Quando si pensa ai pirati, solitamente la prima idea che ci sovviene è quella di galeoni che solcano i mari, bottiglie di rum allungate con acqua salata, lotte all’ultimo sangue sui ponti di comando.
Tuttavia, i pirati di Matteo Aversano (già autore per Manfont della miniserie disponibile su iPad Etere vs Internet) non usano le navi, bensì arrembano imponenti treni a vapore che percorrono interi paesi su lunghissime strade ferrate. Gli scagnozzi della piratessa Armsteel, comandante della Deathwish, assaltano la locomotiva turistica Clayton, in cerca di un misterioso bottino. Questo è l’inizio rocambolesco del volume di Steam Pirates’ Railroads.
La storia si presenta fin da subito come un treno in corsa, che ha come unica pretesa quella di offrirci un’avventura pura e senza fronzoli, dove l’azione e l’ottenimento dell’agognato tesoro sono il fulcro dell’intera narrazione. Aversano punta agli elementi fondamentali dell’avventura, riproponendo alcuni degli stilemi pirateschi più tipici di Emilio Salgari e Victor Fleming: la lotta tra bande, il tradimento, la rivalsa, l’onore, lo spirito di gruppo.
Possiamo inoltre riscontrare altre influenze: dal Laputa di Hayao Miyazaki, passando per le suggestioni di Jules Verne e William Gibson. Aversano crea un suo personale universo, all’apparenza piuttosto complesso, attingendo a piene mani dal sotto genere steampunk. L’idea di fondere la tradizione piratesca con gli echi del romanzo fantascientifico, introducendo anche dinamiche sociali caratterizzanti, si presenta come interessante e capace di far presa sul lettore.
Tuttavia, non abbiamo modo di approfondire i meccanismi del suddetto mondo, e anche l’interessante tematica ambientalista, in cui si fa strada una critica metaforica all’uso smodato delle fonti energetiche non rinnovabili, avrebbe meritato maggiore spazio. La trama è semplice e lineare, caratteristica che di per sé non rappresenterebbe un difetto, ma che appunto soffre il mancato approfondimento dell’ambiente circostante e delle relazioni tra i personaggi.
Il disegno di Aversano ha un tratto netto e pulito, con buon senso della prospettiva e dell’espressività di volti e corpi, pur peccando in alcune vignette di mancanza di rispetto delle proporzioni. Ciò che spicca di più nelle tavole è il dinamismo dei personaggi, in particolare quello delle scene d’azione.
Purtroppo, alcune scelte registiche sono nette e poco fluide, soprattutto nelle scene particolarmente affollate, risultando in alcuni passaggi piuttosto rigide e appesantendo l’intero apparato grafico, già particolarmente ricco grazie all’uso di una colorazione enfatica e vivace (cui hanno contribuito per i colori Alessandro Alessi Anghini e Federica Zancato, e per il clean-up Carmine Cassese).
Il volume non riesce quindi a convincere pienamente proprio a causa di questi squilibri, viste anche le tematiche che potrebbero conoscere un ampliamento più coinvolgente, magari nell’arco di una miniserie.
Abbiamo parlato di:
Steam Pirates’ Railroads
Matteo Aversano
Manfont, 2015
84 pagine, brossurato, colori, 14,00 €
ISBN: 9788899587079