stati coinvolti molti vecchi compagni dell’avventura Lexy).
LSB: Per quando è fissato il battesimo di fuoco?
DG: A giorni sarà distribuito il catalogo e a fine Novembre dovrebbe uscire il primo albo Free Comics.
LSB: Immagino che la stagione fumettistica conclusasi con le vacanze estive sia stata per te molto travagliata: dapprima la crisi della Lexy, poi il proliferare di voci incontrollabili riguardo il destino dell’editore e la tua presunta scorrettezza, adesso, dopo quello che immagino possa essere definito come uno “stop and go”, ti riproponi alla guida di un nuovo editore. Come consideri, dal tuo punto di vista, il bilancio di questo ultimo anno?
DG: Bella domanda. Io ringrazio te e tutti coloro che danno per scontato che io dirigero’ questa nuova avventura editoriale… Colgo l’occasione per ringraziare le decine di lettori e le tante librerie che ieri mi hanno scritto per farmi gli auguri e manifestarmi il loro sostegno… Veramente non me lo aspettavo! Ma voglio precisare che la mia presenza da Free Book non è da capo. Avevo fatto una promessa ai lettori (dicendo che molte belle cose che prima pubblicava la Lexy avrebbero trovato altri padri… bé questo è quello che è accaduto)… io ho molti altri progetti in cantiere (film, fiction tv, ecc) e dopo questo periodo di “inizio lavori” da Free Book, mi defilero’… cercando quando più possibile di lasciarmi come lavoro quelle due o tre testate che amo di più.
Ma per rispondere precisamente alla tua domanda, trovo che quest’anno sia stato di transizione… Sono capitate molte cose spiacevoli, ma altre anche molto buone. Sulle voci della mia presunta scorrettezza, dico solo che sono voci e tali sono state considerate dalle persone intelligenti. Si è detto di tutto, ma alla fine chi mi conosce e chi conosce l’altro socio Lexy, sa chi siamo e come ci siamo comportati veramente (e sa che con una SNC difficilmente si potevano fare le cose che dicevano in giro). Poi, visto che ste voci erano supportate dai soliti quattro “furbi” del fumetto, vedi un po’ la credibilità che le persone gli hanno dato. D’altronde coloro che hanno parlato sono gente che per vivere hanno fatto fallire più case editrici e che ora hanno bisogno di prestanomi, è gente che chi è nel settore sa che vive di espedienti… Ma per fortuna poi ci sono sempre i fatti a smentire le voci. I lettori, almeno molti di loro, fortunatamente, hanno sempre dato retta ai fatti.
LSB: Più in generale, che impressioni hai avuto riguardo il mercato del fumetto nella sua globalità?
DG: Il mercato del fumetto è uguale al mercato editoriale, che sua a volta è uguale al mercato globale. Va a pezzi per troppa fretta e troppa “corsa all’oro”. In Italia il problema è più grave per via di una scompattezza generale degli operatori. Non credo che questo ambiente da “revolutionary road” (era la strada che nel romanzo di R. Yates portava alla città più perbenista dell’america … dove ognuno era pronto a odiare il vicino per difendere il triste e goffo mondo del suo orticello perfetto), faccia bene al settore. Qualche politica comune e un po’ di meno odio, forse farebbe nascere qualche progetto più interessante e darebbe un miglior contributo alla salvaguardia del fumetto.
Faccio un esempio, ho visto con interesse JOHN DOE. È un fumetto ben fatto, ma nel settore nessuno lo ha sponsorizzato particolarmente. Ho letto qualche recensione minuscola e qualche lieve incoraggiamento. Mentre credo sarebbe stato più saggio che gli editori facessero gruppo per sostenere iniziative simili (giuro che non ricordo chi è l’editore e chi sono gli autori), perché la riuscita di un progetto italiano potrebbe dare una smossa anche alle altre iniziative editoriali … Quando curavo il Lexy Presents, decisi di parlare con Andrea Plazzi [che all’epoca curava le pubblicazioni della defunta PUNTO ZERO – NdStefano] (che mi regalo’ un volume di Scott Morse) per dargli una pagina completa sul giornale. A lui Morse vendeva poco, ma l’iniziativa meritava e farla funzionare significava aprire le porte ad un certo tipo di fumetto. Così ne parlai, anche sapendo che il lettore che non conosceva il libro, dopo aver letto la recensione, poteva decidere di rinunciare anche ad un albo Lexy per compare quel libro. Forse si dovrebbe vedere al di là della propria bella casetta.
LSB: Con la tranquillità che si acquisisce dopo la fine di eventi tumultuosi, ci puoi spiegare cosa non ha funzionato nell’esperienza Lexy e cosa vi ha condotto alla definitiva cessazione delle pubblicazioni?
DG: Sai, abbiamo chiuso perché non si vendeva più… e poi perché era anche finita l’alchimia iniziale. I primi tre anni erano stati interessanti e pieni di fermento, alla fine, vuoi per i problemi economici, vuoi perché gli stimoli erano diminuiti, era pesante tutto. Grazie a Dio, la Lexy ha lasciato alcune belle pubblicazioni (lo so, ha anche fatto qualche marchetta di troppo) e ha portato alla conoscenza di tutti autori e case editrici fino a quel momento sconosciute.
LSB: Prima della Crisi che ne ha decretato la chiusura la Lexy godeva di quello che in precedenza, nel corso di questo speciale, abbiamo definito un “pregiudizio positivo”. I lettori di tutta Italia simpatizzavano per la Lexy e per le scelte coraggiose. Adesso, invece, credo che dopo la chiusura della Lexy e la ridda di voci che circolano sul tuo conto la FREE BOOKS debba fare i conti con un pregiudizio negativo: Cosa intendete fare per invertire questa tendenza?
DG: Questa è una di quelle domande che un buon direttore di giornale ti taglierebbe. Solo perché la domanda ha già un’affermazione dentro (fra l’altro anche personale). Comunque sia, ho capito cosa vuoi che ti dica. Non credo che i lettori stiano dietro alle voci di qualche idiota telematico o di qualche spregevole tizio che non sa fare altro che girare per le fiere e inventarsene una nuova contro me o Daniel. I LETTORI sono stati sempre molto ben disposti e lo hanno dimostrato in questi giorni scrivendo a Free Book e me con molta passione… spronandomi a ricominciare. In molti mi hanno scritto che con FREE BOOK ho dimostrato che avevo ragione e gli altri torto (non è per questa iniziativa che credo di avere ragione… ma va bene lo stesso). I lettori (e sono in pochi rispetto al generale) che seguono anche questi gossip, hanno valutato e da tempo mi hanno manifestato IL LORO ENTUSIASMO per le mie iniziative e questo è solo quello che conta. D’altronde, il lettore pensa solo a ricevere un albo di BUONA QUALITA’ ed è questo a cui io voglio pensare. Ripeto, grazie ai tanti che mi hanno sostenuto… e che tutt’ora credono molto in me.
LSB: Nell’ultimo anno il Fumetto ha goduto di una serie di iniziative che lo hanno portato con insistenza sotto la luce dei riflettori. Iniziative come la collana di Repubblica sui Grandi Classici del Fumetto oppure lo spiccato interesse che Hollywood ha dimostrato di nutrire nei confronti degli eroi di carta, secondo te, possono far aumentare il numero di lettori interessati ai fumetti? Credi che iniziative di questo tipo possano apportare benefici positivi anche ad un editore neonato come la FREE BOOKS?
DG: L’iniziativa di Repubblica ha fatto bene, ma deve trovare qualche altra iniziativa che gli faccia da testimone. Altrimenti è servita solo a chi l’ha concepita (che comunque merita veramente i complimenti).
LSB: Quali volumi, editi da te presso la Lexy, ti hanno maggiormente inorgoglito?
DG: Finalmente parliamo di fumetto. Stiamo diventando peggio del settore calcio… Trovo interessante Someplace Strange di A. Nocenti e J. Bolton (ho sempre amato la frase, messa anche in quarta di copertina, che più o meno diceva: “Se quello ha fatto i soldi… chiedigli come lo ha fatto?”… mi verrebbe di domandarlo in giro). Trovo bellissimo anche Obergeist (se non altro perché molto attuale…) e la saga de L’anello dei Nibelunghi di Russell (che opera! Solo la nostra pazzia poteva decidere di investire in un’opera così difficile, ma VERAMENTE AFFASCINANTE).
LSB: Nel corso della passata stagione quali prodotti editi da altre case editrici ti hanno maggiormente colpito?
DG: Quasi nulla… ho letto delle buone cose in Usa, ma non so se in Italia vedranno luce. Credo che sia veramente eccezionale Yossel di Kubert. L’ho consigliato anche ad un mio amico che possiede un’azienda editoriale… chissà che non lo pubblichi. È qualcosa di fuori dal normale.
LSB: Quali obiettivi si prefigge la FREE BOOKS nel 2003/04?
Dovresti chiederlo all’editore. Io spero che crei con il pubblico quella strana alchimia che si era creata fra Lexy e lettori. Ma queste cose so che nascono solo se a volerlo sono in due. Credo che data la forte crisi, raggiungere il plauso del pubblico di nicchia è già un grande obbiettivo.
LSB: Quali saranno le principali proposte e novità con le quali vi accingete a sfidare il mercato? Su quali titoli puntate maggiormente?
DG: Free Book punterà su Strangers in paradise, Supreme, Judgment Day, alcune opere di Bolton, Mignola, ecc. Io mi auguro che punterà anche sul nuovo magazine che ho proposto.
LSB: Ci puoi fornire qualche anticipazione riguardo formato e prezzi dei nuovi albi della FREE BOOK? Ed in particolare ci puoi parlare di questo Magazine che hai proposto e che, leggendo le prime indiscrezioni, sembra davvero interessante? Sarà, anche solo idealmente, l’erede del Lexy Presenta?
DG: Sui prezzi, da quello che so, non dovrebbero essere alti (anzi, dovrebbe esserci una politica molto alla mano). Pero’ è meglio che aspettiate le comunicazione della casa editrice.
Per il magazine, Dio, niente è ancora certo. Perfino l’editore. In verità ho da tempo studiato 2 idee diverse di magazine. Una molto solare e super eroistica e una invece molto autoriale. Credo che siano idee diverse per target diversi e differenti editori. (Oggi voglio che mi si consideri un libero professionista, non più uomo di una squadra. Forse in futuro saro’ uomo di solo una squadra, ma questo quando avro’ visto le evoluzioni dei progetti). Così i due progetti di magazine partiranno ma (spero) con editori differenti. A Free BOOK, visto lo spirito molto d’essai che vuole creare intorno a sé, ho messo in mano un progetto con grandi artisti Inglesi, americani e francesi. Vedremo come lo porterà avanti… sono fiducioso! Al momento sto aspettando i sì definitivi. Invece ho proposto ad editori più vicini allo spirito “solare”, un magazine con molti colori e toni meno autorali e leggeri.
LSB: Da anni si parla della crisi delle riviste antologiche. Sin dai tempi della Lexy invece tu sembri crederci con fermezza: cosa ti affascina di questa formula editoriale e perché la ritieni vincente?
DG: Non credo che i magazine siano in crisi, solamente non pareggiano perché hanno costi elevati (tanto quanto i volumi) e debbono avere un prezzo di copertina da mensile. Io pero’ sono affascinato dall’idea di mescolare. Se potessi creerei una nuova figura il cj (comics jay); una sorta di dj della carta. Il magazine è l’unica forma di sperimentazione editoriale e l’unica dove si possono testare anche artisti scordati e/o mai considerati da un punto di vista editoriale. E poi è una forma di comunicazione che tende sempre verso l’avanguardia.
Non mi piace l’idea di contenitore, ma di locale aperto a esplorazioni. Da questa osservazione, sto lavorando per un o per i futuri magazine.
LSB: Quali cambiamenti prevedi nel prossimo futuro nel mercato fumettistico nostrano?
DG: Se va avanti così, non ce ne vedo molto. Bisogna che l’ambiente si rilassi, che finiscano certe lotte per 100 copie… occorre un nuovo spirito. Occorre che gli editori provino ad abbassare i prezzi e i lettori a far conoscere in giro certe opere, certamente c’é bisogno di maggiore sinergia e colloquio fra editore e lettori. Per questo mi auguro che la posta di Free Book sia riempita di consigli, suggerimenti e iniziative da parte dei lettori.
LSB: Secondo te a quale “evoluzione” sarà soggetto prossimamente il fumetto? Ci sarà uno sviluppo massivo dei web-comics, magari anche con la produzione di appositi Dvd (un po’ come sta provando a fare la statunitense Crossgen Comics)? Oppure la sorpresa potrebbe venire da una riscoperta delle edicole o da un loro totale abbandono?
DG: personalmente non amo vedere i fumetti in dvd… non voglio che mi si tolga il piacere della carta. Certe arti debbono vivere così come sono nate. L’edicola sicuramente andrebbe riscoperta, ma io mi sono sempre chiesto: se in edicola vendono profumi e giocattoli, in profumeria giornali, in libreria gadget, perché non vendere i fumetti in videoteca o nei negozi di musica? Vedere un Clerks vicino al suo film, o un libro di Sienkiwicz vicino al reparto rock, non sarebbe proprio un’assurdità. Comunque sia, sono certo che il buon fumetto, quello veramente buono, sopravviverà a tutto. Almeno se la teoria di Darwin ha un suo fondamento…
Grazie ancora e ciao
Per altre notizie sulla Lexy edizioni vi rimandiamo al nostro speciale La “Lexy Edizioni” che fu…