A Drifting Life

A Drifting Life

di Yoshihiro Tatsumi Drawn & Quarterly, apr. 2009 - 840 pagg. bross. b/n - $29.95

Tatsumi è l’inventore e coniatore del termine e dello stile gekiga (“immagini drammatiche”). Questo si differenzia dal classico manga (“immagini disimpegnate”) dell’epoca, d’intrattenimento e rivolto per lo più ai bambini, affrontando tematiche violente, spesso a sfondo sessuale, ma sopratutto incentrate sugli avvenimenti della vita quotidiana. Le opere di Tatsumi, classe ’35, hanno vissuto in sordina fino a quest’anno, quando la Drawn & Quaterly (rinomato editore canadese), dopo aver pubblicato tre antologie, ha editato in inglese la sua ultima fatica: A Drifting Life.

Il libro, costato dieci anni di lavoro e composto da 840 pagine, è un’autobiografia e ripercorre le tappe della carriera artistica dell’autore dal 1945 al 1960. Scopriamo che Tatsumi comincia a disegnare giovanissimo e che intraprende la carriera nel settore dei manga per emergere dall’instabilità economica in cui la sua famiglia navigava. La sua formazione era data per lo più da fumetti che noleggiava in appositi negozi molto popolari all’epoca. Dopo un’illuminante incontro col maestro Tezuka e i primi contatti con gli editori, comincia a nascere in lui la voglia di sperimentare e l’idea del “manga che non è manga”, seguita dalla sicurezza di voler creare un “vero fumetto narrativo” e non “un classico manga comico”.
Con l’avvento dei cinema, l’influenza dei film americani e la lettura di storie hard-boiled come quelle di Mickey Spillane, Tatsumi raccoglie un gruppo di autori e crea il “gekiga workshop”, dando silenziosamente il via a quella che negli anni ’70 sarà ricordata, sopratutto grazie a Tezuka, come l’età dell’oro del manga.

A Drifting Life pero’ non è soltanto una semplice biografia. Tatsumi esamina in parallelo gli eventi che portano il suo paese alla ripresa economica dopo la guerra, sottolineando i personaggi principali e le mode in voga all’epoca. L’avvento del cinema e la nascita della televisione o l’ influenza della musica occidentale non servono solo come contorno all’opera, ma ci spiegano anche i riferimenti chiave per la maturazione dell’autore. D’altra parte le stesse disavventure personali, sia intime che lavorative, altro non sono che un input per comprendere meglio la sua produzione.
La struttura grafica, semplice e pulita, che contrappone sfondi definiti a personaggi cartoneschi risulta una scelta equilibrata che porta il lettore ad una comprensione immediata e veloce, grazie anche a dialoghi brevi e ad una narrazione asciutta ed essenziale.
A discapito di altri prodotti del genere, che spesso cadono nell’auto citazione o, peggio, in una mancanza di significati, questo lavoro è impregnato di messaggi e osservazioni. Principalmente Tatsumi non parla solo di sé, ma anche di quello che lo circonda con paragoni e riflessioni. Le città da lui visitate, gli abitanti o semplicemente il mangiare diventano curiosità da riferire. Vengano esaminati i diversi artisti che collaborano con lui o che gli sono amici e spesso vengono riportati i loro stili e le loro carriere future. Stessa cosa per le case editrici e i vari editori con cui l’autore collabora nel corso degli anni.

L’opera quindi è un prezioso manuale che racconta la storia del manga negli anni del dopo guerra ed è un omaggio allo spirito e alla forza creativa che è in ognuno di noi. Un volume importante, vincitore del Grand Prize al Osamu Tezuka Cultural Prize 2009, accessibile anche a chi non ha nessuna affinità coi manga. L’edizione, curata da Adrian Tomine, non è ancora stata tradotta in italiano, ma si presenta comunque in un inglese semplice e scorrevole.

Riferimenti:
Il sito dell’editore: www.drawnandquarterly.com

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