Una richiesta di soccorso porta Harlan e soci nel Botswana, dove sembra che Huwe, un antico e malvagio Dio africano, sia tornato dal suo oblio per riprendere possesso dei suoi territori, aiutato da una schiera di non morti.
Quello sceneggiato da Giovanni Di Gregorio è in tutto e per tutto un episodio “esca”, a partire dalla copertina, costruito su di una continua girandola di colpi di scena e finte piste narrative, tese a disorientare il lettore. I riflettori sono puntati su Kurjak, sulla misteriosa tosse che da qualche mese lo tormenta e sul parassita “Pallida Maschera” nascosto dentro di lui e che sembra condurlo definitivamente verso il lato oscuro. Di Gregorio mette i nostri eroi di fronte a difficili quesiti sulla morale e su quale linea mantenere davanti alla spietatezza e la ferocia che sembra sopraffare il loro amico, il tutto mentre si trovano ad affrontare due vecchi e temibili nemici in un’avventura ben scritta e ideata, con dialoghi sempre azzeccati e mai ridondanti.
È Fabio Bartolini con il suo tratto pulito, delineato da neri decisi, a illustrare il tormento di Harlan e la sua difficoltà nello scontarsi con Kurjak, fratello di vita e di battaglia, con tavole leggibili e impreziosite dalla cura per il dettaglio. Notevoli la sequenza onirica di apertura e il safari notturno, in cui l’abilità d’impostazione delle figure di Bartolini viene esaltata.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #229 – Kurjak, il vampiro
Giovanni Di Gregorio, Fabio Bartolini
Sergio Bonelli Editore, aprile 2019
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50 €
ISSN: 9771590002002