Bacon di Marco Natale: il Fascismo visto da un maiale

Bacon di Marco Natale: il Fascismo visto da un maiale

In Bacon – Roma 1937, Marco Natale parla della Roma anni '30 attraverso una storia interpretata da animali antropomorfi.

TENETEVI-FORTE

In occasione di Lucca Comics and Games 2012 è stato pubblicato Bacon – Roma 1937 – poi ristampato con una nuova cover per la fiera lucchese di quest’anno -, secondo volume dedicato all’omonimo protagonista, un investigatore privato della Chicago degli anni ’30 che, guarda caso, è un maiale antropomorfo.
Il personaggio, che aveva debuttato nel volume Bacon – Chicago 1936, viene stavolta coinvolto dai servizi segreti americani per risolvere un problema in Italia: una vecchia conoscenza del detective è stata assoldata dalla mafia per uccidere un vescovo, reo di diffondere messaggi troppo “aperti” sulla parità di diritti tra pelolunghi e pelocorti. Già, perché nel mondo di Bacon il razzismo non è dato dal diverso colore della pelle ma dal tipo di pelo della propria razza animale.
bacon2Quel che sorprende piacevolmente è proprio la naturalezza con cui questi animali sono calati nei contesti reali, distaccandosene poi nei dettagli tanto da creare una sorta di “dimensione parallela” in cui la realtà è identica alla nostra, ma con animali parlanti e senzienti invece che con esseri umani.
Nella fattispecie, Marco Natale riesce a dipingere bene, con poche ma sapienti pennellate, il contesto italiano nel periodo dell’ascesa del Fascismo, che viene chiamato per nome e mostrato direttamente come se stessimo parlando degli anni ’30 reali. Fa quasi impressione vedere poi recitare animali che indossano vestiti e camminano eretti, ma il tutto è condotto con una capacità e con una sicurezza tali da rendere presto tutto molto naturale e credibile.

Il razzismo, che il fascismo ha propugnato verso chi non rispondeva all’immagine della cosiddetta “razza ariana”, seguendo la politica dell’alleato Hitler, viene qui inteso tra la diversa lunghezza del pelo. Le assurde motivazioni che stanno alla base di questa discriminazione (per esempio, i pelolungo lascerebbero un sacco di peli ogni volta che si siedono in un bar o frequentano un luogo pubblico) sono così assurde e pretestuose da far ridere e nel contempo riflettere sul fatto che le motivazioni addotte per discriminare un gruppo di individui, nel fascismo come in altri regimi e in altri periodi, sono altrettanto risibili e vergognose.

Bacon-2_p55La rappresentazione animale è quindi un modo efficace per colpire il lettore, trasmettendogli un concetto particolare in modo originale e capace, magari, di lasciare maggiormente il segno. Ma in Bacon non c’è solo la componente di denuncia, c’è anche quella del semplice gusto per la narrazione, che si ritrovava tra l’altro anche in Lackadaisy (www.lackadaisycats.com), web-comic americano di Tracy J. Butler dove i protagonisti sono dei gatti antropomorfi nella Chicago degli anni del proibizionismo; il parallelo scatta anche grazie agli ottimi disegni di Natale, contraddistinti da una linea molto morbida e da uno stile cartoonesco, aiutato dalle suggestive ombreggiature e colorazioni ad opera degli artisti che l’hanno aiutato (Ilaria Lazzarotto – che ha dato il principale apporto –, Massimo Porcella, Sara Antonellini, Chiara di Francia, Federico Ferrarese), e il fumetto alla fine si presenta come un gustosissimo thriller/noir con il classico detective privato come protagonista, che segue quindi gli stilemi classici di questo genere narrativo coniugati però in una dimensione di animali antropomorfi: sentire nei dialoghi dei personaggi riferimenti diretti alle loro caratteristiche di specie è divertente e rende la vicenda briosa e interessante.

downloadL’unico rimpianto che si può avere a fine lettura è dato dal fatto che Bacon non è protagonista come forse si sarebbe voluto e pensato: certo, interviene direttamente e in più modi nella vicenda ed è sua la mossa risolutiva, ma sembra quasi che l’autore abbia preferito concentrarsi sul periodo storico italiano, in questa nuova dimensione, piuttosto che sulla presenza scenica del protagonista.

Il risultato è un bel volume, le cui grandi dimensioni favoriscono il disegno che può godere di tutto lo spazio necessario per mostrare la sua bellezza, e in cui il lettore può godere di un fumetto che apre una finestra su un periodo decisamente buio della nostra Storia in modo inconsueto e quasi “fiabesco”… di quel fiabesco che lascia però inquieti e pensierosi, per quanto affabulati.

Abbiamo parlato di:
Bacon – Roma 1937
Marco Natale
Pavesio Editore, novembre 2012
94 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,90 €
ISBN: 9788862330411

1 Commento

1 Commento

  1. Alessandro

    2 Settembre 2016 a 12:18

    Letto d’un fiato : tecnica pittorica e le tinte assolutamente in linea con l’epoca del ventennio . Bella la storia ed efficace la narrazione . lo consiglio.

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