Abbiamo raggiunto i due autori, ed ecco cosa ci raccontano di Akameshi.
Che ne dici di una breve presentazione per i nostri lettori? Chi è Giovanni Gualdoni?
Principalmente un raccontastorie che ha anche la passione per organizzare e cordinare. Due interessi che mi hanno permesso di fare esattamente ciò che ho sempre sognato, campare faticando poco o nulla ed usando, quasi unicamente, la mia immaginazione che, per fortuna o per destino, non mi è mai mancata.
Come è nato Akameshi, da dove si è formata l’idea nella tua mente, come si è evoluta?
Akameshi è nato dalla richiesta di un’editore francese, Soleil appunto, che aveva veduto Fantaghenna, un’altra nostra serie, e che ci teneva a poter pubblicare qualcosa di simile. Da qui il pretesto per poterci buttare in una comune passione mia e di Stefano, ovvero il giappone medievale, che attirava lui dal punto di vista grafico e me dal lato storico e leggendario. L’idea vera e propria è nata come nascono tutte le idee, ovvero miscelando mille cose viste e sentite e cercando di aggiungervi qualcosa di non ancora visto o sentito. Quello che ne è uscito è la storia di una guerra segreta combattuta tra alcuni guerrieri umani ed antiche e malvagie divinità di un antichissimo passato. Il tutto sullo sfondo di un periodo particolarmente interessante, ovvero il giappone del periodo Edo, il cosidetto medioevo giapponese, del quale ancor oggi conosciamo molto poco.
Cosa ti è piaciuto di più raccontare con questa storia?
Akameshi non è una storia con particolari messaggi o morali. Non mi reputo così bravo ne così profondo da poter dare degli insegnamenti attraverso ciò che scrivo. Quello che mi limito a fare è raccontare delle storie che hanno l’unica pretesa di intrattenere e, al massimo, divertire ed appassionare. Le cose che mi è piaciuto di più raccontare sono pertanto quelle piccole scene che, forse, riescono a strappare un sorriso al lettore, come quella, ad esempio, in cui Akameshi ed Hayashi si incontrano per la prima volta, oppure la scena, totalmente muta, in cui Fujin attraversa il ponte.
Quanto è stato prezioso l’apporto di Stefano Turconi per definire i personaggi, l’ambientazione e la storia?
Personaggi è ambientazioni nascondo in complicità con il disegnatore che trasforma quelle che sono solo delle vaghe idee nella mente di uno scrittore in un mondo vivo, fatto di forme e di colori. In particolare Stefano è riuscito, proprio con la colorazione, ha creare un universo a parte che trovo straordinario nella sua capacità di essere al tempo stesso originale e coinvolgente. Anche per quanto riguarda la storia l’apporto di Stefano è stato importante sopratutto nel segnalarmi, con l’occhio dell’esperto narratore, possibili cali di ritmo. In definitiva un progetto nato da un lavoro fatto a stretto contatto con Stefano e con il reciproco rispetto e passione per i differenti talenti.
Cosa prevede il futuro di Akameshi?
Molte cose! Primo episodio a parte, nel quale viene raccontata una storia introduttiva che serve più che altro a presentare i personaggi, già dal secondo episodio hanno inizio i veri e propri colpi di scena. Lo scenario, che inizialmente sembrerà riguardare solo Akameshi, Uraga e Hayashi, si apre con il secondo volume svelando nuovi personaggi, complotti ed intrighi molto ampi e, perfino, una parte del passato di Akameshi riguardante l’incontro con il vecchio Uraga e l’inizio della loro lunghissima amicizia.
Tornare in Italia dopo esser stato pubblicato in Francia con successo, che sensazioni ti dà? Soddisfazione, senso di rivalsa, delusione per aver dovuto trovare uno spazio all’estero…
A dire il vero, soltanto molta contentezza! Una sensazione che slego totalmente dal percorso fatto da Akameshi per arrivare ad essere ripubblicato in italia. Una strada, anzi, che trovo giusta per chi, come noi, ha cercato di pubblicare un prodotto che nel nostro paese non aveva un mercato, se non appunto quello delle ripubblicazioni. Siamo felici che Akameshi sia apprezzato in francia e speriamo solo che possa essere apprezzato anche in italia, cosa che ci permetterà di portarlo avanti ancora per molto tempo!
Direi che potremmo iniziare da una breve “vita opere e miracoli” di Stefano Turconi…
Stefano Turconi (classe 1974) è uno che non ha mai avuto voglia di lavorare, quindi ha pensato bene di sfruttare l’unica cosa che sa fare, disegnare.Dopo il liceo artistico, l’accademia di Brera, la scuola del fumetto del castello e l’accademia Disney si è ritrovato a disegnare Topolino, dal lontano ’97, questo gli ha permesso di crescere da un punto di vista professionale e artistico e di tentare l’avventura della pubblicazione d’autore.
Akameshi ne è il risultato, primo (spero) di una lunga serie…
Come nasce il tuo coinvolgimento in Akameshi e nei loschi piani di Giovanni?
Non vedevo Giovanni da diversi anni, un giorno ci siamo incontrati, siamo andati a bere un bicchiere per festeggiare e quando mi sono svegliato il giorno dopo c’era un contratto-capestro con sopra la mia firma….
ah, mi mancava anche un rene….
Cosa ti ha colpito della storia e dei personaggi? Cosa ti è piaciuto più ritrarre?
Tutto! personaggi e ambientazione sono davvero affascinanti, sotto tutti i punti di vista, dall’architettura ai paesaggi, ai costumi, in particolare credo che la cosa più appassionante sia stata la possibilità di giocare coi colori, tutti ispirati a due mostri sacri dell’arte giapponese dell’epoca Edo come Hokusai e Hiroshige (che si staranno rivoltando nella tomba…).
Il lavoro di documentazione come si è sviluppato? Quanta fedeltà storica haicercato di mantenere nonostante l’aspetto fantastico della storia?
La documentazione è importantissima, soprattutto in un fumetto come questo che ha un’ambientazione storica molto precisa, quindi, prima e fondamentale parte del lavoro è stata un lungo giro per librerie a cercare testi su architettura, arte, costume, costume militare, leggende, religione, ecc.
Anche la parte “fantastica” della storia ha degli spunti precisi, ad esempio per Haniwa mi sono ispirato a delle urne di terracotta del Giappone preistorico. Penso che in questo lavoro non ci sia bisogno di creare niente dal “nulla”.
Cosa si prova a tornare in Italia passando per la Francia?
Si apprezza ancora di più il caffé italiano…
A cosa stai lavorando attualmente?
Ora sto’ lavorando sul secondo numero di Akameshi, che uscirà per la fiera di Angouleme del 2004, sempre se riesco a consegnarlo in tempo….
Progetti per il futuro?
Nell’immediato un numero di PK per Disney, poi Fantaghenna, un’altro progetto per il mercato francese che verrà pubblicato probabilmente l’estate del 2004, poi abbiamo, sempre con Giovanni, altri due o tre progetti interessanti, poi mi faro’ un trapianto di rene e infine apriro’ un’agriturismo nelle Marche.
Ah! mi piacerebbe prendere anche la legion d’onore!…
Fosse per noi, l’avremmo già data ad entrambi… se vi accontentate di un caffé… italiano, naturalmente!