Giunta alla sua ventiseiesima edizione, Cartoomics – svoltasi quest’anno dall’8 al 10 marzo – conferma i pregi e i difetti che la caratterizzano da molti anni e che avevamo parzialmente indicato nel nostro resoconto dell’anno scorso.
La fiera è cresciuta, innanzitutto per quanto riguarda gli spazi a disposizione e sotto certi versi anche sotto il profilo dell’organizzazione: i tre padiglioni in cui si è articolata erano infatti divisi in maniera razionale, concentrando tutto quello che ha a che fare con il fumetto (editori, venditori, area self, incontri) in quello centrale, per lasciare ai due laterali quello che con il mondo dei comics è tangente.
In tal senso, è sempre difficile individuare l’anima di eventi di questo tipo: se da una parte è pur vero che negli ultimi anni il fumetto si è espanso al di fuori delle pagine per invadere cinema e televisione, e che la “cultura nerd” abbraccia sempre più realtà, ha destato più di qualche perplessità vedere spazi dedicati all’autoscontro o ad altri giochi da luna park. L’area su Harry Potter (un vero e proprio mini-villaggio con tanto di ingresso e casa del guardiacaccia Hagrid) era molto ben realizzata, con dignità pari ai diversi stand su Star Wars e Doctor Who, e l’angolo riservato all’associazione di batmanofili Gotham Shadows era ovviamente in tema, oltre a essere curato, ma le escape room e il wrestling (nonostante siano diventate da anni una tradizione di Cartoomics) sembravano inseriti a forza, quasi come a voler scendere a compromessi con un lato più smaccatamente ludico per attirare un maggior numero di persone.
Lo stesso discorso può essere fatto anche per la presenza e la premiazione di Massimo Boldi, piuttosto “fuori tema” nel contesto di una delle più importanti manifestazioni italiane dedicate al fumetto.
Al di là di questi rilievi, la parte prettamente fumettistica appariva un po’ “schiacciata” dai due emisferi che la circondavano. In particolare, abbiamo notato una presenza piuttosto ridotta dei banchetti dei venditori privati, pochi e non molto grandi.
La situazione era migliore per quanto concerne gli editori, dal momento che i grandi nomi erano quasi tutti presenti con stand importanti: quello di BAO che si sviluppava in orizzontale con la sua sfilata di autori, quello di Sergio Bonelli Editore che faceva quasi da area a sé, con ingresso e uscita e lo spazio per ricreare la capanna di Zagor, e quello di Panini con tanto di area signing apposita catalizzavano l’attenzione, insieme a quello di RW Edizioni. ReNoir, Tunué, Star Comics e gli altri contornavano quest’area, dove l’appassionato poteva agevolmente passare da tutti gli editori presenti nel giro di poco tempo.
Peccato per l’assenza dello stand di Feltrinelli Comics, che alla vigilia del primo giorno di fiera ha dovuto cancellare la propria presenza a causa di uno sciopero nazionale della logistica che ha colpito i distributori del mercato librario.
Anche per questa edizione l’area Self è risultata in particolare fermento, arricchita anche da nomi di spicco come “le diabolike” Giulia Francesca Massaglia e Stefania Caretta. Era una delle zone più vitali della fiera: quella delle autoproduzioni è infatti una delle anime della manifestazione, grazie a presenze che, tra conferme e volti nuovi, anno dopo anno si propongono al pubblico in maniera divertente e appassionata. Quest’anno segnaliamo Elisa Sabato e Elisa Ugolini, le due ragazze di Pandemonio Comics, lo “storico” collettivo Attaccapanni Press e i tipi di Squilibrio Comics, tutti disponibili a chiacchierare e interagire con i lettori, anche grazie alla presenza sul social network del momento, Instagram. In particolare citiamo Squilibrio Comics per la loro attenzione alle tematiche scientifiche, trattate con amore ma anche con ironia, arma utilizzata dagli autori per affrontare i molti “complottisti” con cui hanno avuto il “piacere” di interagire durante le fiere a causa di fumetti come La vera forma della Terra o Dinosauri tronfi.
Al netto del dinamismo dell’area Self, appariva meno adeguato il “corridoio degli artisti” adiacente, la cosiddetta “Artist Boulevard”: sacrificata nella posizione, accanto all’unico bar presente all’interno del padiglione fumettistico, vedeva la presenza di autori affermati relegati ad un banchetto per vendere direttamente le proprie illustrazioni agli appassionati.
Tra le mostre, immancabile quella dedicata a Diabolik, cui si affiancavano quella su Hugo Pratt e un’anteprima della mostra dedicata ad Alan Ford che sarà ospitata dal museo WOW di Milano dal 25 maggio al 29 settembre 2019. Particolarmente interessante, infine, la mostra Supereroi e radiazioni realizzata dall’Associazione Italiana di Fisica Medica sempre in collaborazione con il museo WOW, in cui una serie di pannelli mostravano alcuni supereroi della Marvel Comics con i loro poteri e la spiegazione scientifica dei fenomeni fisici dietro tali poteri.
Buona l’offerta degli incontri: questi momenti soffrono gli spazi angusti delle tre Agorà, con pochi posti a sedere che si riempiono immediatamente e con il loro essere posizionate nei corridoi di passaggio; si tratta comunque di un problema endemico di Cartoomics, che in qualche modo inficia la fruizione delle varie conferenze, soprattutto nell’Agorà 1 quando è difficile anche solo assistere alla conferenza a causa delle code per le firme nell’attiguo stand Bonelli.
Il modello ideale per tutti questi spazi sarebbe invece quello della Sala Eventi Multimedia, un cubo chiuso con un paio di entrate che garantisce spazio agli interessati e maggior tranquillità, ma è un’aspirazione che probabilmente si deve scontare con questioni logistiche.
Ripensare l’organizzazione allestendo spazi simili anche per le tre Agorà sarebbe un miglioramento decisamente positivo per la manifestazione, considerando che la qualità delle conferenze, per quanto abbiamo potuto osservare, è stata piuttosto alta. Gli incontri, tanto quelli di richiamo per il grande pubblico, quanto quelli magari più di nicchia, fino alle presentazioni più tecniche sull’utilizzo dei software per il disegno, hanno avuto buona partecipazione e hanno evidenziato un buon dialogo tra relatori e partecipanti.
Anche nei momenti più affollati (sabato pomeriggio) la fiera era vivibile e frequentabile senza troppa fatica, nonostante la ressa: un merito probabilmente da attribuire alla suddivisione tematica dei tre padiglioni a cui si accennava all’inizio. Questo va a discapito di una contaminazione tra appassionati che sarebbe anche sana, ma al contempo ha permesso una distribuzione più ragionata del pubblico.
Nel complesso Cartoomics 2019 si riconferma per quello che è: una fiera di tutto rispetto, ma cui sembra manchi ancora qualcosa, considerando che si svolge nella capitale del fumetto italiano e se confrontata con altre realtà come Napoli Comicon ed Etna Comics.
Rispetto ai primissimi anni dopo il passaggio da FieraMilanoCity a Rho Fiera Milano, l’organizzazione ha senza dubbio capito come gestire i mq in più a disposizione e nel corso delle edizioni li ha infatti anche ampliati, ma si è usato questo spazio in più per il “contorno” al fumetto, che rischia così di diventare preponderante.
È probabilmente la dimensione che Cartoomics vede come maggiormente spendibile, oggi come oggi, confermata dagli ottimi risultati in termini di biglietti venduti. E, a essere obiettivi, l’equilibrio tutto sommato tiene, con i comics che rimangono ancora il focus su cui la fiera si è concentrata, tant’è vero che le principali case editrici italiane sono intervenute e hanno portato ospiti – in alcuni casi anche internazionali – e anteprime, premiando quindi la manifestazione e dandole una certa dignità.
Si tratta di un evento piacevole, logisticamente ben gestito e facilmente raggiungibile, un’occasione per iniziare la stagione delle fiere primaverili senza eccessi.
A seguire, gallery di fotografie scattate durante Cartoomics 2019.
Le foto della gallery e quelle a corredo del pezzo sono di Anna Colella.